Il Tesoro ha collocato BTP a differenti scadenze offrendo rendimenti ancora in ribasso. Dopo l’assegnazione di Bot a 12 mesi, anche i titoli a medio e lungo termine venduti in asta durante i giorni scorsi hanno fatto registrare rendimenti più basi rispetto alle precedenti offerte.

Si è conclusa stamattina la tre giorni di collocamento di titoli di stato del Tesoro italiano, che tra martedì e mercoledì aveva già piazzato sul mercato CTZ biennali (leggi anche
Dopo il collocamento dei BOT annuali e dei BOT flessibili a 160 giorni avvenuto ieri, con un nuovo sold out per il Tesoro (9,5 miliardi di euro) ma anche con tassi in crescita sulla scadenza annuale oltre l’1%, oggi è toccato ai Buoni del Tesoro Poliennali (BTP), con durata a 3 e 30 anni, e ai Certificati di Credito del Tesoro indicizzati all’Euribor (CCTeu) con scadenza quinquennale. A due giorni dal downgrade di Standard & Poor’s sul rating sovrano dell’Italia, i tassi sui titoli di stato hanno mostrato solo parzialmente dei segnali di tensione.
Il Tesoro italiano ha completato questa mattina la terza emissione obbligazionaria governativa della settimana, chiudendo i collocamenti dei titoli di stato per il mese di giugno. Dopo aver piazzato Ctz, Btp€i e Bot semestrali, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha venduto anche i Btp a 5 e 10 anni. Il collocamento è avvenuto in una fase di mercato poco favorevole per i bond pubblici, come dimostrato dal forte rialzo dei rendimenti in asta per Bot e CTz, che hanno visto i tassi raddoppiare rispetto all’emissione del mese precedente.
Giornata positiva per le borse nonostante il calo inatteso del pil americano del primo trimestre, cresciuto decisamente al di sotto delle aspettative. A Piazza Affari l’indice azionario italiano FTSE MIB è riuscito a rimbalzare dall’area di supporto di 15mila punti, mettendo a segno un rialzo del 2,03% a 15.363 punti. Due giorni fa l’indice era sceso sui livelli più bassi degli ultimi 7 mesi, trascinato dalla debolezza dei titoli bancari e dal forte rialzo dello spread. Ieri il titolo migliore è stato Banca Mps, che è salito dell’8,86% a 0,2039 euro.


La giornata di ieri ha sorriso alla maggior parte dei titoli bancari quotati sul listino azionario milanese FTSE di Piazza Affari. Tra questi c’è una delle big del settore in Italia, ovvero Unicredit. Le azioni della banca di Piazza Cordusio hanno registrato un rialzo del 2,5% a 3,94 euro, dopo una discesa intraday fino a 3,742 euro. Il titolo è sceso sui livelli più bassi da quasi due mesi, ma poi è riuscito a rimbalzare dall’area di supporto di 3,75 euro salendo fino a poco sotto 4 euro.
Pesante discesa per Piazza Affari, che anche ieri ha chiuso la seduta di borsa in ribasso. A pesare sull’indice azionario milanese FTSE MIB, che ha registrato un calo dell’1,61% a 16.024 punti, è il clima di incertezza legato alla legittimità dello scudo anti-spread della Bce, che finora è stato la vera ancora di salvataggio per i paesi europei più deboli come l’Italia per restare al riparo dagli assalti della speculazione internazionale. I continui attacchi della Bundesbank e l’attesa per il giudizio della Corte di Karlsrue hanno generato forti vendite.