Accordo concluso tra Citigroup e il governo americano

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Accordo raggiunto tra il governo americano e il colosso bancario Citigroup, almeno secondo quanto riportato dal Wall Street Journal nelle scorse ore. Secondo quanto segnalato dal giornale statunitense l’accordo prevede che il governo americano acquisti una partecipazione azionaria che oscilla tra il 30% e il 40%.

L’accordo, che dovrebbe essere annunciato ufficialmente nelle prossime ore, prevede la conversione di azioni privilegiate attualmente detenute dal Tesoro, per un ammontare di circa 25 milioni di dollari, in azioni ordinarie con diritto di voto. Non tutte le azioni Citigroup possedute dal governo, quindi, saranno oggetto di conversione. Il Tesoro americano, infatti, possiede azioni Citigroup per un ammontare di 45 milioni di dollari.

Che Banca!, la banca retail del gruppo Mediobanca

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Che Banca! è la banca che il gruppo Mediobanca ha creato con lo scopo di offrire prodotti semplici, sicuri e convenienti pensati proprio per rispondere alle esigenze del cliente moderno, offendo soluzioni perfettamente in linea con i tempi e, allo stesso tempo, fornendo piena assistenza e la garanzia del gruppo Mediobanca.

Che Banca!, in realtà, ha tra i suoi meriti quello di aver portato una ventata di novità all’ambiente bancario, trasformandolo da un contesto tipicamente rigido e formale a un ambiente confortevole e familiare, pensato proprio per far si che i clienti siano perfettamente a loro agio.

Zerotondo di Intesa San paolo, il conto a zero spese

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Sono numerose le banche per per cercare di limitare i danni derivanti dalla concorrenza esercitata dalle banche online propongono ai loro clienti soluzioni analoghe. E’ il caso questo di Zerotondo, il conto corrente proposto da Intesa San Paolo e che consente di risparmiare sui costi di gestione operando esclusivamente tramite internet o telefono.

Essere al passo con i tempi, del resto, è assolutamente necessario e proponendo conti correnti di questo tipo le banche hanno la possibilità di attirare a sè sia i più scettici che preferiscono optare per il conto corrente “tradizionale”, sia tutti coloro che, invece, utilizzando quotidianamente internet preferiscono risparmiare sui costi di getione ma, allo stesso tempo, affidarsi ad istituti bancari resi più affidabili da una lunga storia ed esperienza.

Unicredit Banca, perde lo 0,47% raggiungendo 0,96 euro

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Nella giornata di oggi il titolo Unicredit si assesta sotto la soglia psicologica di un dollaro per azione toccando picchi in discesa a 0,95 euro e chiudendo a fine serata a 0,96 euro. Dopo essere partita con 1,1 euro per azione alle 14:30 ha sfondato cedendo al ribasso ben lo 0,47%.

Il calo della giornata di oggi è possibile che sia dipeso dall’aumento di capitale della banca deliberato proprio nella giornata di ieri.

Firmato il decreto sui “Tremonti bond”

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Il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha firmato il decreto che autorizza la sottoscrizione da parte del Tesoro di obbligazioni emesse da banche italiane. Lo scopo del decreto, quindi, è quello di accrescere il patrimonio degli istituti bancari per aumentare le possibilità di finanziamento dell’economia italiana, favorendo così una sua ripresa dopo i duri colpi inflitti dalla crisi.

Ma le banche che sceglieranno di ricorrere ai cosiddetti “Tremonti bond” dovranno rispettare una serie di condizioni stabilite dallo stesso decreto. Anzitutto dovranno pagare una cedola annua il cui valore sarà compreso tra il 7,5% e l’8,5%, questo però soltanto per i primi anni poichè successivamente il loro valore crescerà gradualmente.

Prezzi delle case in calo del 18%

casa in vendita con cartello for sale

Le ultime sedute dei mercati finanziari hanno ristabilito le condizioni di volatilità che avevamo visto nell’ultima parte del 2008 con movimenti di diversi punti percentuali. La giornata di ieri è stata particolarmente significativa per una serie di dati tanto negativi quanto attesi. Tra i più rilevanti vanno segnalati l’indice dei prezzi delle case (in calo del 18,23%) e l’indice della fiducia dei consumatori (ai più bassi livelli dal ’67).

In tutto questo contesto il discorso di Bernanke può essere considerato almeno in parte “colpevole” dei movimenti che abbiamo notato sui mercati. Il governatore della Fed ha denotato la situazione attuale indicando come tale condizione economica non sia ancora prossima alla conclusione e sottolineando che i tassi di interesse rimarranno per tutto il 2009 a questi livelli.

Bernanke: la fine della crisi è vicina

bernanke

Il governatore della Federal Reserve Ben Bernanke ha mostrato un inaspettato ottimismo affermando che la crisi economica, che ha avuto effetti devastanti sulle economie mondiali, potrebbe terminare entro la fine del 2009, consentendo così ai principali istituti bancari e alle varie industrie di cominciare una lenta ripresa già dagli inizi del 2010.

L’ottimismo di Bernanke, come lui stesso ha spiegato, deriva dal bassissimo livello dei tassi che probabilmente rimarrà tale per molto tempo, circostanza che costituisce un forte stimolo per l’intero sistema economico.

Banche USA: nessuna nazionalizzazione

Crescita del mercato americano

Il Tesoro Usa insieme ad una serie di istituzioni hanno pubblicato ieri nel pomeriggio un intervento chiarificatore sui piani del governo evidenziati il 10 Febbraio ma non ha avuto nessun effetto benefico sulle quotazioni in borsa e non è riuscito a respingere verso alto le quotazioni borsistiche che hanno chiuso la giornata ai minimi dal 1997.

In questo modo il dollaro e lo Yen hanno finito la giornata in rialzo se confrontati con l’inizio settimana piuttosto burrascoso che aveva visto entrambe le valute perdere parecchie posizioni nei confronti dell’Euro in particolar modo. L’intervento sopra menzionato ha chiarificato che lo stato non ha intenzione di nazionalizzare le principali banche del paese (smentendo le voci che circolavano su Citigroup) ed il programma di rilancio avrà il solo effetto di controllare che le banche in difficoltà siano sufficientemente capitalizzate e potrebbe prevedere degli sforzi ulteriori per iniettare liquidità laddove il mercato richiederebbe sostegno alle banche con maggiori problemi.

Settimana scorsa protagonista l’oro

oro

La settimana passata si è chiusa in maniera burrascosa con dei movimenti che hanno dato segnali di diversa natura.

Il primo movimento da notare per chi ama investire nell’oro è stato quello dell’oro che ha sfondato la barriera dei 1000 dollaro per poi ritornare sotto questo valore. I mercati azionari hanno avuto l’ennesimo crollo significativo e i titoli di stato hanno avuto un rally importantissimo.

La reazione delle principali valute fa riflettere su alcune considerazioni fatte finora relativamente alle correlazioni che hanno guidato il mercato in questi ultimi mesi. Prima fra tutte è quella relativa al movimento di dollaro e yen che hanno chiuso in pesante ribasso nei confronti di valute a maggior rendimento e mettendo a rischio quel valore intrinseco di valute più sicure che hanno avuto a partire dall’inizio di questa crisi.

Mutui su banche straniere

Acquistare una casa è davvero un’impresa soprattutto per persone che di banche e mutui se ne intendono ben poco. Per darvi il nostro piccolo aiuto qualche giorno fà vi abbiamo fornito una delucidazione sulla differenza tra mutui a tasso fisso e mutui a tasso variabile.

Oggi, invece intendiamo parlarvi dei mutui offerti da alcune banche straniere che operano anche in Italia e che, a detta di alcuni esperti del settore, talvolta risultano essere più convenienti rispetto a quelli offerti dalle banche italiane.

Conto Arancio, più valore ai propri risparmi

In tempi di crisi risparmiare diventa sempre più difficile soprattutto per le famiglie medie alle prese con costi crescenti di luce, gas, affitto e via dicendo. Per questo motivo è importante dare più valore a quei pochissimi soldi che con tanti stenti si riescono a risparmiare. Questo è uno degli obiettivi principali di Conto Arancio, il conto offerto dalla banca olandese Ing.

Conto Arancio è un conto deposito online che funge come una sorta di salvadanaio in cui far confluire tutti i propri risparmi, che vengono valorizzati con un tasso di interesse annuo del 3%. Inoltre, chi attiva il conto entro il 28 Febbraio 2009 avrà per i primi 6 mesi un tasso di interesse del 4,25%.

WeBank, una delle prime banche online italiane

Se pensiamo che siamo nel 2009 e la maggior parte delle persone è ancora scettica sull’eventualità di affidare i propri soldi ad un gruppo bancario che opera online allora possiamo solo immaginare le difficoltà che hanno dovuto incontrare i fondatori di WeBank che, nell’ormai lontano 1999, hanno scelto di rischiare e credere in un simile progetto riuscendo però ad individuare con successo quello che rappresenta, inevitabilmente, il futuro bancario.

WeBank, infatti, è stata una delle prime banche online in Italia. L’unico ostacolo che questo tipo di attività incontra è il costante scetticismo delle persone, un ostacolo duro da superare, molto più di quanto si possa immaginare.

UBS: taglio di 2000 posti di lavoro

UBS, la più grande banca svizzera, ha annunciato un taglio di 2000 posti di lavoro dopo aver registrato una perdita di circa 19,7 miliardi di franchi svizzeri nel 2008, di cui 8,1 soltanto nel quarto trimestre, perdita causata prevalentemente da forti svalutazioni degli investimenti.

La perdita, quindi, è stata superiore di circa un miliardo rispetto a quanto previsto dagli analisti che attendevano una perdita di circa 7 miliardi.

Nonostante ciò, tuttavia, UBS sembra essere piuttosto ottimista. Il 2009, infatti, sembra lasciare intravedere uno spiraglio di luce poichè dall’inizio del nuovo anno si sono registrati flussi netti piuttosto positivi, circostanza che rende la banca piuttosto ottimista poichè una tale situazione non si verificava da svariati trimestri.

Il mercato azionario rischia il tracollo?

Chi si occupa di finanza conosce da sempre una sorta di dogma, ripetuto fino all’ossessione dai consulenti finanziari ai potenziali investitori: le azioni sono un investimento nettamente più rischioso delle obbligazioni (d’altronde, le azioni costituiscono il cosiddetto “capitale di rischio” di una società, mentre gli obbligazionisti sono creditori esterni all’emittente e dunque con tutele molto maggiori da parte della legge), ma, con un pizzico di fortuna, buon intuito e consigli giusti, possono rivelarsi una miniera d’oro per chi sa come muoversi sui mercati nazionali e internazionali.

Questo pilastro inamovibile nel settore della promozione finanziaria ha cominciato a mostrare brutte crepe in occasione della grave crisi in atto.
I dati diffusi da Barclays Capital (creatrice di Barclay Card), osservati con molta attenzione dagli esperti, sono indice di una situazione anomala.