
A segnalarlo è stato l’Istat che ha attribuito questo risultato piuttosto preoccupante soprattutto ad una consistente riduzione dei flussi verso i paesi dell’Unione europea che, nel periodo compreso tra gennaio e giugno 2009, sono calati in totale del 26,9%.
Inoltre, sono risulati essere in calo, anche se in maniera meno consistente, anche i flussi verso i paesi che non fanno parte dell’Unione europea, verso i quali è stata registrata una contrazione del 20,2%.
A livello territoriale il calo delle esportazioni è stato registrato praticamente in tutte le regioni, con una riduzione delle esportazioni che è stata addirittura al di sopra della media nazionale nella parte insulare e meridionale della penisola. Nella parte insulare, in particolare, è stato registrato un -46% attribuito in larga parte alla riduzione del valore delle vendite all’estero di prodotti petroliferi raffinati. Nella perte meridionale, invece, il calo è stato del 28,8%.
Il calo delle esportazioni è risultato invece più contenuto nella parte nord-ovest, in cui è stato registrato un calo del 23,9%, nella parte nord-est, in cui il calo è stato del 23,4% e nella perte centrale dell’Italia in cui c’è stato un -18,5%.
Dal punto di vista congiunturale, invece, nel secondo trimestre dell’anno c’è stato un andamento negativo dell’export in tutte le zone, a eccezione dell’Italia meridionale e insulare che ha registrato un +1,2%. Le flessioni più rilevanti riguardano l’Italia nord-orientale (-5,2%) e per l’Italia nord-occidentale (-4,6%) mentre al centro la flessione è stata meno consistente con un calo limitato al -2,4%.