Fiat forte strappo rialzista oltre quota 10 euro

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Ve lo avevamo anticipato nei giorni scorsi, ed ora possiamo confermarlo, il tentato aggancio del titolo Fiat alla fatidica quota dei 10 euro è riuscito con grande successo.

Infatti il titolo Fiat nella giornata di venerdì ha messo a segno un chiaro strappo rialzista, definito dagli esperti break-out rialzista, arrivando a toccare addirittura la soglia dei 10,5 euro per azione, ben sopra la soglia psicologica dei 10 euro per il titolo del Lingotto.

Unicredit fase di stallo a quota 2,7 euro

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Il titolo di Unicredit nella chiusura di venerdì scorso non ha fornito molte indicazioni per i giorni a venire, essendosi sempre mosso a ridosso di quota 2,7 euro per azione senza riuscire mai a dare una scossa forte al suo grafico, rimasto pressochè fermo.

Si sta registrando quella che in gergo tecnico viene definita riduzione della pressione rialzista, in controtendenza alla risalita precedente, con i volumi degli scambi sul titolo della banca che stanno diminuendo sensibilmente.

Atlantia intravede la soglia dei 18 euro

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Il titolo Atlantia negli ultimi mesi sta facendo registrare un ottimo trend rialzista ed in particolare nelle ultime sedute della settimana appena conclusa ha toccato per ben due volte i massimi dell’anno a quota 17,3 euro per azione.

Il titolo infatti ora sta provando un allungo verso quota 17,9-18 euro, provando a continuare il trend rialzista di questo ultimo periodo, dopo una fase di consolidamento sopra quota 16,3 euro.

L’analisi quantitativa portata avanti dagli esperti suggerisce buoni spunti per il futuro di Atlantia: gli oscillatori di momentum stanno rimbalzando verso le rispettive soglie di ipercomprato, mentre il Parabolic Sar si è girato in posizione long.

Fiat tenta l’aggancio a quota 10 euro

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Il titolo Fiat a Piazza Affari nella giornata di ieri è stato protagonista di un netto balzo in avanti, è arrivato a toccare infatti quota 9,8-9,82 euro per azione, confermando così il buon momento che stanno passando i titoli del Lingotto.

Rimane così positivo il quadro di breve termine, permettendo al titolo stesso di poter continuare nella sua risalita, con target a breve termine stimato intorno ai 10 euro per azione, con il valore che in un secondo momento dovrebbe assestarsi a quota 10,15-10,18 euro.

Eni tenta di annullare il gap a 17,37 euro

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Il titolo Eni è stato interessato fin dal mese di marzo da una trendline rialzista, che ha dato origine al rally dei mesi scorsi e ora potrebbe rivelarsi utile per fornire sostegno al titolo, aumentando ancora il proprio valore in borsa, dopo l’ulteriore balzo registrato tra fine settimana scorsa ed inizio della nuova settimana.

Eni si è riportato sopra la media mobile di breve termine, passando in area 17 euro e adesso tenta l’annullamento del gap ribassista iniziato il 21 settembre a 17,37 euro. Gli esperti affermano che oltre questo livello sarebbero attaccati anche gli ultimi massimi relativi a quota 17,7 euro.

Draghi intravede una ripresa lenta e fragile

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Il Governatore della Banca d’Italia e presidente del Financial stability forum, Mario Draghi, in una conferenza a lato degli incontri annuali del Fmi, ha parlato del futuro dell’economia, facendo il punto su quella che sarà la ripresa nei prossimi mesi.

Secondo Draghi la ripresa sarà lenta e dovrà vedersela con molti elementi di incertezza, sia sul lato economico che su quello finanziario. Draghi ha dichiarato che si iniziano però a vedere già dei primi piccoli segnali di ripresa, che però sarà lenta e fragile.

Parlando dell’alto tasso di disoccupazione afferma che a preoccuparlo non è solo l’Italia, in quanto questo è un problema molto esteso, con il numero di disoccupati sempre in aumento.

Indebitamento di Pirelli RE

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La situazione del gruppo immobiliare Pirelli Real Estate non è delle più rosee a causa anche della difficile crisi del mercato immobiliare americano che si è riflettuto nel resto del mondo e quindi anche in Italia.

L’obiettivo per il 2009 era quello di vendere proprietà immobiliari per un valore compreso nell’intorno del miliardo di euro e questo potrebbe essere raggiunto anche se l’indebitamento netto stimato oscilla nell’intorno dei 430 milioni di euro con un passivo di 30 milioni di euro circa.

Previsioni di Saipem, Saras ed Erg

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Arrivano oggi le analisi dei vari istituti finanziari del mondo su alcuni titoli petroliferi italiani.

E’ chiaro che le quotazioni dei titoli petroliferi rispecchiano l’andamento del prezzo al barile del greggio ed infatti oggi che il prezzo per un barile di petrolio è nell’intorno dei 70 dollari al barile, nel giro di un anno potrebbe raggiungere gli 82 dollari al barile.

Royal Bank of Scotland ha deciso di motificare il proprio target price nei confronti del titolo di Saipem portandolo a 22,5 euro ad azione aumentando così di 7,7 euro ad azione.

Previsioni Unicredit per fine 2009

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Una delle più grandi banche d’affari del mondo, l’americana Goldman Sachs (il cui nome deriva dai suoi padri fondatori, l’ebreo tedesco immigrato in America Marcus Goldman ed il genero Samuel Sachs) quotata alla borsa di New York dal 1896, ha fatto alcune dichiarazioni e previsioni su alcuni titoli bancari italiani.

Goldman Sachs ha infatti previsto un aumento del 25% del valore di ogni azione di Unicredit portando quindi a 3,30 euro ad azione ovvero ben 30 centesimi in più rispetto al valore attuale.

Citigroup prospetta una crescita economica in Italia nell’ultimo trimestre 2009

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Citigroup ha portato avanti un’analisi sulla base dei dati Istat sul Pil del secondo trimestre di quest’anno e sui dati riguardanti la produzione industriale, prevedendo una ripresa economica per l’Italia, anche a breve, ma solamente se ci sarà una forte ripresa del commercio internazionale e se ci sarà un esaurimento delle scorte.

Citigroup, per bocca di Giada Giani, economista della banca, fa sapere che per l’Italia il Pil nel terzo trimestre è stimato in calo solo dello 0,1%, mentre nel quarto trimestre è prevista addirittura una risalita dello 0,2%.

Isae, ad agosto sale la fiducia delle imprese manifatturiere

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Durante il mese di agosto è salita la fiducia delle imprese manifatturiere che hanno registrato addirittura valori più elevati rispetto a quelli previsti dagli analisti.

Nel corso del mese appena concluso, infatti, l’indice manifatturiero Isae destagionalizzato è salito a 74,8 punti dai 72,4 di luglio, ossia il valore più alto registrato da ottobre 2008, segnando così il quinto rialzo mensile consecutivo. Gli analisti, invece, avevano previsto un range compreso tra 72,2 e 74,5.

Italia terza per disoccupazione in Ue

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L’Eurostat ha collocato l’Italia sul terzo gradino del podio, ma purtroppo in una classifica per nulla ambita visto che è stata stilata sulla base dei dati relativi alla disoccupazione giovanile.

Dai dati raccolti e analizzati dall’Eurostat, infatti, emerge che la prospettiva di lavoro per chi ha meno di 25 anni è peggiore in Spagna, dove è senza lavoro un ragazzo su tre (33,6%), seguita dalla Lettonia (28,2%) e dall’Italia dove è senza lavoro un giovane su quattro (24,9%).

Famiglie più indebitate dopo l’introduzione dell’euro

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In base ad un indagine condotta della Cgia di Mestre le famiglie italiane sono indebitate in media per 15.067,76 euro, ossia un livello di indebitamento che dall’introduzione dell’euro ad oggi è cresciuto dell’81%.

L’indebitamento di cui parla la Cgia riguarda soprattutto i mutui per l’acquisto della prima casa, i prestiti per l’acquisto di beni mobili, il credito al consumo e i finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili.

Pil italiano -6% nel secondo trimestre 2009

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L’Istat ha da poco comunicato i dati relativi al Pil italiano del secondo trimestre 2009 calcolato su base annua, che arretra del 6%, ottenendo così lo stesso risultato che si era registrato nel primo trimestre dell’anno. In questi casi è bene far notare che il dato del Pil è corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, e questo rappresenta quindi insieme ai primi tre mesi dell’anno in corso, il peggiore risultato dal 1980 ad oggi.

Invece comparando questo trimestre con i primi tre mesi dell’anno abbiamo un calo dello 0,5%, un dato comunque migliore del -2,7% congiunturale del primo trimestre (cifra rivista al ribasso dal -2,6% indicato a giugno).