Le previsioni economiche dell’ONU per il 2009

by Redazione Commenta

Le Nazioni Unite hanno affermato che, dopo la grande crisi, l'economia mondiale deve prepararsi a vivere e ad affrontare..

Le Nazioni Unite hanno affermato che, dopo la grande crisi, l’economia mondiale deve prepararsi a vivere e ad affrontare una delle più grandi recesssioni mai verificatesi. Nonostante le varie misure e i vari aiuti che i capi dei vari Stati hanno intrapreso, infatti, sembra praticamente impossibile un immediato recupero.

Le Nazioni Unite hanno previsto una riduzione di circa l’1,5% per i paesi sviluppati. Ma, tuttavia, la preoccupazione più grande riguarda i paesi in via di sviluppo per la cui economia è prevista una riduzione di circa il 2,7% e, inoltre, una riduzione del reddito procapite durante il 2009.

Purtroppo il rallentamento della crescita nei paesi più poveri causerà, sicuramente, la vanificazione dei vari progressi per riduzione della povertà, faticosamente compiuti in questi paesi nel corso degli ultimi anni.


Il prospetto stilato dalle Nazioni Unite sulla situazione economica mondiale per il 2009, tuttavia, fornisce tre tipi di previsione: una previsione di crescita base dell’1%, uno scenario pessimistico di perdita dello 0,4% e uno previsione ottimistica dell’1,6% di crescita. Tutto questo rapportato ad una crescita del 2,5% nel 2008 e 3,8% nel 2007.

Rob Vos, capo economista presso le Nazioni Unite, ha detto che la triste previsione resta comunque soltanto una possibilità poichè è sempre possibile che i mercati finanziari riacquistino stabilità e i prestiti bancari ritornino rapidamente a livelli normali.


L’ONU, tuttavia, ha sottolineato come il rallentamento dell’economia metta in luce, soprattutto, le carenze del sistema finanziario internazionale. La dipendenza dal dollaro come unica valuta di riserva, infatti, pone rischi per i paesi in via di sviluppo, dal momento che un crollo del valore del dollaro potrebbe avere gravi effetti sul loro guadagni.

La relazione dell’ONU, inoltre, chiede di aumentare i finanziamenti a favore del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, maggiore coordinamento della politica internazionale, in particolare per quanto riguarda i tassi di cambio e, di fondamentale importanza, la riforma del sistema di regolamentazione finanziaria.

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