L’analisi del mercato azionario continua ad essere in primo piano, un’analisi che va dall’Istat regstra indice al massimo in Italia e UE a Spread a 265 per la tensione politica. Ma queste non solo le uniche analisi che al giorno d’oggi sembrano interessare agli azionisti. Continua ad aumentare la differenza tra gli stipendi dei top manager e il valore creato per gli azionisti. Un disavanzo che aumenta e non sembra nemmeno fermarsi. A confermare questa tesi sono i dati degli ultimi tre anni. Infatti in questo lasso di tempo la remunerazione per incentivi (ovvero la remunerazione per azioni e stock option) delle prime 98 società italiane quotate in borsa, parlando dei loro vertici, è aumentata del 104%. Un aumento della remunerazione per incentivi del 104% che si scontra con la crescita del valore degli azionisti, una crescita che registra un 14,48%, un 14,48% misurato dalle quotazioni di Borsa. È vero che non sono mancati dei miglioramenti, seppur minimi se si pensa al divario che c’è tra la remunerazione per incentivi del 104% e il 14,48% della crescita del valore degli azionisti. Questi miglioramenti sono reperibili in quella che è la trasparenza degli obiettivi fissati, obiettivi che permettono un chiaro aumento della ragionevolezza dei parametri utilizzati per fissare le indennità di fine rapporto e l’ottenimento dei bonus.
Il divario di cui si è parlato sopra è stato sottolineato dallo studio Pay on Performance, studio realizzato da Frontis Governance, una società che si occupa nell’analisi della governance societaria per tutelare gli interessi degli azionisti. Il tema principale dello studio in questione è stato proprio quello dei divari. Nel 2012 la Borsa ha registrato una performance che si aggira sull’8%. Le retribuzioni comprensive degli incentivi e della parte fissa, ovvero le retribuzioni complessive medie dei Chief Executive Officer sono cresciute del 27,5%, arrivando a 2,3 milioni di euro contro gli 1,8 milioni dell’anno precedente.