Faissola rassicura sulla situazione delle banche italiane

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Il presidente dell’Abi Corrado Faissola, durante l’assemblea annuale dell’associazione, ha rilasciato dichiarazioni rassicuranti per quanto riguarda la situazione del sistema bancario italiano. Faissola, infatti, ha affermato che il patrimonio detenuto dalle banche italiane è un patrimonio dibuona qualità“, che risponde perfettemente agli standard che sono stati posti come vincolo dalla Banca d’Italia.

Secondo il numero uno di Palazzo Altieri, infatti, il livello di patrimonializzazione delle banche italiane è riuscito a rimanere entro i suoi standard nonostante la riduzione della redditività.

Moody’s prevede un biennio difficile per le banche italiane

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La notizia di oggi sul fallimento di altre sette banche americane, per un totale di 52 banche fallite in America dall’inizio dell’anno ad oggi, è un dato che sottolinea quanto la situzione in cui versano gli istituti bancari di tutto il mondo sia piuttosto difficile e precaria.

Questa condizione è stata confermata anche da Henry MacNevin, il vicepresidente Emea banking di Moody’s, che tuttavia ha sottolineato come la situzione delle banche italiane non sia poi così disastrosa.

Falliscono altre sette banche americane

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La crisi economica continua a fare vittime in America dove la Fdic (il fondo di garanzia dei depositi Usa) ha annunciato la chiusura per insolvenza di altre sette banche.

Si tratta di sette istituti di credito statunitensi di modeste dimensioni che si sono trovati ad essere pesantemente coinvolti in investimenti in obbligazioni cartolarizzate. Questi sette istituti, di cui sei appartengono allo Stato dell’Illinois, si vanno ad aggiungere a quelli già falliti dall’inizio dell’anno per un totale di 52 istituti falliti, un numero impressionante soprattutto considerando che altre 25 banche hanno dichiarato fallimento nel 2008.

UBS rifiuta di fornire i nomi degli evasori

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La notizia che parlava di un accordo tra UBS e il fisco statunitense è naufragata dopo solo due giorni, non si sà se si sia trattato solo di false indiscrezioni o se, più semplicemente, il governo degli Stati Uniti abbia deciso di andare fino in fondo alla vicenda e di non accettare il risarcimento proposto da UBS, fatto sta che ora spetta ai giudici americani, nell’udienza prevista per il 13 Luglio, stabilire se UBS dovrà o meno rivelare i nomi dei suoi clienti che hanno evaso le tasse.

Gli Stati Uniti, ricordiamo, hanno accusato UBS di aver aiutato alcuni suoi clienti americani (circa 52.000 persone) ad evadere il fisco americano e per questo pretende che la banca fornisca i nominativi di queste persone, affinchè le autorità competenti possano procedere nei loro confronti.

UBS pronta a risarcire il fisco statunitense

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UBS si è sempre dichiarata innocente, respingendo l’accusa avanzata lo scorso Novembre dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti che aveva accusato la banca elvetica di aver aiutato, attraverso conti off-shore, circa 17.000 dei suoi clienti americani ad evadere il fisco, un evasione che ha creato alle casse statuinetensi un danno che si aggira intorno ai 300 milioni di dollari.

Nonostante abbia più volte ribadito al sua innocenza UBS pare sia pronta a risolvere la questione mediante il pagamento di un ingente somma di denaro, una mossa che non rappresenta affatto un’ammissione di colpa ma che UBS ha deciso soprattutto nell’interesse dei suoi clienti.

Intesa Sanpaolo progetta la fusione delle sue compagnie assicurative

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Il consiglio di gestione e il consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo hanno approvato ieri un progetto che prevede la fusione delle quattro compagnie con le quali oggi opera nella bancassicurazione, ossia Intesa Vita, controllata al 50% con Generali, EurizonVita, controllata al 99,96%, Centrovita Assicurazioni, controllata al 51% con Cardif Assurance e Sud Polo Vita, controllata al 99,97%.

Si tratta di un operazione che vale ben 8 miliardi di euro ma che comunque è ancora subordinata ad una serie di condizioni tra cui l’acquisizione del 50% di Intesa Vita attualmente nelle mani di Generali e del 49% di Centrovita detenuto da Cardiff Assurance del gruppo Bnp Paribas.

Situazione banche in borsa

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Dalla riunione dell’Eurogruppo tenutasi ieri è emerso di fatto che gli stress test bancari continueranno ad essere al centro dell’attenzione da parte delle autorità europee. Anche il commissario dell’Ue Joaquin Almunia ha affermato come sia necessario attuare questa strategia in modo da avere sempre sotto controllo la situazione anche se dovesse degenerare, aggiungendo che se necessario si potrà attuare anche un aumento del capitale delle banche.

Almunia ha anche annunciato che proporrà l’avvio di procedure per deficit pubblico eccessivo per quei paesi europei il cui Pil supererà il 3% quello di quest’anno, e l’Italia è tra questi paesi.

Morgan Stanley spinge Unicredit

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Partenza strana per le borse europee, dopo la chiusura in positivo ieri sera di Wall Street oggi a Piazza Affari il FTSE Mib guadagna lo 0.32% risultando così migliore del Cac40 di Parigi che perde lo 0.17% e del FTSE di Londra che perde lo 0.52%.

Sembra inarrestabile il rincaro del barile di petrolio che ormai ha superato la soglia dei 68 dollari, arrivando a valere 68.6 dollari al barile. In scia di questo risultato Eni segna uno +0.22%, Saipem guadagna lo 0.25% mentre Tenaris segna +0.17%.

Le banche italiane non investono in titoli tossici

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In un convegno a Berlino Mario Draghi ha spiegato il perchè nessuna banca italiana ha dichiarato fallimento e perchè nessuna banca è stata nazionalizzata come è avvenuto in molti altri paesi anche dell’Unione Europea. Come sappiamo, questa situazione di crisi è avvenuta principalmente per i mutui subprime e per i titoli tossici che sono stati creati di conseguenza dalla banche americane.

Mario Draghi, governato di Bankitalia, ha spiegato che le banche italiane negli ultimi 3/4 anni hanno gestito situazioni di fusione e di cambi manager che hanno di fatto aiutato a non farsi distrarre dalle proposte provenienti oltre oceano.

Banca Popolare di Milano approva un prestito obbligazionario

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Il consiglio di amministrazione della Banca Popolare di Milano ha approvato all’unanimità le condizioni relative all’emissione di un prestito obbligazionario che ammonta a 695,5 milioni di euro con cedola annua al 6,75%.

Ogni obbligazione ha un valore nominale di 100 euro ed è prevista la conversione automatica in azioni ordinarie della Banca Popolare di Milano con prezzo di conversione minimo di 6 euro e massimo di 7 euro.

Tremonti accusa le banche

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Il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha approfittato dell’assemblea di Confcooperative per far sapere la sua personale opinione in relazione a ciò che riguarda il settore bancario e la crisi economica.

Tremonti, infatti, ha rivelato che per quanto riguarda gli istituti bancari c’è ancora molto da fare perchè, a suo avviso, il problema principale è che gli istituti bancari mettono in atto una finanza che è fine esclusivamente a se stessa.

Prestiti per le casalinghe

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I prestiti alle casalanghe rientrano nella categoria dei prestiti atipici, motivo per il quale essi vengono previsti e concessi soltanto da pochissimi istituti di credito.

Il prestito riservato alle casalinghe, in particolare, è una tipologia di prestito prevista per questa categoria di persone che, guadagnando poco o non guadagnando nulla, necessita di liquidità per acquisti relativi alla propria abitazione come, ad esempio, mobili, elettrodomestici, ecc.

Mutui agevolati per i Gay

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Finalmente anche in Italia, come già avviene in Italia e in alcuni paesi del Nord Europa, arriva un’offerta che agevola la sottoscrizione di un mutuo da parte di persone o coppie omosessuali.

L’iniziativa arriva dalla banca tedesca Bhw Bausparkasse AG la quale ha stipulato una convenzione con l’Arcigay (L’Associazione lesbica e gay italiana) che offre uno sconto sul tasso del mutuo alle persone che fanno aprte di questa associazione.

Bankitalia porta al 10% la soglia minima per l’autorizzazione di acquisto quote

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La Banca d’Italia, attraverso una circolare firmata dal governatore Mario Draghi, ha reso noto che per l’acquisto di una partecipazione in una banca è necessaria l’autorizzazione della Banca d’Italia quando si raggiunge la soglia del 10% e non più quella del 5% come previsto dalle norme italiane.

Con questo comunicato, quindi, l’istituto di via Nazionale ha reso non più valida un comma del Testo Unico Bancario e, al contempo, ha reso immediatamente efficace la direttiva europea sull’acquisto di partecipazioni qualificate in banche, assicurazioni e imprese di investimento, anche se ancora non recepita nell’ordinamento nazionale.