General Motors preferirebbe Magna a Fiat

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Sono filtrate le prime indiscrezioni per quanto riguarda il futuro di General Motors e sulla scelta dell’offerta tra le tre presentate (Fiat, Magna, Ripplewood) ritenuta la migliore.

Come dichiarato anche dal presidente Fiat, Luca di Montezemolo, non ci vorrà molto tempo per avere una risposta definitiva dal gruppo di Detroit, si stima un’attesa di 7-10 giorni prima di avere una scelta dal Governo tedesco sul futuro di Opel, Montezemolo ha detto che sugli stabilimenti si deciderà qualcosa a bocce ferme.

Il futuro di GM si decide nei prossimi giorni

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Nella giornata di ieri il sindacato Uaw (United Auto Worker) ha inviato una e-mail ai lavoratori del gruppo General Motors che parla del futuro della casa stessa.

Come ben sappiamo, General Motors deve prendere una decisione definitiva entro il 1 giugno, questo porterà sicuramente GM a trattare con il sindacato Uaw nelle prossime settimane per mettere a punto il piano per il futuro dell’azienda, come previsto dal presidente Obama.

Le complicazioni del piano Fiat-Opel

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Roland Koch, governatore dell’Assia si augura una trattativa “rapida” tra Fiat e Opel in modo da poter prendere una decisione “equa” soprattutto alla luce delle ultime indiscrezioni che vorrebbero anche il gruppo canadese facente capo a Magna intenzionato all’acquisizione del gruppo tedesco dipendente da GM.

La casa del Lingotto dovrebbe presentare la tanto sospirata offerta a Opel in tempi “brevi”, ha dichiarato Sergio Marchionne. Mentre Ulrich Wilhelm, portavoce del governo tedesco, si è lasciato sfuggire come interessata all’operazione ci sia anche la società russa Gaz affiancata dalla banca Sberbank.

General Motors: investimenti

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General Motors, principale produttore di automobili del mondo, ha dichiarato che investirà circa 445 milioni di dollari per la costruzione di una fabbrica di motori diesel in Thailandia, rafforzando contestualmente le proprie unità dedite all’assemblaggio.

L’operazione, sostiene la compagnia, si è resa necessaria al fine di supportare la crescente domanda asiatica.

Nella regione Sud-Asiatica, infatti, le vendite stanno crescendo ad un ritmo vicino al 10% annuo: un trend di sviluppo che contrasta nettamente con quello che è l’attuale andamento della domanda domestica, con il mercato statunitense che rimane da mesi in una situazione di evidente difficoltà.