Risanamento, rinviata la decisione sul fallimento

by Redazione 1

La decisione relativa all'istanza fallimentare di Risanamento è stata rinviata dal Tribunale fallimentare di Milano al prossimo 15 ottobre..

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La decisione relativa all’istanza fallimentare di Risanamento è stata rinviata dal Tribunale fallimentare di Milano al prossimo 15 ottobre, quando verrà presa una decisione sia sull’istanza di fallimento che sul tema della procedibilità dell’istanza stessa. L’annuncio è stato dato dai Pm Laura Pedio e Roberto Pellicano che hanno provveduto ad informare i giornalisti al termine dell’udienza di oggi.

A seguito del rinvio dell’udienza, quindi, la società ha tempo fino al 6 ottobre per presentare una propria memoria aggiuntiva e su cui la Procura potrà eventualmente rispondere entro il 12 dello stesso mese.


Nonostante questo, tuttavia, il presidente di Risanamento Vincenzo Mariconda al termine dell’udienza ha affermato che il piano è quello depositato e che al momento non è prevista nessuna modifica. Mariconda, in particolare, ha affermato: “al momento non è prevista nessuna modifica perchè abbiamo ricevuto solo ieri il parere espresso dai magistrati“.


Nel corso della giornata di ieri la Procura di Milano ha confermato la richiesta di fallimento della società bocciando però il piano di salvataggio. Le motivazioni addotte parlano di incertezza sulle operazioni di vendita che dovrebbero generare cassa, risorse patrimoniali estremamente limitate, esclusione dal piano di alcune società del gruppo e mancanza della figura industriale a cui affidare la realizzazione dello sviluppo di Santa Giulia.

Il piano di salvataggio realizzato da Risanamento, quindi, ha portato la Procura a ritenere che si tratta soprattutto di un piano di liquidazione e non di una ristrutturazione.

Nel frattempo gli analisti consigliano una certa cautela sul titolo, tenendo bene d’occhio sia gli sviluppi sulla dichiarazione di bancarotta che le negoziazioni con le banche. Oggi in Borsa il titolo ha registrato un un +4,31% a 0,5080 euro dopo essere stato sospeso dalle contrattazioni per eccesso di rialzo.

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