Fmi: la crisi economica finirà nel 2010

Belka

Il Fondo Monetario Internazionale, nel suo Regional Economic Outlook, ha affermato che la crisi economica dovrebbe cessare in Europa nella seconda metà del 2010, periodo in cui inizierà una graduale ripresa che dovrà essere necessariamente sostenuta da nuove misure di stimolo, soprattutto nel settore finanziario.

In particolare, per quanto riguarda l’Italia, il Fondo Monetario Internazionale prospetta un calo del pil del 4,4% nel 2009 e dello 0,4% nel 2010. L’inflazione, invece, dovrebbe attestarsi allo 0,7% nel 2009 e allo 0,6% nel 2010.

I numeri di Unicredit

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Unicredit ha fatto registrare un dimezzamento dell’utile nel primo trimestre 2009, tutto sommato però era ampiamente stato previsto.

L’utile netto per questi primi 3 mesi dell’anno è pari a 447 milioni, 55.6% in meno di un solo anno fa, quando il dato era attorno al miliardo.

La situazione bancaria dopo gli stress test

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Dopo gli stress test dei giorni scorsi in America, Morgan Stanley ha deciso di aumentare il proprio capitale di 3.5 miliardi di dollari.

Secondo i test condotti la settimana passata, Morgan Stanley aveva bisogno di 1.8 miliardi di dollari per rafforzare il capitale. Così la banca emetterà 146 milioni di nuove azioni dal valore di 24$ l’una, con un notevole tasso di sconto rispetto alla chiusura di Wall Street.

Morgan Stanley prevede così di accumulare 3.5 miliardi di dollari durante questa offerta che si concluderà il 13 maggio.

E’ stato inoltre dichiarato che Mitsubishi Ufg (uno dei principali investitori della banca) ha acquisito 25 milioni di nuove azioni. Inoltre la banca emetterà anche 4 miliardi di obbligazioni senior non garantite dal governo più altri 3 miliardi.

La Bce taglia i tassi portandoli al minimo storico

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Come atteso il consiglio direttivo della Banca Centrale Europea ha tagliato di un quarto di punto il tasso di riferimento portandolo all’1%. Inoltre, ha subito un taglio di mezzo punto percentuale il tasso marginale, che è passato dal 2,25% al 1,75%, mentre resta invariato allo 0,25% il tasso sui depositi.

Una misura che, anche se è senza precedenti poichè porta il costo del denaro al minimo storico, era comunque attesa dal mercato. Si ritiene, tuttavia, che quest’ultimo taglio non sarà seguito da altre misure simili, proprio perchè esso è già stato giudicato troppo basso da vari membri del Consiglio, una notizia che lascia intendere una decisione presa a maggioranza anzichè all’unanimità.

L’Abi risponde alle accuse di Berlusconi

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La risposta alle affermazioni del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non è tardata ad arrivare e, come atteso, è stata anche piuttosto dura.

Durante la giornata di ieri, infatti, Berlusconi aveva rimproverato pubblicamente le banche denunciando un eccesso di utili da parte degli istituti bancari durante la crisi economica, utili definiti dallo stesso premier “perfino eccessivi”.

Le parole di Berlusconi erano volte soprattutto a spronare gli istituti di credito ad un maggiore sostegno nei confronti delle imprese, una misura assolutamente necessaria affinchè l’economia italiana possa rialzarsi dopo il periodo difficile non ancora del tutto terminato.

Bank of America ha bisogno di $33.9 miliardi

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Il governo americano ha dichiarato come la Bank of America necessiti in questo momento di $33.9 miliardi di capitale per contrastare altri crolli dell’economia.

Un dirigente ha detto che se la banca non riuscirà a vendere assets oppure azioni dovrà contare sull’appoggio del governo, il quale prevede $45 miliardi di capitale secondo quanto stabilito dal programma di aiuto statale.

Questo potrebbe andare incontro a quanto auspicato, cioè riuscire a convertire il capitale fornito dal governo in vere e proprie azioni, così facendo il governo diventerebbe uno dei più grandi azionisti della banca.

Federal Reserve chiede un aumento di capitale a Citigroup e Bank of America

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Il Wall Street Journal ha riportato la notizia secondo cui la Federal Reserve ha chiesto a Citigroup e alla Bank of America di raccogliere nuovi capitali alla luce dei risultati ottenuti a seguito di alcuni stress test.

Secondo quanto riportato dal giornale statunitense, infatti, le due banche hanno entrambe un deficit di svariati miliardi di dollari, deficit che però non è stato confermato da i due istituti bancari menzionati. Sia Citigroup che Bank of America, infatti, negano che i risultati siano così disastrosi come quelli accennati dalla Federal Reserve.

Banche USA fallite, ecco la lista

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E mentre il colosso americano Citigroup ricomincia a fare utili, la lista delle banche americane fallite si fa lunghissima e solo nel primo trimestre 2009 gli istituti di credito usa falliti sono 25. La crisi finanziaria ha portato ad avere un grande buco nelle banche americane dovute soprattutto alla crisi dei consumi e al mancato pagamento delle rate del mutuo o del prestito erogato.

Le banche USA, per colpa della svalutazione delle abitazioni, si sono trovate ad avere in mano, dopo eventuali pignoramenti, un numero di abitazioni di poco valore che nessuno era più in grado di acquistare. La lista delle banche americane fallite durante il periodo di crisi sono riportate di seguito:

Citigroup registra nuovi utili

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Dall’America arrivano i primi segnali di ripresa. Anche se qualche giorno fa avevamo dato la notizia del fallimento di New Frontier Bank, oggi possiamo finalmente dare una buona notizia.

Il colosso finanziario Citigroup, appartenente alla società holding americana General Electrics, ha registrato nel primo trimestre 2009 un utile netto di 1,6 miliardi di dollari.

New Frontier Bank dichiara fallimento

foto che mostra un bancario preoccupato per la crisi economica

Proprio in questi giorni il presidente americano Barak Obama aveva dichiarato che l’America si stava lentamente riprendendo dalla crisi economica causata dai mutui subprime e oggi arriva la notizia che la banca più importante del Colorado la New Frontier Bank ha dichiarato fallimento e la notizia è stata data dalla Federal Deposit Insurance Corporation.

Sale quindi a 23 il bilancio delle banche che hanno dichiarato fallimento negli ultimi 3 mesi. Nel solo 2009 sono state 23 le banche americane costrette a dichiarare fallimento. Il segnale che arriva dall’America con questo crac non è dei più confortanti. Dall’inizio dell’anno la New Frontier Bank è decisamente la banca più grossa ad aver dichiarato fallimento.

Il governo tedesco lancia un’opa su Hypo Real Estate

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Il governo tedesco ha lanciato un’offerta pubblica d’acquisto su Hypo Real Estate, il più grande colosso bancario tedesco colpito dalla crisi economica.

L’offerta ammonta a 1,39 euro per azione e avverrà mediante il cosiddetto Soffin, ossia il Fondo statale di stabilizzazione del mercato finanziario. L’opa, in particolare, prevede un premio del 10% rispetto ai corsi medi del titolo in borsa tra il primo e il quindici Febbraio, ossia circa due settimane prima dell’annuncio ufficiale di nazionalizzazione della banca da parte del governo.

Le previsioni degli esperti dopo il taglio della Bce

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La scorsa settimana la Banca Centrale Europea ha tagliato i tassi di interesse dello 0,25% portandoli dall’1,50% all’1,25%, praticamente il minimo storico. Nonostante questo, tuttavia, la manovra della Bce ha deluso le aspettative degli economisti che attendevano un taglio di mezzo punto percentuale.

La decisone della Bce di limitarsi a un taglio di un quarto di punto percentuale, decisione tra le altre cose molto sofferta e discussa, è stata dettata soprattutto dalla volontà del consiglio direttivo della Bce di procedere in modo cauto e ragionato.

La BCE taglia i tassi di interesse portandoli al minimo storico

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La tanto attesa decisione sul taglio di interessi da parte della BCE ha letteralmente stupito quanti si aspettavano che la Banca Centrale effettuasse un taglio di mezzo punto percentuale, aspettativa vanificata dopo l’annuncio di una riduzione dello 0,25%. Quindi, a seguito della decisone del consiglio direttivo della Bce riunitosi ieri a Francoforte, i tassi di interesse sono stati portati dall’1,50% all’1,25%.

Il presidente della Banca centrale europea Jean Claude Trichet ha rivelato che si è trattato di una decisione difficile, caraterizzata da profonde discussioni e sulla quale non tutti i membri erano concordi, tant’è che essa è stata assunta a maggioranza anzichè all’unanimità.

La Cei istituisce un fondo di garanzia per le famiglie in difficoltà

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Le difficoltà che le famiglie italiane incontrano quotidianamente per far fronte alla crisi sono davanti agli occhi di tutti ed è impossibile non notarle, soprattutto in termini di conseguenze sull’intero andamento dell’ecomnomia. Pare essersi accorta di questo anche la Conferenza Episcopale Italiana che ha deciso di stanziare un fondo di garanzia da circa 30 milioni di euro raccolti attraverso una colletta nazionale.

Questo fondo, quindi, consentirà alle famiglie con più di tre figli e senza lavoro di accedere ad un sussidio di 500 euro al mese attraverso un prestito erogato dalle banche e garantito proprio dal fondo di garanzia Cei. Contribuiranno agli aiuti anche le banche che si impegnano a duplicare il tetto di garanzia fino a 300 milioni.