Investire in bond europei nel 2013 secondo Fondaco Sgr

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La seconda parte del 2012 ha visto il mercato obbligazionario europeo spingere sull’acceleratore, grazie alla politica monetaria aggressiva portata avanti dalla Bce che ha rassicurato gli investitori sulla stabilità dell’euro

La seconda parte del 2012 ha visto il mercato obbligazionario europeo spingere sull’acceleratore, grazie alla politica monetaria aggressiva portata avanti dalla Bce che ha rassicurato gli investitori sulla stabilità dell’euro. Le minori tensioni sui titoli governativi della periferia europea hanno creato i presupposti per un incremento dell’appetito per il rischio, facendo aumentare il numero delle emissioni e dando un forte slancio alle quotazioni. Secondo Giulio Casuccio, responsabile gestioni quantitative e ricerca di Fondaco Sgr, non esiste un rischio bolla sui bond europei.

L’esperto, intervistato da Il Sole-24 Ore, non crede che nei prossimi mesi possano esserci violente correzioni dei prezzi, nonostante il boom registrato da fine luglio scorso. Tuttavia, Casuccio sottolinea che “qualche distorsione si è creata”. L’esperto ritiene che “il livello dei tassi francesi non rispecchia le incertezze dell’economia e forse anche in Germania i fondamentali macroeconomici non giustificano condizioni davvero troppo compresse”.

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Casuccio si aspetta un 2013 senza particolari stravolgimenti, ma durante il quale potrebbe esserci un aumento della volatilità. L’esperto ritiene che alla fine del 2013 il livello dei tassi non cambierà di molto rispetto ai valori di oggi, in quanto “in questo momento mancano destinazioni di investimento alternative che rispondano ala domanda di sicurezza”. Per i prossimi mesi Casuccio si aspetta un taglio dei tassi della Bce di 25 punti base.

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Il money manager invita alla cautela sui corporate bond e sulle obbligazioni high-yield, perché “la forbice rispetto ai tassi dei titoli governativi si sta progressivamente riducendo”. Sui bond governativi dell’area euro il gestore si aspetta un incremento della volatilità. In Italia molto dipenderà dall’esito delle elezioni, mentre in Spagna resta l’incognita del forte indebitamento delle regioni.

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