Nuove commesse Gruppo Trevi in Africa e Stati Uniti

Continua ad ingrossarsi il portafoglio ordini del Gruppo Trevi, società quotata in Borsa a Piazza Affari ed attiva nel settore delle perforazioni e nell’ingegneria del sottosuolo. L’azienda italiana in data odierna ha infatti alzato il velo su nuovi contratti conquistati all’estero, per un controvalore complessivo pari a 75 milioni di dollari, in Africa e negli Stati Uniti.

Nel dettaglio, attraverso la Trevi Icos Corporation, il Gruppo Trevi ha vinto una commessa a Boston finalizzata alla realizzazione dei lavori per le fondazioni speciali di una torre residenziale da ben 27 piani.

Trevi acquisisce nuovi contratti

Il Gruppo Trevi, quotato in Borsa a Piazza Affari, attraverso le proprie divisioni s’è aggiudicato nuovi contratti aventi complessivamente un controvalore pari a 65 milioni di euro circa. Ad aggiudicarsi quasi la metà di queste commesse, per un controvalore pari a 30 milioni di euro circa, è stata la divisione Trevi che si occupa dei servizi d’ingegneria del sottosuolo attraverso la realizzazione di fondazioni, indagini geologiche, lavori portuali ma anche opere di consolidamento del terreno.

Altri ordini, per un controvalore pari a complessivi 22 milioni di euro, sono stati acquisiti da un’altra divisione del Gruppo Trevi, la Drillmec, mentre la divisione Preveten, specializzata nei servizi di perforazione, ha esteso, per un controvalore pari a 9 milioni di euro, un contratto in essere con la Ecopetrol S.A., compagnia petrolifera dello Stato della Colombia; un ulteriore contratto, per 4 milioni di euro, è stato allo stesso modo soggetto ad un’estensione.

Trevi Fin Ind promossa da Goldman Sachs

Goldman Sachs ha rivisto al rialzo il rating su Trevi Finanziaria Industriale portandolo da “neutral” a “buy” e il target price da 11,2 a 13,6 euro, inoltre la banca d’affari ha inserito il titolo nella sua Pan-Europe buy List.

L’ottimismo della banca d’affari deriva dalla convinzione che l’attuale valore del titolo sia troppo basso rispetto alle sue potenzialità, circostanza che implica un profilo rischio-rendimento considerato piuttosto interessante, senza contare l’esposizione dell’azienda al settore dei servizi inerenti all’industria petrolifera e che dovrebbero fruttare non poco grazie ad un probabile aumento del prezzo del greggio entro i prossimi 12 mesi e che secondo le previsioni potrebbe addirittura superare i 100 dollari al barile.