Papademos e Trichet: crescita fermata dalla recessione internazionale

La prima parte della giornata di ieri ha visto un dollaro molto forte nei confronti di tutte le valute. Il dato relativo al settore non manifatturiero ha sorpreso tutti salendo a 40.6 nel mese di Dicembre rispetto al 37.3 registrato precedentemente. Il rapporto ad esso connesso ha anche mostrato una situazione di lenta ripresa con nuovi ordini, occupazione in aumento e nuovi ordini per esportazioni ma ció non toglie che la situazione sia ancora molto negativa e la ripresa non sembra imminente.

Gli ordini all’industria sono invece calati del 4.6% per la quarta volta consecutiva e ci sono segnali per prossimi ulteriori cali di questo indice. Inoltre i dati relativi al settore Immobiliare fanno presagire ulteriori cali per il 2009 e anche il rapporto del FOMC non fa che confermare tale possibilitá. Nelle prossime ore verrá comunicato l’ADP, dato relativo all’occupazione e potrá darci una prima indicazione su quale potrebbe essere il dato da attendersi in vista dei NFP di venerdi e sebbene questo dato non sia in genere particolarmente market mover potremmo attenderci delle speculazioni legate a questo valore.

La befana porta bene al dollaro

moneta da mezzo dollaro d\'argento sul new york times

Il dollaro ha guadagnato ieri nei confronti dell’Euro, del franco svizzero e dello Yen ma ha perso nei confronti del GBP. Una serie di elementi possono aver contribuito a questo rafforzamento del USD e tra questi va enunciato un piano fiscale di 300 miliardi di USD annunciato dal presidente eletto Obama che va inserito nel piano da 775 miliardi di USD previsto precedentemente.

La recessione non da ancora segnali di rallentamento e questa situazione di crisi iniziata dal Dicembre 2007 sembra che si prolungherá per buona parte del 2009. La giornata di oggi potrebbe essere molto interessante con movimenti di rilievo dopo la pubblicazione delle condizioni del settore non manifatturiero.

Questo dato é di importanza elevata poiche rappresenta il 70% dell’attivita economica degli USA e include il settore finanziario, I servizi ed il dettaglio.

Settimana burrascosa per il dollaro

Il dollaro si trovava al limite di alcuni valori che potevano aprire forti rialzi all’apertura dei mercati e il ritorno alla liquiditá sui mercati potrá aprire forti rialzi ad inizio settimana. Sono previsti durante questa settimana una serie di eventi a rischio che potrebbero far realizzare movimenti imponenti.

In questo inizio d’anno potrebbero cambiare le attitudini degli investitori che negli ultimi 3 mesi del 2008 cercavano di invesire in asset meno rischiosi e cercavano di capire dove si potevano indirizzare in questa situazione di recessione. Probabilmente cambierá la situazione in questo primo trimestre in cui dovrebbe tornare ad esserci maggiore liquiditá.

In questa settimana I dati che dovranno essere seguiti con maggiore interresse sono quelli relativi ai Non Farm Payrolls che verranno pubblicati venerdi. L’ultimo dato é stato molto negativo indicando la perdita di lavoro per mezzo milione di americani. Sará importante vedere questo dato e vedere gli effetti sulla spesa e sul credito al consumo.

3 milioni di precari in Italia

In Italia ci sono il 16,9% in più di precari di 5 anni fa, lo rileva la Cgia di Mestre. A Settembre 2008 erano 2.812.700.

Il 33% di questi precari, ovvero 940.400 , si trova nel Sud dell’Italia. Nel Centro sono 606.000, il 21,5%, mentre al Nord 573.700.

Andamento dollaro americano nel 2009

Iniziamo oggi un nuovo anno di contrattazioni. Un anno che si preannuncia pieno di occasioni e che cercheremo di cogliere in modo proficuo. Il dollaro americano ha guadagnato nella seconda parte di quest’anno parecchio nei confronti della maggior parte delle valute in un contesto dominato dal rischio costantemente.

É probabile che questo avverrá anche nei prossimi 12 mesi ma l’andamento di questa recessione e la capacitá di reagire a questa situazione di crisi deciderá chi avrá affrontato nel miglior modo questa situazione. La volatilitá di quest’anno sul forex é stata a livelli record e potrá caratterizzare alcuni periodi di quest’anno.

Mercoledi i jobless claims sono stati meglio del previsto ma questo dato non deve trarre in inganno trovandoci ora in un periodo di vacanza e riteniamo si dovrá aspettare i dati di Gennaio per capire bene lo stato delle cose.

2,6 miliardi spesi per Capodanno a tavola

Secondo Coldiretti per festeggiare l’arrivo del 2009, le famiglie Italiane, hanno speso complessivamente 2,6 miliardi di Euro in tavola. Questo valore comprende anche i ristoranti e tutti quei locali dove verrà festeggiato l’ultimo dell’anno.

E’ molto interessante sapere che nel 98% dei casi gli spumanti più richiesti sono di origine Italiana.

Chiusura in ribasso del dollaro dovuto alla bassa liquidità

La bassa liquiditá sui mercati é stato uno dei motivi principali per i quali il dollaro ha chiuso in ribasso meno di quanto avrebbe potuto a causa dei peggiori dati sulla fiducia dei consumatori a partire dal 1967.

L’indice infatti ha fatto registrare un valore pari a 38 in calo dal 47.7 precedente dimostrando che i consumatori non vedono ancora la luce alla fine del tunnel. Da questo dobbiamo dedurre che una contrazione dei consumi nei prossimi mesi é possibile e allo stesso tempo non ci si dovrá stupire se I dati relativi all’occupazione risultassero peggiori di quanto giá non siano.

In qualche modo I continui tagli dei tassi da parte della FED stanno limitando I danni in un contesto nero. Attendiamo per oggi I dati sui jobless claim e successivamente per venerdí quelli relativi alle condizioni del settore manifatturiero nel mese di Dicembre che potrebbero toccare e superare i minimi del Maggio 1980.

Qualità della vita: Risultati per il 2008

Aosta prima, Caltanissetta ultima: è questo il risultato della classifica 2008 sulla “Qualità della vita nelle province italiane”, realizzata dal Sole24Ore.

I risultati sono realizzati tenendo conto dei seguenti dati: tenore di vita; affari e lavoro; servizi, ambiente e salute; ordine pubblico; popolazione; tempo libero.

Consumati 2,5 Miliardi di cibo per Natale

Il Natale è appena passato ed è il punto di fare la situazione sulle spese di tutti gli Italiani: 23 milioni di famiglie hanno speso in totale circa 2,5 Miliardi di Euro per cibo e bevande. E’ il bilancio della Coldiretti sui consumi alimentari delle feste.

Scendendo più nel dettaglio possiamo andare ad analizzare le rispettive spese. In genere si va dai cappelletti in brodo della Romagna al cappone in Piemonte, dai Canederli in Trentino alla minestra di cardi in Abruzzo, dal pandolce in Liguria alla Pizza de Nata’ nelle Marche.

Allarme: il 5% delle famiglie non ha i soldi per mangiare

Il 5,3% delle famiglie italiane, nel 2007, ha ammesso di aver avuto periodi di «insufficenza monetaria per l’acquisto di cibo». Il dato emerge dall’indagine dell’Istat sulla distribuzione del reddito e le condizioni di vita in Italia.

Si tratta di un vero e proprio allarme, poichè, alle fine del 2006, le famiglie in tali condizioni erano il 4,2%. La situazione è critica soprattutto nelle famiglie in cui vi sono tre o più figli, in quelle monoparentali e degli anziani.

Confindustria vede nero

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L’ultimo rapporto diffuso dal Centro Studi di Confindustria sembra dipingere un bollettino di guerra. E, in effetti, è dalla fine della Seconda Guerra Mondiale che non si vedeva una tale crisi per l’economia italiana, almeno secondo le foschissime previsioni degli analisti della principale associazione imprenditoriale del nostro Paese.

Molti i dati che vengono offerti in stima nel rapporto, e sono davvero uno peggio dell’altro. Il primo e principale, da cui derivano tutti gli altri, è il valore negativo della crescita del prodotto interno lordo: cioè la recessione, per utilizzare un termine che era di uso strettamente tecnico fino a pochi mesi fa e che oggi è divenuta purtroppo una delle parole più comuni del linguaggio corrente.

Dal Vaticano lezioni di economia

papa

Nella giornata di ieri si è tenuta nella sede milanese dell’Università Cattolica, in una’Aula Magna gremita e tirata a lucido, l’inaugurazione dell’Anno Accademico, a cui ha presenziato il Ministro del Tesoro Tremonti. Non prestando attenzione alla manifestazione che si teneva negli stessi minuti al di fuori dell’ateneo, a cui vi ha preso parte anche il Nobel Dario Fo, l’On. Tremonti ha enucleato le proprie idee sull’attuale crisi, paragonandola ad un videogioco in cui esistono vari livelli da passare, ognuno col proprio mostro, e in questo caso gli avversari sarebbero carte di credito, bancarotte delle società, ed infine, last but absolutely not least, i derivati.

Il Ministro della Repubblica trova inoltre un profeta dell’attuale crisi, identificandolo in colui che oggi è Papa, ma che nel 1985 scrisse “Church and Economy” in cui era teorizzato il collasso del mercato e l’implosione dell’economia su se stessa.

Inizia la crisi anche in Islanda

islanda sotto i ghiacci

Nel caso qualcuno pensasse che Paesi più isolati dall’economia mondiale come l’Islanda fossero immuni dalla crisi che ha e sta investendo tutti i mercati, alla luce degli ultimi eventi accaduti in quel di Reykjavík, ove 6mila persone hanno manifestato contro il governo attuale, chiedendone la destituzione a suon di uova e pomodori lanciati contro il Parlamento guidato da Geir Haarde, deve assolutamente ricredersi.

Il Paese, ritenuto fino a poco tempo fa un modello economico per tutti gli altri Stati, è stato messo in ginocchio dalle tre Moire dell’economia: crescita della disoccupazione, inflazione balzata d’un sol colpo al 15% e un rialzo impressionante dei tassi d’interesse, i quali hanno toccato quota 18%. I 300mila abitanti della Nazione più isolata d’Occidente sono esasperati, e auspicano che la situazione possa essere risolta dall’intervento del FMI. Identico desiderio quello divisato dai Lettoni, i quali devono confrontarsi con un crollo vertiginoso del PIL, che porterà dal +10,3% dell’anno che sta per finire, al drammatico –3% previsto per l’anno venturo.

Crollo di New York, bene lo Yen giapponese

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La giornata di ieri ha dimostrato ulteriore debolezza sul mercato soprattutto in seguito alla dichiarazione di Paulson che ha affermato che il governo non acquistera I mutui non liquidi. Ció ha fatto crollare la borsa di New York e ha fatto volare il JPY. Questo ha dato la riprova che gli investitori non hanno fiducia nella situazione economica attuale e soprattutto nel sistema bancario. Sulla base di questa considerazioni riteniamo si debba continuare a tenere in considerazione questa correlazione inversa tra JPY (ed in generale valute a basso rendimento) e Dow Jones.

Il USD é salito nei confronti della maggior parte delle valute, eccetto lo JPY, dando prova dello stato di salute dei mercati finanziari che ancora fatica a riprendersi dalla situazione di crisi attuale. Gli investitori continuano a dare segnali di ricerca di asset sicuri e l’andamento del USD ne é la prova.

Il GBP é sceso per la prima volta dal 2002 sotto 1.50 e il rapporto sull’inflazione in cui si legge una revisione delle previsioni sulla crescita e sull’inflazione al ribasso. La BOE ha previsto che l’economia si contrarra e I dati saranno ben al di sotto del 2% obiettivo di crescita e forse ci si potrebbe attendere dei dati negativi. Si sottolinea inoltre come ci sia il rischio di deflazione che potra essere evitato solamente con ulteriori tagli di tassi e il Governatore della BOE ha dichiarato che I tassi potrebbero scendere molto al di sotto dei livelli attuali. Il GBP/USD ha terminato il giorno sopra 1.49 e le aspettative per I tassi potrebbero far scendere ulteriormente I valori al di sotto. La prossima zona di supporto si situa in prossimita di 1.4680/147.