Dal G20 di Londra arriva lo stop ai paradisi fiscali.

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E' già stato definito il più grande stimolo fiscale e monetario dei tempi recenti quello che è stao messo a punto dai leader mondiali durante..

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E’ già stato definito il più grande stimolo fiscale e monetario dei tempi recenti quello che è stato messo a punto dai leader mondiali durante il G20 tenutosi ieri a Londra. L’intesa raggiunta dai vertici mondiali, in particolare è riassumibile in quattro punti chiave: un ulteriore ampliamento degli stimoli fiscali per sostenere la ripresa economica, da realizzare impiegando fino a cinque miliardi di dollari entro il 2010; mille miliardi per rifinanziare il Fondo Monetario Internazionale; l’allargamento del Financial Stability Forum; la redazione della cosiddetta lista nera dei paradisi fiscali.

l ministro degli Esteri Franco Frattini, durante un’intervista, ha affermato che l’accordo raggiunto a Londra in relazione ai paradisi fiscali è molto importante ma, allo stesso tempo, ha sottolineato l’assoluta necessità che si riesca a passare dalle parole ai fatti in brevissimo tempo.


Frattini, in particolare, ha spiegato che è necessario esercitare una pressione diplomatica piuttosto forte su alcuni stati che non intendono accettare le regole internazionali comuni in relazione ad alcuni aspetti finanziari che riguardano la loro legislazione interna. Se non si riesce a fare ciò in maniera efficace e veloce, ha affermato il ministro, quanto deciso durante il vertice si rivelerà del tutto inutile, una vera e propria perdita di tempo. “Se vogliamo evitare che questi enormi fatti di immoralità sui mercati finanziari che hanno portato alla crisi si ripetano in futuro dobbiamo mettere uno stop a dei paradisi fiscali che sono in realtà dei luoghi dove, potenzialmente, si potrebbero ancora nascondere l’immoralità, l’imbroglio, il riciclaggio“.

Ma il vertice di Londra è stato utile a tale scopo anche perchè è riuscito a coinvolgere nell’intesa anche paesi che fino ad ora erano sempre stati piuttosto riluttanti verso una eliminazione definitiva dei paradisi fiscali.

Nel frattempo l’OCSE ha pubblicato due liste relative ai paradisi fiscali: la prima è stata definita la “lista nera” e include Costa Rica, Malaysia, Filippine, Uruguay mentre l’altra è stata definita “lista grigia” e include Lussemburgo, Svizzera, Austria, Belgio, Singapore, Cile e isole Cayman, Liechtenstein e Principato di Monaco. Ancora al di sotto della lista grigia l’OCSE ha collocato Andorra, Gibilterra, Panama e San Marino.

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