Bini Smaghi nega allarme su Basilea 3

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L’impatto delle proposte fatte dal Comitato di Basilea sulla Vigilanza Bancaria preoccupa non poco gli addetti ai lavori, solo pochi giorni fa..

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L’impatto delle proposte fatte dal Comitato di Basilea sulla Vigilanza Bancaria preoccupa non poco gli addetti ai lavori, solo pochi giorni fa Mongan Stanley ha rivisto al ribasso le stime relative ai dividendi delle banche europee perchè secondo il broker le indicazioni di Basilea rappresentano un duro colpo per gli istituti del Vecchio Continente, sottolineando come il mercato stia sottovalutando questo aspetto.

Una smentita a questo allarme arriva però dal membro del consiglio direttivo della Bce, Lorenzo Bini Smaghi, il quale, parlando a Milano al convegno di Ernst & Young sulle prospettive nel rapporto fra banche e imprese dopo la crisi, ha affermato che sono del tutto ingiustificati gli allarmi relativi agli effetti che le future norme patrimoniali e di gestione del rischio, ossia la cosiddetta Basilea 3, potranno avere sull’andamento del credito nel breve periodo.


Bini Smaghi ha infatti sottolineato che lo scopo di queste nuove norme è quello di assicurare un flusso più ordinato e sostenibile del credito e non una sua riduzione, senza contare poi che il tutto non avverrà in modo immediato ma è prevista una gradualità nel processo di adeguamento ai nuovi requisiti per dare tempo alle banche di mettersi in regola con le nuove disposizioni.


In questi giorni il mondo bancario è stato poi al centro delle polemiche anche per via della riforma che il presidente degli Stati Uniti Barck Obama ha intenzione di adottare. Anche in questo caso, secondo Bini Smaghi, si tratta di allarmi ingiustificati, a suo avviso infatti sulla base di quanto è stato reso pubblico l’iniziativa di Obama rappresenta un punto di partenza per assicurare che il sistema finanziario sia effettivamente di supporto all’economia reale e che non venga indebolito dalla volatilità dei mercati.

Secondo Bini Smaghi, inoltre, le banche devono assolutamente utilizzare i profitti realizzati in questi mesi, grazie anche agli interventi effettuati dai governi, per aumentare il capitale e non per remunerare il management delle banche e dei loro azionisti.

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