Euro a rischio per crisi Grecia, parola di Tremonti

by Redazione 1

Dopo l'allarme lanciato dall'agenzia di rating Moody's, secondo la quale i sistemi bancari europei sono seriamente a rischio, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti..

Dopo l’allarme lanciato dall’agenzia di rating Moody’s, secondo la quale i sistemi bancari europei sono seriamente a rischio, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha cercato di rassicurare gli italiani spiegando che il nostro sistema bancario è tra i più solidi d’Europa, questo però non vuol dire che l’Italia e che gli altri paesi europei siano immuni, il rischio c’è sempre.

La principale preoccupazione del ministro riguarda la moneta unica europea, che a causa delle difficoltà di Atene e dei timori di contagio continua a calare inesorbilmente nei confronti del dollaro, è necessario quindi non sottovalutare la crisi greca e agire in modo tempestivo ed efficace.


Secondo Tremonti, infatti, il solo sforzo di Atene non è sufficiente a far rientrare l’allarme, è necessario che tutti i paesi d’Europa agiscano insieme, uniti per un unico obiettivo. Rivolgendosi indiretamente alla Germania, poi, il ministro ha parlato di un ritardo di reazione da parte della politica, che ha aggravato la situazione dei mercati.


Nonostante la situazione sia molto seria Tremonti è riuscito anche ad individuare il lato positivo della vicenda, questa crisi a suo avviso sarà costruttiva per l’Europa perchè spingerà a prendere le misure necessarie affinchè una cosa del genere non si ripeta in futuro.

Riguardo al prestito da parte dell’Italia alla Grecia, in particolare, il ministro ha spiegato che trattandosi di un prestito gli effetti si avranno non sul deficit ma sul debito, in ogni caso se ne terrà conto nettizzando questo effetto nel quadro del patto di stabilità e si avrà un differenziale positivo per l’Italia, dato dalla differenza tra il tasso applicato alla Grecia e il costo della raccolta. I rimborsi da parte della Grecia sono destinati al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato mentre gli interessi all’entrata dello Stato.

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