Quotazione Enel Green Power: i sospetti di Adusbef

by Redazione 1

La prima settimana a Piazza Affari di Enel Green Power è stata senza dubbio una delusione. Il titolo nel corso dei suoi primi sette giorni..

La prima settimana di Enel Green Power a Piazza Affari è stata senza dubbio una delusione. Il titolo nel corso dei suoi primi sette giorni di vita non è neanche riuscito a raggiungere il prezzo minimo di collocamento pari a 1,6 euro, già frutto di un ribasso operato durante la fase del collocamento.

Come se non bastasse l’insuccesso di quella che era stata ribattezzata come l’Ipo più importante dell’anno a Piazza Affari è stato seguito da alcune polemiche e da una denuncia da parte dell’Adusbef (Associazione difesa utenti servizi bancari e finanziari), che ha già provveduto a presentare alla Procura della Repubblica diversi elementi a sostegno della sua tesi.


L’Adusbef, in particolare, ritiene che Enel si sia servita di diverse banche (Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Credit Suisse, Goldman Sachs, UniCredit, J.P. Morgan Chase, Morgan Stanley, Barclays, Bank of America e Banco Bilbao Vizcaya Argentaria) per convincere i risparmiatori a sottoscrivere delle azioni esclusivamente allo scopo di portare soldi nelle case della società e di fatto ingannando i consumatori dal momento che il prezzo di vendita è sempre stato definito dagli esperti eccessivamente elevato: i risparmiatori, infatti, hanno pagato le azioni ad un prezzo compreso tra 1,8 e 2,1 euro, solo durante l’ultimo giorno il prezzo di vendita è stato ribassato a 1,6 euro.

Altra cosa che non quadra, secondo l’Associazione, è la decisione di Enel di ribaltare le percentuali. Inizialmente, infatti, Enel doveva collocare l’85% delle azioni agli investitori istituzionali e il 15% ai piccoli investitori ma alla fine il 23% è andato agli istituzionali e il 77% ai piccoli investitori, influenzati soprattutto dai consigli delle banche. Una circostanza che porta a considerare l’ipotesi che il ribaltamento delle percentuali sia stato causato da un rifiuto a sottoscrivere le azioni da parte delle banche, che hanno preferito consigliarle ai risparmiatori piuttosto che acquistarle.

L’Adusbef, inoltre, ha chiesto che venga identificato il soggetto autore di un ordine di vendita di 1,55 euro, e quindi inferiore al prezzo di collocamento, arrivato a pochi secondi dal debutto del titolo e che ha causato una perdita di 548.000 euro in 25 secondi.

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