Trimestrale Credit Agricole ottobre dicembre 2009

by Redazione 2

Credit Agricole ha chiuso il quarto trimestre 2009 con un utile 433 milioni di euro, un ottimo risultato non solo perchè superiore alle..

Credit Agricole ha chiuso il quarto trimestre 2009 con un utile di 433 milioni di euro, un ottimo risultato non solo perchè superiore alle attese degli analisti, che avevano previsto un utile di 430 milioni, ma anche perchè paragonato alla perdita di 309 milioni euro registrata nello stesso periodo dello scorso anno.

A contribuire in maniera determinate al ritorno all’utile da parte dell’istituto bancario è stato senza dubbio il miglioramento della situazione economica, anche se non è affatto trascurabile il dato che vede i ricavi societari scendere a 4,49 miliardi di euro contro i 4,69 miliardi previsti dagli esperti. Alla luce di questi risultati Credit Agricole ha proposto un dividendo sugli stessi livelli del 2008, ossia pari a 0,45 euro.


Il risultato lordo di gestione ha registrato una crescita del 73% a 5,76 miliardi, contemporaneamente però il costo del rischio è salito del 48% a 4,7 miliardi. Ad incidere in modo negativo è stata soprattutto la perdita di 937 milioni registrata dalla filiale greca Emporiki che ha perso ben 937 milioni, nonostante questo però il Ceo Georges Pauget ha rivelato che l’ipotesi di cessione della filiale non è neanche presa in considerazione, soprattutto perchè si ritiene che Emporiki riuscirà a raggiungere il pareggio di bilancio il prossimo anno.


In ogni caso le conseguenze della crisi economica continuano a pesare non poco sui risulati della banca francese, gli accantonamenti per le eventuali perdite sui prestiti hanno infatti raggiunto 1,29 miliardi di euro, il 20% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ma in crescita dell’8,3% rispetto al terzo trimestre.

Il Ceo Pauget ha anche parlato della tanto discusa riforma sui requisiti di capitale proposta dal Comitato di Basilea affermando di essere piuttosto fiducioso, a suo avviso questa riforma non avrà un effetto penalizzante sulla struttura di capitale ma lascerà le banche di risparmio francesi sullo stesso piano competitivo rispetto alle altre banche.

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