
La banca francese, la prima del paese, ha potuto beneficiare nel trimestre dell’aumento dei ricavi della divisione investment banking e della ripresa delle sue attività retail negli Usa.
La banca francese, la prima del paese, ha potuto beneficiare nel trimestre dell’aumento dei ricavi della divisione investment banking e della ripresa delle sue attività retail negli Usa.
L’utile netto dell’istituto transalpino ha ammontato a quota 874 milioni di euro, mentre le previsioni degli analisti erano in media di 865 milioni.
Nel periodo compreso tra gennaio e dicembre 2010 i ricavi sono cresciuti dell’8% a 31,4 miliardi mentre il Core Tier 1 si è attestato al 10,8% contro il 10,0% del 2009. A fronte dei risultati realizzati nel 2010, Barclays ha annunciato un aumento del dividendo da 2,5 a 5,5 pounds per azione.
Se si ha sufficiente dimestichezza con internet la soluzione migliore è quella di puntare alle banche online, senza dubbio le più economiche. Secondo l’analisi condotta da CorrierEconomia e che ha preso in considerazione le sei maggiori banche che operano online (Fineco, IwBank, Che Banca!, Ing, WeBank e Barclays), il costo medio annuo di un conto corrente online è di soli 11,05 euro.
Ad incidere in maniera negativa sull’utile sono state soprattutto le svalutazioni legate al fair value sul capitale di terzi per 146 milioni, oltre alle perdite sempre legate al fair value su cross currency swap esistenti sul debito a lungo termine.
Ieri, infatti, l’agenzia di rating ha rivisto al rialzo il rating individuale della banca portandolo a B/C da C, ha rivisto l’outlook da negativo a stabile a ha confermato il rating a lungo termine ad A. La valutazione positiva ha a sua volta portato ad un miglioramento della valutazione relativa ai selezionati strumenti ibridi di capitale a BBB+ da BBB.
Da quando il testimone è passato ad Alberto Nagel, tuttavia, si è verificata un’inversione di tendenza in forza della quale sono state progressivamente rafforzate le sedi all’estero, prima a Parigi e poi a Francoforte, Madrid e Londra. A riguardo l’ultimo passo compiuto dalla banca è stato l’ulteriore rafforzamento della sede di Francoforte con tre acquisti da Rothschild: Adam Bolek, Steffen Geisler e Jens Krane.
In questo modo, dunque, nel caso in cui le perdite di bilancio dovessero superare una determinata soglia, il capitale bancario si andrebbe a rafforzare automaticamente, evitando la necessità di nuovi salvataggi pubblici.
Contestualmente all’avvio della copertura su Ubi Banca, Morgan Stanley ha tagliato le stime Eps 2011-2012 delle banche italiane dell’8% circa, in quanto ritiene che l’avvicinarsi di una soluzione alla crisi del debito sovrano abbia contribuito a spingere al rialzo le relative quotazioni ma allo stesso tempo è evidente la persistenza del rischio sugli utili alla luce degli elevati costi dei finanziamenti.
Nel corso dello scorso anno la banca ha realizzato un risultato netto positivo per circa 44 milioni rispetto a 26 milioni del 2009, in crescita del 70% circa rispetto al 2009.
Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, infatti, l’Associazione bancaria italiana è convinta che la normativa attuale in merito all’usura danneggia soprattutto l’accesso al credito da parte della clientela in quanto il rischio è che per le banche non risulti conveniente erogare prestiti in forza di una soglia estremamente bassa e di un costo della provvista eccessivamente elevato.
Il calo è stato ricondotto in larga parte alla performance negativa realizzata nel settore del trading a tasso fisso, che al contrario nel 2009 aveva prodotto risultati entusiasmanti. Nel quarto trimestre, in particolare, le entrate derivanti dal trading a tasso fisso sono calate a 1,64 miliardi di dollari, inferiori del 39% rispetto a quelle realizzate nel precedente trimestre.
I ricavi sono aumentati a 18,6 miliardi di dollari, anche in questo caso un dato inferiore rispetto alle previsioni, che stimavano invece ricavi per 20,45 miliardi.