Prezzi petrolio corrono su ipotesi attacco Usa in Siria

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Qual è l’impatto di un possibile intervento militare degli Stati Uniti contro la Siria sui prezzi del petrolio? I venti di guerra accentuano le tensioni  e l’ipotesi di attacco alla Seria fa impennare i prezzi dell’oro nero. I mercati azionari, già particolarmente nervosi, hanno fatto registrare un sensibile crollo, affondando pesantemente sull’incertezza e la preoccupazione delle questioni geopolitiche e macroeconomiche (come i piani della Federal Reserve circa il “tapering” del quantitative easing, il programma di timolo da 85 miliardi di dollari al mese).

Prezzo petrolio oltre 100 dollari dopo intervento banche centrali

Una delle conseguenze dell’intervento coordinato delle banche centrali per sostenere il sistema finanziario mondiale è stato l’aumento del prezzo del petrolio, infatti i prezzi dei futures sul greggio hanno toccato i massimi da due settimane.

In particolare Federal Reserve, Bank of Canada, Bank of England, Banca del Giappone, Bce e Banca Centrale Elvetica hanno trovato un accordo per diminuire di 50 punti base il costo attuale in dollari della liquidità overnight.

Prezzo petrolio in calo del 4%

Nella giornata di ieri il prezzo del petrolio ha chiuso con un forte ribasso, con il future sul Crude con scadenza aprile che in una sola seduta ha perso addirittura il 4% al NYMEX, arrivando a toccare quota 97,18 dollari al barile.

Erano ben cinque mesi che non si registrava un calo di questa portata per il prezzo del petrolio in una sola seduta di borsa.

Stime domanda di petrolio alzate dall’Opec

Nell’ultimo periodo il prezzo del petrolio è stato tutt’altro che volatile, anzi, si sta vivendo una fase di stabilizzazione che si aggira intorno agli 80 dollari al barile, secondo gli esperti causata principalmente dal livello delle riserve. Nei paesi industrializzati, infatti, gli stock equivalgono ad oltre 60 giorni di consumi, il livello più alto registrato negli ultimi tempi.

Questo, dunque, dovrebbe essere sufficiente ad evitare possibili sorprese visto che gli analisti sono concordi nel ritenere che sul fronte dei prezzi e della produzione non ci dovrebbero essere grandi cambiamenti, contrariamente a quello che riguarda la domanda.

Previsioni domanda greggio alzate dall’Opec

L’Opec ha scelto di seguire l’esempio dell’International Energy Agency e di rivedere al rialzo le sue previsioni inerenti alla domanda di greggio per l’anno in corso, lasciando però invariate quelle relative al 2011.

L’Opec, in particolare, prevede che per il 2010 ci sarà un consumo globale di circa 100.000 barili al giorno, mentre la domanda totale dovrebbe raggiungere gli 85,5 milioni di barili al giorno. Come dicevamo, invece, sono state lasciate invariate le stime relative al 2011, anno in cui si prevede una domanda globale pari a 85,56 milioni di barili al giorno.

Crude Oil situazione petrolio

Sebbene la ripresa economica sembri essere più lenta del previsto, come confermato dai dati del primo trimestre sui consumi in Usa, il rialzo del petrolio sembra non fermarsi, proseguendo così il suo cammino.

Nonostante il trend rialzista sia stato messo in discussione molte volte, il greggio continua la sua crescita impetuosa, tornando sui valori molto vicini ai 90 dollari al barile.

E-Mini Crude Oil Future massimi dell’anno

Quella che si è conclusa è stata un’ottima ottava per l’E-Mini Crude Oil future, che è tornato su livelli che non toccava addirittura da ottobre 2008.

Si tratta quindi ovviamente anche dei massimi dell’anno, con la soglia psicologica di 84 dollari al barile che è stata superata, dopo una fase di consolidamento durata quasi un mese intero, e dopo aver fatto registrare ben quattro rialzi consecutivi nelle ultime sedute.

Petrolio Usa scambiato oltre 74 dollari

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In questo particolare periodo le quotazioni del petrolio sono molto variabili, e proprio in questo contesto si piazzano le ultime oscillazioni di valore dell’oro nero americano, dove il greggio viene ora scambiato a più di 74 dollari al barile.

Questo rialzo del valore del petrolio (pochi giorni fa veniva scambiato a 73,34 dollari) è dovuto soprattutto al grande calo delle riserve negli Usa. Se non ci fosse anche il grande recupero del dollaro nei confronti delle altre monete il guadagno sarebbe potuto essere anche maggiore.

Chiusura di settimana contrastata in borsa

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La settimana in borsa si chiude molto contrastata, a Wall Street il Dow Jones ha chiuso a +0.34% a quota 8’800.69 punti, il Nasdaq ha perso lo 0.19% a quota 1’858.80 e l’S&P/Mib ha chiuso la settimana di contrattazioni a 946.19 punti, in rialzo dello 0.14%.

In Europa, il Cac di Parigi ha chiuso perdendo lo 0.26%, Dax di Francoforte -0.74%, Ftse di Londra -0.5%. A Piazza Affari il Ftse Mib ha perso lo 0.98% a 20’384 punti, il Ftse All Share ha ceduto lo 0.95% a 21’007 punti.

Eni propone un’agenzia per stabilizzare il prezzo del petrolio

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L’amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni, durante una conferenza stampa, ha annunciato che nel corso del G8 per l’energia Eni proporrà la costituzione di un’agenzia internazionale per il petrolio che rappresenti sia i paesi produttori che quelli consumatori.

Lo scopo di questa proposta è quello di porre fine alla volatilità del prezzo del petrolio che negli ultimi anni è salito da 50 a 150 dollari per poi scendere nuovamente a 50 dollari, una situazione che risulta dannosa per tutto e per tutti.