Piazza Affari supera 17mila ai top da marzo 2012

by Redazione Commenta

Continua il rally di Piazza Affari, che ha iniziato il 2013 nel migliore dei modi e sulla falsariga di quanto avvenuto nelle ultime settimane dello scorso anno

Continua il rally di Piazza Affari, che ha iniziato il 2013 nel migliore dei modi e sulla falsariga di quanto avvenuto nelle ultime settimane dello scorso anno. Stamattina l’indice azionario FTSE MIB è tornato sopra 17.000 punti, toccando un top di giornata temporaneo a 17.084 punti. Grazie al buon andamento di questi primi minuti di contrattazione, l’indice milanese è salito sui massimi più alti da marzo 2012. Attualmente l’indice FTSE MIB guadagna lo 0,37% a 17.021 punti. Il titolo migliore è Banca Mps.

Le azioni dell’istituto di credito senese mostrano un rialzo del 6,1% a 0,281 euro, ai massimi da metà settembre scorso. La seduta precedente il titolo ha guadagnato più del 12%, approfittando del continuo calo dello spread e della possibile vendita di un’altra quota del 2% da parte della Fondazione Mps. Molto bene anche Unicredit, che sale del 3,14% a 4,012 euro. In generale, le banche sono tutte in forte rialzo grazie alla revisione degli accordi di Basilea 3.

Salgono anche Bca Pop Milano (+2,52%), Banca Popolare dell’Emilia Romagna (+2,51%) e Banco Popolare (+2,41%). Intesa SanPaolo, invece, guadagna l’1,95%. Stamattina, però, c’è maggiore volatilità sul mercato secondario dei titoli di stato. Dopo il crollo fin sotto 270 punti base, avvenuto nella scorsa seduta, stamattina lo spread Btp-Bund sale a 280 punti base spinto con tutta probabilità dalle prese di beneficio degli investitori che hanno approfittato del recente rally dei bond italiani.

Attualmente il valore dello spread si attesta a 280,51 punti base, per un rendimento del titolo di stato italiano a dieci anni al 4,32%. In crescita anche lo spread spagnolo a 360,7 punti base e lo spread francese a 61,12 punti base. Stamattina la borsa di Tokyo ha chiuso con una flessione dello 0,83%, dopo le recenti ottime sedute favorite dalla debolezza dello yen sui mercati valutari.

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