Accordo raggiunto tra Ubs e il governo americano

by Redazione 2

E' ufficiale, la banca svizzera Ubs e il governo americano hanno raggiunto un accordo extragiudiziale e quindi non si terrà il processo per..

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E’ ufficiale, la banca svizzera Ubs e il governo americano hanno raggiunto un accordo extragiudiziale e quindi non si terrà il processo per la causa che il fisco statunitense aveva intentato contro l’istituto elvetico.

A darne l’annuncio ufficiale è stato Stuart Gibson, il legale del Dipartimento di Giustizia Usa, che nel corso di una teleconferenza con il giudice federale di Miami Alan Gold ha annunciato che Ubs e il fisco americano hanno raggiunto un accordo iniziale, anche se comunque ci vorrà ancora un pò di tempo prima che l’intesa raggiunga la sua forma definitiva. Gibson, quindi, ha chiesto al giudice di cancellare la causa la cui prima udienza si sarebbe dovuta tenere lunedì.


I dettagli dell’accordo non sono ancora stati resi noti ma le prime indiscrezioni confermano quanto precedentemente ipotizzato e cioè che attraverso questo accordo Ubs si impegna a fornire al fisco americano i nominativi di solo una parte di quei clienti sospettati di evasione fiscale. I presunti evasori fiscali americani sono 52.000 in totale e a quanto pare Ubs dovrà fornire agli Stati Uniti i nominativi di soltanto 5.000/10.000 di questi, quelli su cui gravano i sospetti più fondati.


In questo modo, quindi, Ubs non violerà le leggi svizzere relative al segreto bancario perchè sfrutterà l’accordo relativo ad una maggiore collaborazione in materia fiscale siglato poco tempo tra Berna e Washington.

Si dice, inoltre, che Ubs fornirà i nominativi al governo americano dopo il 23 settembre, cioè quando scadrà l’amnistia concessa dagli Stati Uniti e che prevede la possibilità per gli evasori fiscli di autodenunciarsi e quindi di usufruire di una procedura semplificata che non comporta accuse penali.

In ogni caso Ubs non dovrà pagare nessuna sanzione contrariamente a quanto ipotizzato in precedenza, quando per la banca elvetica si parlava di una multa da 3 a 5 miliardi di franchi svizzeri.

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