Chrysler e General Motors presentano il loro piano di recupero

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General Motors e Crysler hanno consegnato il loro piano di recupero al governo americano. I piani contengono..

General Motors e Crysler hanno consegnato il loro piano di recupero al governo americano. I rispettivi piani contengono, sostanzialmente, la richiesta di un aiuto finanziario da parte del governo quantificato in 21,6 miliardi di dollari e la pianificazione di un notevole taglio dei costi.

Il piano di recupero di General Motors, in particolare, chiede al governo un aiuto quantificato in 16,6 miliardi di dollari, prevede la chiusura di cinque fabbriche negli Stati Uniti e il licenziamento di 47.000 lavoratori di cui 26.000 al di fuori degli Stati Uniti. I licenziamenti verranno effettuati entro la fine del 2009 e, ha affermato General Motors, si tratterà del più vasto taglio dei posti di lavoro mai registrato in tutta la storia degli Stati Uniti.


Rick Wagoner, direttore esecutivo di General motors, ha affermato che il piano proposto dalla casa costruttrice è “completo, reattivo, realizzabile e flessibile”.

Il piano proposto da Chrysler, invece, prevede una richiesta di finanziamento di 5 miliardi di dollari e un taglio di circa 3000 lavoratori. La casa costruttrice, inoltre, ha affermato di aver abbandonato il progetto di tre nuovi modelli, progetto inizialmente previsto per il 2009.

Entrambe le case costruttrici, inoltre, hanno vantato l’approvazione del loro piano da parte del UAW (United Auto Workers), il sindacato che tutela i lavoratori delle case costruttrici di automobili americane.


A sostegno delle loro richieste entrambe le case automobilistiche hanno argomentanto che un eventuale rifiuto del governo potrebbe causare il fallimento delle due aziende, fallimento che potrebbe costare al governo americano molto di più degli aiuti richiesti.

Voci non ufficiali, nel frattempo, parlano dell’idea del Presidente Obama di creare una task force che abbia l’obiettivo di ristrutturare l’industria automobilistica americana. Tuttavia, ancora nulla è stato confermato.

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