
Parmalat comunica che il capitale sociale ammonta a 1.703.448.052 euro, in aumento di 218.500 euro rispetto ai 1.703.229.552 euro precedenti. Questo aumento è dovuto soprattutto all’assegnazione di 11mila azioni e all’esercizio di 207.500 warrant.
Parmalat comunica che il capitale sociale ammonta a 1.703.448.052 euro, in aumento di 218.500 euro rispetto ai 1.703.229.552 euro precedenti. Questo aumento è dovuto soprattutto all’assegnazione di 11mila azioni e all’esercizio di 207.500 warrant.
La fiducia è aumentata soprattutto tra i produttori di beni di consumo dove è stato registrato un aumento dell’indice da 83 a 85, mentre l’avanzamento è stato meno marcato per gli intermedi, passati a 77,6 da 76,1, e per i beni di investimento, a 70,2 da 69,1. La crescita della fiducia, come sempre, non è avvenuta in maniera omogenea ma in modo diverso a seconda delle diverse zone geografiche, un miglioramento più marcato ha infatti interessato l’Italia centro-settentrionale mentre nel Mezzogiorno al contrario è stato registrato un calo.
Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente i flussi commerciali con i paesi extra Ue sono diminuiti del 23,4% per le esportazioni e del 26,1% per le importazioni. Ad ottobre 2009 il saldo commerciale con i paesi extra Ue risulta positivo per 117 milioni di euro, in miglioramento rispetto al deficit di 366 milioni di euro registrato ad ottobre 2008.
In ogni caso il ministro dell’economia ha ribadito quanto sostenuto dalla maggior parte degli esperti mondiali e cioè che se è vero che il 2010 sarà l’anno della ripresa è anche vero che l’economia mondiale sarà ancora caratterizzata da un’estrema debolezza e incertezza per cui è importante essere cauti nelle previsioni.
Il 50,6% d’altra parte si dichiara per niente o poco soddisfatto, ma si registrano comunque miglioramenti rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando i soddisfatti erano il 41,3%.
Nel mese di settembre l’Ocse ha rilevato forti segnali di ripresa non soli in Italia ma anche in Francia, il Regno Unito e Cina. Questi i paesi che hanno mostrato maggiori segnali di ripresa seguiti poi da Canada e Germania.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), ossia quello usato in sede europea, ad ottobre è rimasto sostanzialmente invariato allo +0,4% su base annua, mentre su base mensile è aumentato dello 0,5%.
L’Italia ha infatti registrato un indicatore a 106,0 rispetto al 104,0 di luglio, quello della Francia sale in agosto a 103,7 da 102,4 di luglio mentre l’indicatore relativo all’insieme dei 30 paesi si attesta a 99,2 da 97,7 del mese scorso. Per i paesi del G7, l’indicatore sale a 99,1 da 97,5.
Decisamente diverse dai dati diffusi dall’Istat sono le previsioni degli economisti indicavano un aumento dello 0,6% su base mensile e un calo del 17,9% su base annua.
Ma in questa spiacevole situazione l’Italia non è sola visto che la stessa procedura è stata avviata dalla Commissione europea anche nei confronti di altri otto paesi, ovvero Germania, Austria, Belgio, Olanda, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Slovenia. Salgono a quota 20, quindi, i paesi sottoposti a tale procedura in considerazione del fatto che analogo provvedimento è già stato adottato lo scoso anno nei confronti di altri 11 paesi, tra cui Regno Unito e Ungheria.
Per la crescita economica del Sud Emma Mercegaglia ha proposto “una cabina di regia” per evitare quello che è già accaduto troppo spesso negli anni passati, ovvero una continua dispersione dei fondi concessi a favore del Mezzogiorno. Oltre ad un maggior controllo, secondo il presidente di Confindustria, è anche necessario che gli aiuti alle imprese siano il più possibile automatici e che venga quindi eliminata quanto più possibile l’intermediazione politica e burocratica.
I dati diffusi dall’Istat testimoniano che nel primo semestre dell’anno l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è stato del 6,3% del Pil, in notevole aumento rispetto al 3,5% del primo semestre del 2008, un aumento che caratterizza anche il paragone tra il disavanzo registrato nel secondo trimestre del 2009, che è stato pari al 3,3%, e quello del secondo trimestre del 2008, che invece è pari all’1,3%.
Nel confronto con il mese di luglio le esportazioni sono calate del 15% e le importazioni dello 0,2% mentre su base annua le esportazioni hanno registrato un -25,2% e le importazioni un -30%.
Come ha spiegato il ministro nel corso di una conferenza stampa la sua critica non è una questione personale, non si tratta di uno sgarbo a lui o al governo ma di un serio danno che le banche arrecano alle imprese, le vere destinatarie del provvedimento del governo.