La crescita del settore del lusso

L’economia dà segni di ripresa, soprattutto per i prossimi anni, dove si prevede che anche Paesi che hanno vissuto maggiormente la crisi possano iniziare a rialzarsi. Il mercato segue queste

Settore del lusso immune alla crisi

L’imminente rallentamento della crescita economica, prospettato oltre che dalla maggior parte degli analisti anche da Morgan Stanley e Goldman Sachs che hanno attuato un taglio delle stime sul Pil mondiale, non dovrebbe avere gravi ripercussioni sul settore del lusso.

A sostenerlo sono gli analisti di Exane Bnp Paribas, che in un report diffuso oggi hanno spiegato che questa loro convinzione nasce dal forte sostegno fornito a questo settore dai paesi emergenti e che appare molto più significativo rispetto a quello esistente durante la crisi economica del 2008.

Trimestrale Tiffany maggio luglio 2010

Tiffany ha chiuso in maniera positiva il secondo trimestre fiscale terminato lo scorso 31 luglio, segno che la crisi che ha messo in ginocchio il settore del lusso è definitivamente passata. Nel periodo in esame, in particolare, l’utile netto è cresciuto del 19% a 67,7 milioni, ossia 0,53 dollari per azione. Se si escludono le voci straordinarie l’utile per azione ammonta a 0,55 dollari.

I ricavi di Tiffany sono cresciuti del 9% a 669 milioni, un dato inferiore alle attese degli analisti che avevano invece previsto 690 milioni di dollari.

Bulgari esclude cessione ma non acquisizioni

Quello del lusso è senza dubbio uno dei settori che ha maggiormente risentito della crisi economica, i primi mesi del 2010 hanno però mostrato dei segnali che lasciano chiaramente intendere una netta ripresa, anche se gli esperti sono ben attenti a ricordare che i dati relativi al primo trimestre 2010 appaiono molto buoni soprattutto perchè vengono paragonati a quelli registrati nello stesso periodo dello scorso anno, ossia durante la fase più dura della crisi.

Tra i marchi che hanno iniziato una progressiva ripresa cè senza dubbio Bulgari, l’amministratore delegato Francesco Trapani ha spiegato che in 26 anni di gestione dell’azienda non aveva mai assistito ad un periodo tanto difficile come il 2009, è stata la prima volta che l’azienda ha perso soldi anzichè guadagnarli.