
La BoE ha suggerito che nei prossimi mesi manterrà un orientamento più neutrale relativamente ai tassi di interesse e questo potrebbe far vivere rialzi al Gbp nelle prossime settimane.
La BoE ha suggerito che nei prossimi mesi manterrà un orientamento più neutrale relativamente ai tassi di interesse e questo potrebbe far vivere rialzi al Gbp nelle prossime settimane.
Il rimbalzo di ieri viene attribuito anche alle notizie dalla Cina che dovrebbe annunciare a breve, probabilmente domani, un nuovo piano di stimolo che dovrebbe avere degli effetti positivi sull’economia cinese.
I dati sull’inflazione sono stati negativi mostrando segni di decrescita dei prezzi e rischi di inizio di un processo di deflazione. Ancor più di quanto detto per il Regno Unito, il discorso post decisione della Banca Centrale avrà la sua importanza.
Infatti Trichet ha sempre una grande influenza sull’andamento del mercato e secondo molti dovrebbe negare la possibilità di ulteriori tagli del costo del denaro.
Il primo elemento che potrà avere degli effetti sull’andamento del dollaro nelle prossime settimane sarà legata alle politiche intraprese da Obama che con un’intenzione di intervenire direttamente nel capitale di grandi banche potrebbe far accrescere il rapporto deficit/pil Usa che si trova al 12,5%.
Il primo movimento da notare per chi ama investire nell’oro è stato quello dell’oro che ha sfondato la barriera dei 1000 dollaro per poi ritornare sotto questo valore. I mercati azionari hanno avuto l’ennesimo crollo significativo e i titoli di stato hanno avuto un rally importantissimo.
La reazione delle principali valute fa riflettere su alcune considerazioni fatte finora relativamente alle correlazioni che hanno guidato il mercato in questi ultimi mesi. Prima fra tutte è quella relativa al movimento di dollaro e yen che hanno chiuso in pesante ribasso nei confronti di valute a maggior rendimento e mettendo a rischio quel valore intrinseco di valute più sicure che hanno avuto a partire dall’inizio di questa crisi.
Si tratta del primo taglio effettuato dalla Banca del Giappone negli ultimi sette anni ed è sicuramente scaturito dalla ondata globale di taglio dei tassi di interesse per contenere la crisi finanziaria.
Subito dopo la notizia il principale indice giapponese Nikkei ha iniziato a salire ma, tuttavia, la giornata, alla fine, si è conclusa con un ribasso del 5%.
Le autorità sostengono che, al fine di stabilizzare il mercato, sarebbe utile vietare agli operatori commerciali di vendere azioni che non posseggono o che non hanno ancora avuto in prestito.
Ultimamente lo yen è aumentato di valore rispetto al dollaro ma martedì il suo valore rispetto al dollaro è nuovamente calato, circostanza questa che risulta molto favorevole per gli esportatori.
Le cause delle dimissioni sono da ricercare nella crisi che l’economia giapponese sta attraversando in questo periodo e nell’incapacità , delle massime cariche del paese, di eseguire delle riforme strutturali di cui il paese ha attualmente estremo bisogno.
Con questo piano economico, il governo del Sol Levante spera di venir incontro alla propria popolazione per far fronte all’aumento incessante dei prezzi.
Il programma appena annunciato prevede 2 trillioni di yen di spesa pubblica e i restanti 9 andranno ad aiutare le imprese locali con prestiti mirati.