Obama innalza il tetto del debito in America

E’ stato evitato il default, negli Stati Uniti in America e ora il  Governo potrà ottenere in prestito denaro e rifinanziarsi. Tra gli investitori l”impressione è che l’America lo farà a oltranza.

Tarp fino ad ottobre 2010

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Il Segretario del Tesoro USA, Tim Geithner, ha inviato una lettera al Congresso dove viene chiesto il prolungamento del cosiddetto Tarp (Troubled Asset Relieve Program), il programma del governo Obama che ha come scopo quello di aiutare le istituzioni finanziarie.

Questa estensione del piano prevede ora una durata fino al 3 ottobre 2010 invece del 31 dicembre 2009 fissato in precedenza, al momento del lancio nell’ottobre 2008.

Listini Usa positivi nel giorno del discorso di Obama

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Ieri era la giornata del discorso del presidente degli Usa, Barack Obama, ad un anno esatto dal crack della Lehman Brothers, che ha dato il via alla crisi economica mondiale, nella sua forma più accentuata.

Era molto atteso sopratutto sui listini americani ovviamente, che hanno chiuso in terreno positivo le loro contrattazioni, il Dow Jones ha guadagnato lo 0,22% a quota 9.626,80 punti, il Nasdaq +0,52% a 2.091,78 punti, l’S&P 500 +0,63% a 1.049,30 punti.

Dati disoccupazione Usa agosto 2009

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Sono stati divulgati dal Dipartimento Usa del Lavoro i dati sulla disoccupazione nel mese di agosto, i quali hanno messo in risalto che nel mese passato sono stati persi altri 216mila posti di lavoro, un dato leggermente migliore delle previsioni, che parlavano di 225mila posti perduti.

Il dato è migliore anche se paragonato a quello di luglio, dove a perdere il posto erano stati in 276mila, ma comunque il dato sulla disoccupazione è salito ai massimi storici dal 1983 toccando addirittura il 9,7%.

Dati disoccupazione Usa luglio 2009

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I dati sulla disoccupazione in Usa resi noti ieri sono molto migliori delle attese, infatti la disoccupazione si attesta ora al 9,4%, contro il 9,5% di giugno. E’ la prima volta dal mese di aprile del 2008 che si registra un calo dei disoccupati da un mese all’altro.

A luglio sono stati perso 247mila posti di lavoro
, ma le attese parlavano di 320mila posti persi, prevedendo una disoccupazione al 9,6%. Fortunatamente si sbagliavano. Per essere precisi il numero dei disoccupati è sceso a 14,462 milioni da 14,729 milioni di giugno.

Comunque il dipartimento del Lavoro USA ha fatto sapere che i tagli sono proseguiti in molti settori anche a luglio, dall’inizio della recessione la cui data si fissa a dicembre 2007 in America sono stati persi 6,7 milioni di posti di lavoro. Nel mese di luglio l’industria ha perso 128mila posti di lavoro (223mila a giugno) e i servizi 119mila (220mila a giugno).

Geithner parla del futuro degli Usa, in arrivo nuove tasse

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I segnali di una ripresa dell’intera economia mondiale iniziano a vedersi ma da qui a tornare ad una situazione di normalità ci vorrà ancora molto tempo. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, nei giorni scorsi aveva parlato di inizio della fine della recessione, e a fargli eco c’è anche il segretario al Tesoro americano, Timothy Geithner.

L’ex presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan, lancia segnali incoraggianti
, annunciando che la crisi non è ancora finita, ma la fine di questo periodo è molto vicina. Sempre nella stessa intervista, rilasciata alla tv abc, Greenspan sostiene che dopo che l’economia degli Usa ha toccato il fondo, da metà luglio a questa parte si iniziano a vedere i primi segni di una ripresa.

Pil Usa in calo dell’1% nel secondo trimestre 2009

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Sono stati diffusi i dati sul secondo trimestre 2009 per quanto riguarda l’economia americana. Il Pil degli USA ha fatto registrare un calo dell’1% contro l’1,5% delle previsioni, si tratta perciò del quarto trimestre consecutivo con il Prodotto Interno Lordo in calo, evento mai verificatosi prima, dal 1947 (anno in cui iniziarono le rilevazioni) ad oggi è quindi la peggiore striscia di risultati.

Se confrontiamo il dato con il secondo trimestre del 2008 notiamo un ribasso del 3,9%, in particolare in questo trimestre le spese delle famiglie sono diminuite dell’1,2%.
Le spese per i beni durevoli sono calate del 7,1% mentre quelle per beni non durevoli sono diminuite del 2,5%. Invece in leggero aumento (+0,1%) le spese per i servizi.

General Motors pronta a ripartire

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La prossima settimana potrebbe essere decisiva per il futuro di General Motors, in quanto potrebbe nascere una nuova società GM, dopo la bancarotta annunciata tempo fa, se il giudice federale approverà il nuovo piano di ristrutturazione, cosa che ad oggi sembra molto probabile comunque.

Il giudice Robert Gerber ha rimandato la decisione di una settimana su richiesta di GM stessa che vuole sistemare qualche piccolo cavillo burocratico in modo da non avere problemi con la ripartenza delle attività.

Fiat-Chrysler, accordo concluso

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Il governo americano ha definitivamente messo la parola fine alla questione Fiat-Chrysler, infatti la Corte Suprema ha bocciato la richiesta di un gruppo di fondi pensione dell’Indiana di bloccare tutto l’accordo, dando così il via libera al gruppo del Lingotto per il passaggio di proprietà.

Subito a Piazza Affari si è fatta sentire questa notizia, infatti dopo un primo leggero rialzo dello 0.77% del Ftse Mib, ora segna addirittura +2.5%, il Ftse All Share sale dell’1.62% mentre Fiat guadagna ben il 4.64%.

La Corte d’Appello di New York settimana scorsa aveva stabilito in 3 giorni il tempo utile per presentare ricorsi contro l’accordo Fiat-Chrysler, cosa che i fondi pensione dell’Indiana hanno fatto, però sono stati giudicati insufficienti per bloccare questa fusione.

General Motors annuncia la bancarotta

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E’ stato reso ufficiale attraverso un comunicato del governo degli USA il fallimento di General Motors e ora iniziano le pratiche burocratiche per dichiarare la bancarotta. Il governo americano ha dichiarato che la General Motors porterà in tribunale i bilanci per una procedura giudiziaria che dovrebbe durare dai 2 ai 3 mesi e che vedrà coinvolti ben 21’000 lavoratori che saranno lasciati a casa.

Saranno ben 11 gli impianti di produzione che cesseranno di lavorare nell’ambito della bancarotta, mentre sono 3 gli impianti in cui la produzione si interromperà temporaneamente.

Il futuro di GM si decide nei prossimi giorni

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Nella giornata di ieri il sindacato Uaw (United Auto Worker) ha inviato una e-mail ai lavoratori del gruppo General Motors che parla del futuro della casa stessa.

Come ben sappiamo, General Motors deve prendere una decisione definitiva entro il 1 giugno, questo porterà sicuramente GM a trattare con il sindacato Uaw nelle prossime settimane per mettere a punto il piano per il futuro dell’azienda, come previsto dal presidente Obama.

Piazza Affari in netta ripresa

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A seguito della chiusura positiva di Wall Street (che ha bilanciato un pò i conti dopo la flessione di 6,1% del Pil) nella giornata di ieri, oggi anche Piazza Affari è in netta ripresa.

Ieri la Fed ha annunciato come la recessione stia rallentando aiutata dalle prospettive future dell’economia. Arrivano segnali incoraggianti anche dall’Oriente, in Giappone la capacità produttiva industriale è tornata positiva dopo addirittura 6 mesi.

General Motors si avvicina alla bancarotta e Sergio Marchionne al ruolo di AD Chrysler

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General Motors appare sempre più vicina alla bancarotta e i più danno già per spacciata l’azienda, nonostante la casa costruttrice americana ha ancora un mese di tempo per presentare un piano di ristrutturazione valido che sia in grado di convincere il governo americano a concedere gli aiuti richiesti.

La sfiducia arriva soprattutto dall’amministrazione Obama che ha fatto sapere di essere già al lavoro per realizzare una bancarotta rapida ed efficace nel caso in cui General Motors non riesca a dimostrare di poter tornare ad essere solvibile, circostanza sicuramente non sperata dai contribuenti americani a cui la bancarotta del colosso automobilistico comporterebbe un’aggravio di spesa quantificato in una cifra compresa tra i 5 e i 7 miliardi di dollari.

New Frontier Bank dichiara fallimento

foto che mostra un bancario preoccupato per la crisi economica

Proprio in questi giorni il presidente americano Barak Obama aveva dichiarato che l’America si stava lentamente riprendendo dalla crisi economica causata dai mutui subprime e oggi arriva la notizia che la banca più importante del Colorado la New Frontier Bank ha dichiarato fallimento e la notizia è stata data dalla Federal Deposit Insurance Corporation.

Sale quindi a 23 il bilancio delle banche che hanno dichiarato fallimento negli ultimi 3 mesi. Nel solo 2009 sono state 23 le banche americane costrette a dichiarare fallimento. Il segnale che arriva dall’America con questo crac non è dei più confortanti. Dall’inizio dell’anno la New Frontier Bank è decisamente la banca più grossa ad aver dichiarato fallimento.