Il piano di recupero proposto da Ford, Chrysler e General Motors

by Redazione Commenta

Chrysler, Ford e General Motors, come gli era stato richiesto, hanno presentanto al Congresso il loro piano di utilizzo del finanziamento..

Chrysler, Ford e General Motors, come gli era stato chiesto, hanno presentanto al Congresso il loro piano di utilizzo del finanziamento richiesto il mese scorso al governo americano per evitare il fallimento. Il piano di recupero proposto dalle tre case automobilistiche, in sostanza, prevede di recuperare il debito investendo in tecnologie a basso impatto ambientale.

La grave crisi economica, infatti, ha portato una notevole riduzione delle vendite: Ford, ad esempio, durante il mese di Novembre ha venduto il 31% di veicoli in meno rispetto allo stesso mese dello scorso anno. General Motors, invece, facendo lo stesso paragone, ha venduto il 41% in meno dei veicoli mentre Chrysler il 47%.


General Motors, Ford e Chrysler hanno chiesto al Congresso un prestito, rispettivamente, di 12, 9 e 7 miliardi di dollari. Tutte e tre le case produttrici hanno spiegato che questo denaro verrà impiegato per far fronte al calo delle vendite, per investimenti volti a sviluppare veicoli più efficienti da un punto di vista ambientale e per pagare i vari debiti accumulati.

Ovviamente un taglio dei costi è necessario e, per questo, esse saranno costrette a ridurre sia gli stipendi sia il numero dei dipendenti. Sulla base di questo piano le tre case automobilistiche auspicano di ritornare ai profitti, registrati negli anni passati, entro il 2011.


Gli esperti del settore, tuttavia, sostengono che il recupero sarà un compito più che arduo dato che i profitti sono scesi drasticamente.

Il governo americano, subito dopo la proposta del piano di recupero, ha mostrato un certo scetticismo ribadendo che il finanziamento sarà concesso alle case automobilistiche soltanto se risulterà che i soldi richiesti siano indispensabili per la soppravvivenza delle tre società.

Alcuni esperti, tuttavia, sostengono che la crisi di Ford, General Motors e Chrysler non sia dovuta soltanto alla crisi economica ma, soprattutto, ad una produzione inefficiente e a dei costi di lavoro notevolmente superiori rispetto a quelli dei loro concorrenti stranieri.

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