
Il titolo è arrivato fino a toccare l’importante supporto statico di quota 9-8,9 euro per azione, soglia che se dovesse venire infranta al ribasso, potrebbe provocare un ulteriore crollo del valore del titolo.
Il titolo è arrivato fino a toccare l’importante supporto statico di quota 9-8,9 euro per azione, soglia che se dovesse venire infranta al ribasso, potrebbe provocare un ulteriore crollo del valore del titolo.
L’emissione jumbo aveva valore complessivo un miliardo di euro, con un tasso fisso ed una durata di dieci anni. Il metodo scelto dal gruppo bancario per collocare sul mercato queste emissioni è stato il book building, ed incredibilmente è durato meno di due ore, a sottolineare il successo dell’emissione.
Ieri a Piazza Affari il titolo Ubi ha chiuso la giornata in rialzo dello 0,6% a quota 10,04 euro per azione, ma se andiamo a vedere le ultime sedute notiamo come il valore del titolo continui a spostarsi entro quota 9,9-9,85 euro e 10,25-10,3 euro.
Nonostante queste previsioni alcune aziende hanno iniziato a registrare i primi segnali di ripresa già dal primo trimestre. Tra queste troviamo Ubi Factor, la società attiva nel settore del factoring di Ubi Banca che ha comunicato i risultati relativi al primo semestre del 2009, chiuso con un utile netto di 10,9 milioni di euro, ossia in crescita del 9,5% rispetto al primo semestre dello scorso anno.
A Piazza Affari invece giornata incerta, dopo che nel pomeriggio ha accusato un forte calo dovuto alle perdite dei titoli del settore bancario, si è però ripresa in chiusura di seduta grazie soprattutto ai dati che arrivavano dall’America. Il Ftse ha perso a fine giornata lo 0,52% a quota 18.940 punti mentre l’All Share ha lasciato sul campo lo 0.46% a 19.638 punti.
Alle 19 italiane, a Washington, saranno offerti titoli di Stato a cinque anni. A Milano, a Piazza Affari, dove il Ftse Mib è partito guadagnando lo 0,4% a 18.536 punti, bisogna tenere sott’occhio le azioni di Ubi Banca, in quanto settimana prossima rilascerà un piano di razionalizzazione, il quale prevede anche swap di filiali tra le varie reti del gruppo lombardo.