Magna migliora l’offerta per Opel

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La questione dell’acquisizione di Opel si fa sempre più complicata per Fiat, dopo che la casa canadese Magna ha rivisto e migliorato la propria offerta prevedendo un piano che ha come obiettivo di ripagare i debiti in tempi brevi.

Anche il settimanale tedesco Die Zeit ha riportato online la proposta canadese: “Almeno il 30 per cento dell’utile netto sarà utilizzato per ripagare l’indebitamento garantito dalla mano pubblica. Fino alla cancellazione dell’intero indebitamento non verrà pagato alcun dividendo agli azionisti.”

Stando a quanto propone Magna lo stato si impegnerebbe con garanzie sul debito (5 anni) per un importo pari a 4,5 miliardi di euro. Il gruppo Magna sostiene che riuscirebbe ad estinguere il debito e il pagamento dei relativi interessi in cinque anni appunto.

General Motors preferirebbe Magna a Fiat

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Sono filtrate le prime indiscrezioni per quanto riguarda il futuro di General Motors e sulla scelta dell’offerta tra le tre presentate (Fiat, Magna, Ripplewood) ritenuta la migliore.

Come dichiarato anche dal presidente Fiat, Luca di Montezemolo, non ci vorrà molto tempo per avere una risposta definitiva dal gruppo di Detroit, si stima un’attesa di 7-10 giorni prima di avere una scelta dal Governo tedesco sul futuro di Opel, Montezemolo ha detto che sugli stabilimenti si deciderà qualcosa a bocce ferme.

Fiat scatenata in borsa

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L’attenzione del mondo automobilistico e non è tutta indirizzata su Fiat in questo momento, e sul suo capo esecutivo Sergio Marchionne, il quale ieri è stato in Germania per presentare ad Opel la proposta del gruppo torinese.

Dopo aver raggiunto l’accordo con l’americana Chrysler ora Marchionne intende creare il secondo più grande gruppo automobilistico mondiale, in grado di vendere 6/7 milioni di auto all’anno.

Il Lingotto smentisce le dichiarazioni di Vitali

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Mancano solo pochi giorni alla scadenza dell’ultimatum lanciato da Obama ma da Fiat non arriva alcun segnale che sia in grado di far comprendere l’andamento delle trattative. Il lingotto, infatti, si limita a ribadire che le trattative sono in corso e che al momento non è possibile fare previsioni nè sulle tempistiche nè sull’esito finale.

Tuttavia, a rompere il ghiaccio e a fornire qualche informazioni in più sulle trattative serratissime ci ha pensato un sindacalista italiano. Stiamo parlando di Bruno Vitali, responsabile auto della Fim-Cisl, recatosi ieri a Detroit per incontrare Ron Gettelfinger, il leader della United Auto Workers. Il sindacalista, infatti, a fine giornata si è detto più che ottimista sull’esito dell’incontro.

General Motors si avvicina alla bancarotta e Sergio Marchionne al ruolo di AD Chrysler

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General Motors appare sempre più vicina alla bancarotta e i più danno già per spacciata l’azienda, nonostante la casa costruttrice americana ha ancora un mese di tempo per presentare un piano di ristrutturazione valido che sia in grado di convincere il governo americano a concedere gli aiuti richiesti.

La sfiducia arriva soprattutto dall’amministrazione Obama che ha fatto sapere di essere già al lavoro per realizzare una bancarotta rapida ed efficace nel caso in cui General Motors non riesca a dimostrare di poter tornare ad essere solvibile, circostanza sicuramente non sperata dai contribuenti americani a cui la bancarotta del colosso automobilistico comporterebbe un’aggravio di spesa quantificato in una cifra compresa tra i 5 e i 7 miliardi di dollari.

Rimbalzo Fiat probabile dopo settimana da rally

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Dopo aver toccato quota 6,70 euro per azione durante il mese di novembre il titolo fiat, attraverso una serie di parabole di concavità verso il basso e concavità verso l’alto, aveva toccato addirittura quota 3,5 euro per azione, ma grazie all’annuncio di Sergio Marchionne di procedere con l’acquisto del gruppo Chrysler senza però investirci nemmeno un euro, il titolo nell’ultima settimana è riuscito a guadagnare, attraverso performance del 27% e a posizionarsi a 6,85 recuperando in un paio di sedute tutto quello che era stato perso nei mesi scorsi.

Chiuso l’accordo tra Chrysler e Fiat

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L’ultimatum che Barack Obama ha lanciato a Chrysler ha sortito senza dubbio i suoi effetti. Come ricordiamo, infatti, il presidente degli Stati Uniti aveva condizionato gli aiuti richiesti dalla casa automobilistica americana alla sottoscrizione dell’accordo tra Chrysler e Fiat, accordo che prevedeva una partecipazione del 35% di Fiat in cambio dell’apporto di nuove tecnologie atte a rendere le vetture Chrysler più competitive e in grado di far si che l’azienda riesca ad evitare il fallimento e ad uscire dalla crisi, nonchè a riconquistare una fetta consistente del mercato automobilistico.

I 30 giorni di tempo concessi da Barack Obama, tuttavia, si sono rivelati più che superflui. Chrysler, infatti, ha reso noto di aver sottoscritto l’accordo con Fiat e anche se alcuni dettagli devono essere ancora perfezionati il più è stato già deciso.

Fallimento General Motors

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I vertici di General Motors hanno espresso seri dubbi sulla capacità dell’azienda di sopravvivere ulteriormente ed evitare il fallimento. Il colosso americano, nel 2008, ha registrato perdite per un ammontare complessivo di 30,9 miliardi di dollari, perdite gravissime mai registrate in tutta la storia della casa automobilistica.

Il futuro dell’azienda, quindi, è inevitabilmente nelle mani del governo americano e nella sua decisioni di concedere o meno gli aiuti richiesti. In caso risposta negativa la società si troverebbe costretta a seguire la procedura indicata della legge fallimentare attualmente in vigore in america, cercando di preservare così l’attività aziendale ed, eventualmente, procedere alla liquidazione.

FIAT punta agli USA

logo della società holding fiat group

Quello che stiamo attraversando è un momento non semplice per il settore automobilistico europeo. Nelle sedute di ieri, causa l’aumento del prezzo del petrolio, le quotazioni ne hanno un po’ risentito.

Nonostante questo, la FIAT non si lascia scoraggiare e l’AD Sergio Marchionne ha rilasciato delle interessanti dichiarazioni.