Eni e Saipem indagate per presunte tangenti

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Eni e Saipem sono state iscritte dalla Procura di Milano nel registro degli indagati nell'ambito di un'inchiesta giudiziaria per corruzione...

Eni e Saipem sono state iscritte dalla procura di Milano nel registro degli indagati nell’ambito di un’inchiesta giudiziaria per corruzione internazionale in merito ad alcune presunte tangenti che sarebbero stata pagate ai manager dell’Eni per appalti in Iraq e Kuwait.

Le due società, che sono finite sotto inchiesta in forza della normativa che prevede la responsabilità amministrativa degli enti per reati commessi dai dirigenti nell’interesse dell’azienda, subito dopo la diffusione della notizia hanno diramato un comunicato tramite il quale si sono dichiarate parti lese e hanno informato di aver già disposto provvedimenti disciplinari e cautelari nei confronti dei dipendenti coinvolti.


Entrambe le società si sono dette certe che la loro posizione verrà a breve chiarita in maniera positiva, data la loro evidente condizione di estraneità alle eventuali condotte illecite dei loro dipendenti.

Secondo quanto riferito dalle fonti, non risulta indagato come persona fisica l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, mentre al contrario sono stati iscritti nel registro degli indagati Nerio Capanna, vice presidente di Saipem, il manager dell’Eni Diego Braghi e i tre intermediari Massimo Guidotti, Stefano Borghi e Enrico Pondini.

Le fonti riferiscono che l’indagine che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di Eni e Saipem, e che rischia di coinvolgere anche altre aziende tra cui Ansaldo Sts, è nata dalle dichiarazioni fatte da Mario Reali, ex-responsabile Eni in Russia che già in passato aveva denunciato alla trasmissione televisiva “Report” l’esistenza di un sistema nel quale grandi aziende italiane pagherebbero tangenti a top manager dell’Eni per ottenere appalti.

I titoli di Eni e Saipem risentono inevitabilmente della notizia e a Piazza Affari segnano una flessione rispettivamente dello 0,62% a quota 15,97 euro e dello 0,97% a quota 35,59 euro.

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