Risanamento aggiornamenti su offerta vincolante Idea Fimit

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Il Consiglio di Amministrazione della Risanamento S.p.A., società quotata in Borsa a Piazza Affari, si è riunito venerdì scorso, 7 giugno del 2013, sotto la presidenza dell’Avvocato Daniele Discepolo. All’ordine del giorno c’è stato l’esame dell’offerta vincolante che, presentata da Idea Fimit Sgr, riguarda l’operazione di acquisizione di Milano Santa Giulia attraverso l’apporto ad un Fondo di nuova costituzione.

Esito aumento di capitale Risanamento

L’aumento di capitale da 150,28 milioni di euro di Risanamento si è concluso venerdì scorso, la società ha fatto sapere che è stato sottoscritto il 72,19% del totale delle azioni offerte, per un controvalore complessivo pari a 108,48 milioni di euro. I diritti non esercitati, pari al restante 27,81% per un controvalore di 41,79 milioni di euro, saranno offerti in Borsa tra il 14 e il 18 febbraio.

L’operazione rientra nell’ambito della ristrutturazione della capogruppo e di alcune società facenti parte del gruppo stesso, grazie alla quale Risanamento è riuscita a d arrivare ad un accordo con le banche creditrici a settembre 2009.

Aumento di capitale Risanamento approvato

Nella giornata di ieri è stato approvato dal consiglio di amministrazione di Risanamento il nuovo piano di ristrutturazione del gruppo, resosi necessario per risolvere il problema Santa Giulia.

Il nuovo progetto verrà suddiviso in tre tranche praticamente, iniziando dalla copertura delle perdite maturate a seguito del fondo rischi legato al tema bonifiche, proseguendo con un nuovo aumento di capitale ed infine con la rimodulazione del prestito convertendo.

Aumento di capitale Risanamento da 150 milioni di euro

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E’ arrivato il via libera dall’assemblea straordinaria di Risanamento, che potrà ora procedere all’aumento di capitale previsto dal piano di salvataggio, già omologato lo scorso autunno dal Tribunale di Milano.

Ricordiamo infatti che nell’autunno scorso fu la Procura di Milano a presentare istanza di fallimento per il gruppo immobiliare, che presentava quasi 3 miliardi di euro di debiti ed era in crisi di liquidità.

Aumento di capitale Risanamento entro settembre

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Risanamento è una delle società che più ha sentito la crisi nell’economia italiana, infatti secondo quanto emerso da una relazione informativa depositata dal Consiglio di Amministrazione del gruppo in vista dell’assemblea di fine gennaio, Risanamento chiuderà l’anno 2009 con 250 milioni di perdite, un risultato peggiore anche di quello del 2008, quando furono 213 milioni le perdite.

L’assemblea che si terrà il 29-30 gennaio servirà al gruppo per decidere sull’aumento di capitale da 150 milioni di euro, ma anche sul prestito convertendo da 350 milioni, previsto nel piano di salvataggio del gruppo.

Nuovo CdA Risanamento

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Nella giornata di ieri è stato nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione di Risanamento, nel quale è stato confermato Vincenzo Mariconda come presidente.

Nelle prime ipotesi il CdA doveva essere composto da 11 membri ma dopo la rinuncia da parte di Luigi Ragno si è passati a soli 10, che saranno: Mario Massari, Claudio Calabi, Massimo Mattera, Alessandro Cortesi, Carlo Pavesi, Luca Arnaboldi, Anna Maria Ruffo, Matteo Tamburini e Ciro Piero Cornelli.

Bilancio Risanamento primi 9 mesi 2009

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Dopo aver chiuso in modo tutto sommato buono le contrattazioni di borsa a Piazza Affari, in rialzo dell’1,73% a quota 0,4985 euro per azione, sono stati rilasciati i risultati dei primi nove mesi del 2009 di Risanamento, che non sono propriamente migliorati.

Il risultato netto è di 213,2 milioni di euro, in aumento del 26% rispetto ai 168,6 milioni dei primi nove mesi del 2008. Il risultato operativo segna un negativo di 52,35 milioni che equivale a -112% rispetto ai 24,73 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente.

Nuova linea di credito per Risanamento

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Le banche che partecipano al piano di salvataggio di Risanamento hanno comunicato la loro intenzione di concedere l’apertura di un’ulteriore linea di credito da 76 milioni di euro a favore del gruppo immobiliare che attualmente si trova in stato di amministrazione controllata.

Le banche di cui parliamo sono Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banca Popolare di Milano, Banco Popolare e Banca Monte dei Paschi di Siena, tutti istituti che hanno scelto di aderire all’accordo di ristrutturazione del debito di Risanamento e che hanno espresso parere positivo per l’apertura di un ulteriore linea di credito, decisione che deriva anche dalla necessità di fornire ulteriori garanzie, soprattutto dopo la contestazione da parte dell’Agenzia delle Entrate dell’Iva relativa ad alcune transazioni immobiliari di trading.

Risanamento, rinviata la decisione sul fallimento

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La decisione relativa all’istanza fallimentare di Risanamento è stata rinviata dal Tribunale fallimentare di Milano al prossimo 15 ottobre, quando verrà presa una decisione sia sull’istanza di fallimento che sul tema della procedibilità dell’istanza stessa. L’annuncio è stato dato dai Pm Laura Pedio e Roberto Pellicano che hanno provveduto ad informare i giornalisti al termine dell’udienza di oggi.

A seguito del rinvio dell’udienza, quindi, la società ha tempo fino al 6 ottobre per presentare una propria memoria aggiuntiva e su cui la Procura potrà eventualmente rispondere entro il 12 dello stesso mese.

Chiuso l’accordo tra Chrysler e Fiat

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L’ultimatum che Barack Obama ha lanciato a Chrysler ha sortito senza dubbio i suoi effetti. Come ricordiamo, infatti, il presidente degli Stati Uniti aveva condizionato gli aiuti richiesti dalla casa automobilistica americana alla sottoscrizione dell’accordo tra Chrysler e Fiat, accordo che prevedeva una partecipazione del 35% di Fiat in cambio dell’apporto di nuove tecnologie atte a rendere le vetture Chrysler più competitive e in grado di far si che l’azienda riesca ad evitare il fallimento e ad uscire dalla crisi, nonchè a riconquistare una fetta consistente del mercato automobilistico.

I 30 giorni di tempo concessi da Barack Obama, tuttavia, si sono rivelati più che superflui. Chrysler, infatti, ha reso noto di aver sottoscritto l’accordo con Fiat e anche se alcuni dettagli devono essere ancora perfezionati il più è stato già deciso.

Obama respinge i piani presentati da Chrysler e General Motors

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Per i colossi automobilistici americani gli aiuti statali sembrano allontanarsi sembra di più. La task force designata dal presidente Barack Obama, infatti, ha bocciato il piano di ristrutturazione prospettato da Chrysler e General Motors definendolo assolutamente incapace di garantire alle due aziende un risanamento della loro situazione finanziaria.

Il piano di recupero di General Motors, in particolare, prevede una richiesta di ulteriori 16,6 miliardi oltre ai 13,4 già incassati e, allo stesso tempo, prevede un drastico taglio dei costi, ossia il licenziamento di 47.000 posti di lavoro, la chiusura di diversi impianti, e la vendita di alcuni marchi come Saturn e Hummer.