Titolo Barclays bocciato da UBS

UBS ha tagliato oggi il suo rating su Barclays portandolo da “buy” a “neutral” e il target sul prezzo da 380 a 348 pence. A spingere la banca d’affari a rivedere al ribasso la sua raccomandazione sul titolo della rivale britannica sono stati soprattutto i risultati semestrali pubblicati ieri e che pare abbiano deluso quelle che erano le attese di UBS.

UBS, in particolare, ha evidenziato che nei primi sei mesi dell’anno i costi di Barclays sono saliti mentre i ricavi hanno registrato un calo che ha riguardato quasi tutte le principali divisioni, eccetto l’Africa e la gestione del risparmio.

Primo bilancio semestrale Barclays 2010

Barclays ha chiuso il primo semestre 2010 con un utile netto in crescita del 29% a di 2,43 miliardi di sterline. L’utile ante imposte, in particolare, è stato di 3,95 miliardi di sterline, superiore alle attese degli analisti che avevano invece previsto un utile prima delle tasse pari a 3,4 miliardi.

In quest’ultimo dato, in particolare, sono inclusi 851 milioni di plusvalenze per rivalutazione dei crediti, mentre gli oneri da svalutazione hanno registrato un calo del 32% a 3,08 miliardi, nonostante siano state registrate delle pesati perdite sugli impieghi in Spagna. Nel primo semestre, inoltre, gli accantonamenti complessivi sono stati pari al 37% dei ricavi, contro il 38% dello scorso anno.

Primo bilancio semestrale Lloyds Bank 2010

Dopo la forte crisi dello scorso anno Lloyds Banking Group è finalmente riuscita a tornare in utile, questa mattina la banca ha reso noti i risultati relativi al primo semestre dell’anno, in cui è riuscita a registrare un utile prima delle tasse pari a 1,6 miliardi di sterline, contro la perdita di 4 miliardi di sterline dello stesso periodo dello scorso anno.

Un ottimo risultato inatteso anche dagli analisti che per la banca britannica, che durante la fase più dura della crisi ha ricevuto ingenti aiuti da parte del governo, avevano previsto un utile di soli 695 milioni. A spingere in alto i risultati di Lloyds Banking Group, in particolare, è stato soprattutto il forte declino delle rettifiche su crediti.

Trimestrale Bnp Paribas aprile giugno 2010

Bnp Paribas continua la sua ripresa, a testimoniarlo i conti relativi al secondo trimestre dell’anno, in cui il colosso bancario francese è riuscito a raggiungere risultati superiore alle aspettative. Nel periodo compreso tra aprile e giugno, infatti, Bnp Paribas ha registrato un utile in crescita del 31% a 2,1 miliardi, contro gli 1,6 miliardi previsti dagli analisti. Se si considera l’intero semestre, invece, l’utile è cresciuto del 38,8% a 4,39 miliardi.

A far bene sperare per i prossimi mesi sono soprattutto gli accantonamenti per le sofferenze che si sono letteralmente dimezzati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, attestandosi a 1,08 miliardi, il livello più basso mai registrato dal fallimento di Lehman Brothers del 2008.

Trimestrale UBS aprile giugno 2010

Attraverso un comunicato UBS ha diffuso i risultati relativi al secondo trimestre dell’anno, chiuso con un utile netto pari a 2,005 miliardi di franchi, un ottimo risultato soprattutto se paragonato alla perdita di 1,402 miliardi registrata nello stesso periodo dello scorso anno, anche se leggermente inferiore rispetto ai 2,202 miliardi di franchi del primo trimestre.

Le uscite nette di fondi sono state di 5,5 miliardi di franchi nella gestione patrimoniale e nel segmento “banca svizzera” (Wealth Management & Swiss Bank) e di 2,6 miliardi di franchi nella gestione patrimoniale americana (Wealth Management Americas) contro, rispettivamente, gli 8,2 e i 7,2 miliardi di franchi del primo trimestre.

Reazioni banche italiane agli stress test europei

Dopo gli stress test sulle banche europee, il Banco Popolare si sta distinguendo particolarmente in borsa, infatti nella seduta di ieri il titolo ha chiuso in rialzo addirittura del 4,36% a quota 4,785 euro per azione.

A spingere la valutazione del titolo è anche il giudizio positivo di Intermonte, che sulla banca ha portato il rating da neutral ad outperform con target price a 5,5 euro per azione, sostenendo che gli stress test non hanno evidenziato criticità tali da richiedere un rafforzamento di capitale immediato.

Bond ibrido Unicredit grande richiesta

Si è registrata subito una forte richieste ed una reazione fulminea sul mercato delle obbligazioni all’offerta proposta proprio questa mattina da Unicredit: ossia un bond ibrido da 500 milioni di euro.

Con ordini pari a 1,2 miliardi di euro, l’istituto di credito italiano è riuscito ad avere una cedola del 9,375% contro il 9,5% previsto in una prima fase, secondo i dati resi noti da Radiocor.

Stress test banche italiane

Banca d’Italia sembra aver chiesto ai cinque maggiori istituti di credito del paese, quelli sottoposti agli stress test, di presentare a breve i dati sulla loro capacità di affrontare eventuali nuove pressioni economiche.

Come rivelato dal Cebs saranno 91 le banche in Europa ad essere sottoposte agli stress test, tra le quali figurano anche le italiane Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps, Banco Popolare e Ubi, con i risultati che verranno pubblicati il 23 luglio prossimo.

Intesa Sanpaolo pronta a lanciare bond decennale

Secondo alcune indiscrezioni di stampa Intesa Sanpaolo sta per lanciare un eurobond “lower Tier 2” benchmark decennale a tasso fisso per un ammontare complessivo pari ad 1 miliardo di euro.

A rivelarlo, secondo quanto riportato dai principali giornali, sono state fonti vicine all’operazione, le quali hanno precisato che il bond verrrà offerto ad un rendimento che si aggira intorno ai 240 punti base sopra il tasso del midswap. L’istituto bancario, sempre secondo le indiscrezioni, ha dato mandato a Banca Imi, Bnpp, Credit Suisse e Deutsche Bank di curare l’emissione del prestito che sarà destinato esclusivamente ai mercati internazionali.

Rischio aumento di capitale per Banco Popolare

Non è stato sicuramente un inizio di settimana positivo per le banche, italiane e non solo. In seguito ai risultati degli stress test, i titoli degli istituti di credito hanno pagato i timori del mercato, chiudendo così una difficile giornata di contrattazioni.

Sul settimanale tedesco Der Spiegel è stato scritto che le autorità di controllo europee non hanno voluto includere uno scenario di default sovrano nelle prove.

Mps e Bpm smentita necessità aumento di capitale

Sia Mps che Bpm hanno smentito la notizia apparsa sul Financial Times, secondo cui le due banche italiane avrebbero bisogno di un aumento di capitale, in base a quanto risultato da degli stress test condotti sulle banche a livello europeo.

Banca Popolare di Milano innanzitutto ha voluto chiarire di non aver mai preso parte a degli stress test a livello europeo, oltre al fatto che dai risultati emersi da esercizi condotti internamente non ha nessun bisogno di effettuare un rafforzamento del capitale.

Risultati asta di rifinanziamento Bce

La Banca Centrale Europea ha comunicato i dati relativi all’asta di rifinanziamento a 91 giorni di ieri, nella quale sono stati collocati 131,933 miliardi di euro al tasso fisso dell’1%.

Gli istituti richiedenti sono stati in totale 171.

Il cambio euro dollaro è ora pari a quota 1,2242, ma in seguito alla notizie dell’asta era salito anche fino a quota 1,2274.

Intesa Sanpaolo bocciata da Credit Suisse

Credit Suisse ha tagliato la sua raccomandazione sul titolo Intesa Sanpaolo portandola da “Outperform” a “Neutral” ed il target sul prezzo da 3,20 a 2,85 euro.

La banca d’affari ha motivato la sua decisione spiegando che non si tratta di una valutazione che deriva dalla perdita di fiducia nei confronti dell’istituto bancario, anzi, continua ad apprezzare il suo modello di business, semplicemente però ritiene che un apprezzamento del suo titolo nel breve periodo sia alquanto improbabile.

Unicredit nuovo socio Abu Dhabi

Una società di Abu Dhabi, il fondo Aabar, tramite un’operazione cosiddetta di rastrellamento di azioni, è riuscita ad arrivare ad avere il 4,99% del capitale sociale del gruppo bancario europeo Unicredit Group.

Vengono così confermate le indiscrezioni di qualche giorno fa.

Il Presidente del Consiglio di Amministrazione di Unicredit Group, Dieter Rampl, si è detto molto contento dell’apprezzamento verso il gruppo bancario da parte dell’investitore del fondo arabo.