
UBS è inoltre certa che Enel riuscirà a trarre beneficio dalla modifica di alcune regole contabili, per questo ha rivisto al rialzo le sue stime per il periodo che va dal 2011 al 2014.
UBS è inoltre certa che Enel riuscirà a trarre beneficio dalla modifica di alcune regole contabili, per questo ha rivisto al rialzo le sue stime per il periodo che va dal 2011 al 2014.
La decisione degli esperti è motivata dal fatto che Eni è senza dubbio una delle società più apprezzate d’Europa, questo nonostante il 2009 sia stato un anno piuttosto difficile per la compagnia, soprattutto a causa del mancato ricevimento di un pagamento in contanti da parte di Gazprom.
Se si considera solo il quarto trimestre l’utile netto ammonta a 0,64 miliardi, da confrontare con la perdita di 0,87 miliardi registrata nello stesso periodo del 2008. Si tratta di un dato questo che supera le previsioni degli analisti e che si ritiene sia stato conseguito per via del rimbalzo del prezzo del petrolio nell’ultima parte dell’anno.
Quello che secondo Morgan Stanley manca ad Eni è la capacità di fornire una certa dose di sicurezza agli investitori, il broker ha infatti evidenziato come la linea prevalente di Eni sia quella delle acquisizioni opportunistiche, mentre al contrario la maggior parte dei suoi concorrenti segue una linea strategica pianificata.
Nel periodo indicato, infatti, il piano prevede investimenti da 6,4 miliardi di euro, di cui 1,4 miliardi nel 2009. Per quanto riguarda il settore del trasporto e della rigassificazione l’obiettivo è anzitutto quello di migliorare la qualità del servizio di trasporto contribuendo al contempo alla creazione di una rete del gas in Europa.
Il settore agricolo infatti è quello che nei prossimi anni dovrebbe dare molte soddisfazioni. Il settore farmaceutico in America risente molto le azioni di governo e soprattutto la riforma sanitaria che è il cavallo di battaglia di Obama alle prese con la votazione in senato sulla quale si prevedono scontri.
Il comunicato specifica anche che alla firma dell’accordo erano presenti oggi a Milano il Vice Primo Ministro della Federazione Russa Igor Ivanovich Sechin, il Ministro dell’Energia russo Sergei Shmatko, il Ministro dell’Energia della Repubblica Turca Taner Yildiz e il Ministro per lo Sviluppo Economico della Repubblica Italiana Claudio Scajola.
L’operazione, che sempre secondo quanto riportato dal quotidiano potrebbe essere attuata entro tempi brevi, appare perfettamente in linea con quanto detto all’inizio di settembre dall’amministratore delegato di Enel Fulvio Conti il quale ha affermato che il gruppo stava valutando diverse emissioni non solo in euro, ma anche in sterline e in dollari.
Per quanto riguarda il risultato operativo netto è stata registrata una perdita di 61,2 milioni di euro rispetto ai 207,5 milioni di euro guadagnati durante il primo semestre 2008, l’utile pretasse, invece, è stato di 35,9 milioni di euro rispetto ai 377,7 milioni dello stesso periodo dello scorso anno.
Un risultato niente male se si tiene conto del difficile contesto economico in cui è stato ottenuto, un semestre in cui i consumi dell’energia elettrica sono scesi dell’8,2% e quelli del gas dell’11,8%.
L’operazione ha un valore complessivo che ammonta ad 1 miliardo di euro e potrà essere aumentato fino ad un massimo di 2 miliardi qualora il numero delle richieste avanzata sia tale da rendere necessario un incremento.
L’accordo, in particolare, prevede l’acquisizione da parte di Eni di una quota del 27,5% nell’area “Alliance“, ossia un’area che si estende per circa 53 km quadrati e nella quale si avviene la produzione di gas non convenzionale dalle argille della formazione Barnett Shale del bacino di Fort Worth.
L’utile netto adjusted é stato di 1,76 miliardi, scendendo quindi del 42,4%, ma nonostante ciò è stato comunque superiore alle attese. Gli analisti, infatti, avevano previsto un utile di 1,582 miliardi, -48% rispetto allo stesso periodo del 2008.