Enel spera in riduzione aliquota su Robin Hood Tax

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Le prospettive per l’anno in corso restano molto incerte per Enel, a causa della debolezza cronica dei due principali mercati del colosso elettrico italiano, ovvero Italia e Spagna

 Le prospettive per l’anno in corso restano molto incerte per Enel, a causa della debolezza cronica dei due principali mercati del colosso elettrico italiano, ovvero Italia e Spagna. Le cose dovrebbero andar meglio in Slovacchia e nel dinamico mercato russo, mentre le previsioni più rosee sono per i mercati latinoamericani. Nel corso dell’Assemblea degli azionisti, il presidente Andrea Colombo ha sottolineato che Enel continuerà a “coniugare crescita e stabilità finanziaria”, confrontandosi con la debolezza dei mercati del Sud Europa e con quelli più frizzanti dell’Europa dell’Est e del Sud America.

Il colosso elettrico ha intenzione di raggiungere i propri obiettivi attraverso l’efficientamento della struttura, l’abbattimento dei costi, la rivisitazione del piano di investimenti, vendita mirata di asset non strategici ed emissioni di titoli di debito “ibridi” allo scopo di ridurre l’indebitamento e rendere più solida la struttura finanziaria. L’amministratore delegato Fulvio Conti punta ancora sulla diversificazione geografica e su un mix tecnologico di produzione ben bilanciato.

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Conti pone l’enfasi sul contenimento dei costi e la riduzione del debito, allo scopo di rendere sostenibile la crescita nel lungo periodo e conservare l’attuale credit rating. La debolezza strutturale del mercato elettrico e del gas in Italia e Spagna è evidente da tempo, ma dovrebbe protrarsi ancora per qualche anno. Secondo le stime di Conti, la domanda di energia tornerà ai livelli pre-crisi solo a partire dal 2017.

â–º DIVIDENDO 2013 ENEL ESERCIZIO 2012

Conti ha sottolineato che “la crisi che ha investito l’Europa è un fenomeno senza precedenti”. Inoltre, pesa su Enel l’impatto della cosiddetta Robin Hood Tax, che riduce l’utile netto del gruppo di 500 milioni di euro l’anno. Conti spera che il nuovo governo targato Enrico Letta confermi la diminuzione dell’aliquota al 6,5% dal 10,5%.

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