Pil italiano crolla del 2,2% nel 2012

by Redazione Commenta

Nel 2012 il pil dell’Italia è sceso del 2,2% (dato corretto per gli effetti di calendario). Nel 2011 il pil italiano era rimbalzato leggermente dello 0,6%

Nel 2012 il pil dell’Italia è sceso del 2,2% (dato corretto per gli effetti di calendario). Nel 2011 il pil italiano era rimbalzato leggermente dello 0,6%, ma già si preparava alla pesante battuta d’arresto dello scorso anno. Il 2012 ha avuto una giornata lavorativa in più, per cui l’Istat fa notare che nel quarto trimestre il pil è sceso dello 0,9% rispetto ai tre mesi precedenti, evidenziando una flessione peggiore del previsto. Il crollo del 2012 fa sì che l’Italia sia in recessione da ben 6 trimestri consecutivi.

Un calo così pesante del pil non si verificava ormai dal 1993, quando avvenne una flessione del pil dal secondo trimestre del 1992 al terzo trimestre del 1993. Rispetto all’ultimo trimestre del 2011, il pil è crollato del 2,7% mentre gli analisti si aspettavano un calo del 2,3%. La battuta d’arresto del pil è la diretta conseguenza della flessione di tutti i settori dell’attività economica: industria, agricoltura e servizi.

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Secondo gli esperti il paese è ancora lontano dall’uscita dalla crisi, complice il crollo dei consumi delle famiglie e la debole spesa delle imprese. Secondo Annalisa Piazza di Newedge, “non può essere escluso un forte calo delle scorte, visto che le industrie restano caute nel gestirle nell’attuale ambiente incerto”. Dopo la diffusione del dato sul pil, Piazza Affari resta incerta: FTSE MIB +0,04%. Lo spread Btp-Bund quota a 273 punti base.

â–º ITALIA SECONDO PAESE PIU’ CORROTTO D’EUROPA

Intanto, stamattina sono stati pubblicati anche i dati sul pil di Germania e Francia, che hanno evidenziato una recessione nell’ultimo trimestre del 2012 con un risultato peggiore delle attese: il pil transalpino è calato dello 0,3% nell’ultimo trimestre dello scorso anno, quello tedesco dello 0,6%. Nel suo consueto bollettino mensile, la Bce ha peggiorato le previsioni medie degli operatori economici sull’area euro.

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