Speculazione sul titolo RCS MediaGroup

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Non si ferma la speculazione sul titolo RCS Media Group, gruppo editoriale che controlla Il Corriere della Sera. A partire dallo scorso 27 agosto la quotazione del titolo RCS MediaGroup è aumentata del 156,4%

Non si ferma la speculazione sul titolo RCS Media Group, gruppo editoriale che controlla Il Corriere della Sera. A partire dallo scorso 27 agosto la quotazione del titolo RCS MediaGroup è aumentata del 156,4%, passando da area 0,556 euro a 1,427 euro. Anche per oggi si attendono nuovi strappi al rialzo, almeno ad inizio seduta, sebbene le aspettative di forti prese di profitto siano nettamente in crescita.

Venerdì il titolo RCS MediaGroup ha chiuso con un rialzo vicino al 20%. Gli scambi hanno superato l’1% del capitale, rispetto al 12% del flottante, con una grande movimentazione dei day-trader, come testimoniato dagli imponenti scambi intraday avvenuti attraverso le piattaforme di trading online di Fineco (tra l’altro la prima in Italia per volumi di scambio) e IW Bank. C’è una fortissima speculazione sul titolo, ma fantomatiche scalate non sono in vista.

Molti operatori finanziari ritengono che ad accendere la miccia della speculazione siano state le attese per una ripatrimonializzazione della società, che potrebbe decretare una ricomposizione dell’azionariato. I vertici societari hanno già convocato un’assemblea straordinaria per il prossimo 16 ottobre, durante la quale si deciderà il da farsi. I soci sono ancora divisi fra la possibilità di un aumento di capitale e la cessione di asset.

Per rimettere in sesto il patrimonio della società, che presenta un rapporto debito/ebitda vicino a 6, servono 400 milioni di euro. Inoltre, bisogna tener conto che a fine 2013 scadrà il prestito bancario da un miliardo di euro che era servito per finanziare l’acquisto di Recoletos. L’ipotesi più probabile è la vendita di asset: la cessione di Flammarion farà scendere il debito sotto 700 milioni di euro, mentre l’eventuale vendita delle attività spagnole consentirebbe di tagliare il debito intorno ai 200 milioni.

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