
L’outlook, in particolare, prevede che nel 2011 la raccolta pubblicitaria segnerà una partenza debole e un buon recupero nella seconda parte dell’anno, per una raccolta complessiva che secondo Mediobanca registrerà una flessione dell’1,6%.
L’outlook, in particolare, prevede che nel 2011 la raccolta pubblicitaria segnerà una partenza debole e un buon recupero nella seconda parte dell’anno, per una raccolta complessiva che secondo Mediobanca registrerà una flessione dell’1,6%.
Secondo quanto rilevato da Nielsen nei primi sette mesi dell’anno il mercato ha registrato una crescita del 4,9%, per un fatturato complessivo che supera i cinque miliardi di euro.
I dati sono stati diffusi mediante una nota in cui viene sottolineato che l’anno è iniziato positivamente, ma la ripresa non è ancora stabile e permane un sentimento di diffusa incertezza, per questo la previsione di chiusura 2010 è limitata ad una crescita del +2%. In ogni caso l’esercizio 2010 sarà comunque positivo rispetto al 2009, considerato l’anno peggiore nel settore degli investimenti in pubblicità e comunicazione, durante il quale c’è stata una flessione pari al 13%.
In ogni caso l’amministratore delegato ha sottolineato come la prudenza sia ancora d’obbligo, a suo avviso il 2010 sarà ancora un anno di forti sacrifici, nonostante gli investimenti pubblicitari abbiano mostrato un miglioramento sia in Italia che in Spagna la situazione debitoria della società è rimasta praticamente invariata rispetto allo scorso anno. Inoltre vi è a suo avviso una bassissima visibilità sulla raccolta pubblicitaria, soprattutto per quanto riguarda i quotidiani.
Stilli ha anche sottolineato che in un contesto difficile come quello attuale non è affatto trascurabile la contenuta flessione della diffusione del Corriere della Sera a seguito dell’aumento del prezzo che da gennaio è stato portato da 1,00 euro e 1,20 euro. Bene anche i libri che nei primi tre mesi dell’anno hanno registrato un incremento delle vendite del 25% circa, soprattutto in Francia.
Le previsioni dell’Upa (Utenti pubblicità associati) parlano infatti di un segnale positivo manifestato all’inizio dell’anno, anche se si tratta solo di una lieve ripresa.
A far ben sperare è soprattutto il comparto dei quotidiani che secondo le stime solo in questi due Paesi nel primo trimestre dell’anno dovrebbe far registrare un incremento del 5% circa, anche per i magazine è prevista una crescita, sebbene in misura inferiore. Se si considera l’intero 2010, invece, le previsioni vedono una crescita complessiva del 3% in Italia e del 7% in Spagna.
I dati relativi ai primi undici mesi del 2009 mostrano un ulteriore diminuzione degli investimenti pubblicitari rispetto allo stesso periodo del 2008, per riuscire a capire che la ripresa è in atto anche per questo settore bisogna infatti considerare esclusivamente i dati di novembre.
L’editoria è uno dei settori più colpiti dalla crisi economica, soprattutto sul fronte degli investimenti pubblicitari che sono drasticamente calati a fronte del fatto che le aziende trovandosi costrette a tagliare i costi hanno preferito ridurre o eliminare del tutto gli investimenti nel settore pubblicitario.
Questa situazione, quindi, crea un deficit inevitabile per tutti coloro che fanno della pubblicità una fonte di guadagno, proprio come il gruppo editoriale L’Espresso che ha annunciato un taglio dei costi dovuto al cambiamento delle condizioni del mercato e al decremento dei ricavi legati agli investimenti pubblicitari.
Nel primo semestre 2009, in particolare, si è registrato il calo più pesante, ossia il 18% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, un risultato che va confrontato con quello analogo di altri paesi, tra cui il -13,5% del Regno Unito, il -12% degli Stati Uniti e il -19% della Spagna. Da questo punto di vista, invece, hanno retto meglio alla crisi economica paesi come la Germania (-1,5%) e la Francia (-3%).