Telecom potrebbe cedere parte di Sparkle

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Non è partita nei migliori dei modi la settimana in borsa a Piazza Affari, infatti dopo i primi scambi a Milano il Ftse Mib cede lo 0,29% a quota 17836 punti in avvio di seduta, ora perde addirittura lo 0,95%, mentre non fa meglio il Ftse All Share che perde l’1,07%.

Nemmeno le altre piazze europee vanno meglio, il Cac di Parigi cede lo 0,8%, il Dax di Francoforte lo 0,93% mentre il Ftse di Londra lascia sul campo lo 0,71%.
Tra tutti i settori quello peggiore sembra essere ancora una volta quello delle banche: Banco Popolare perde il 2,61% a 4,65 euro, Unicredit cede l’1,7% a 1,61 euro, Intesa San Paolo perde l’1,61% a quota 2,13 euro.

Industriali e bancari spingono Piazza Affari al ribasso

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Quella di ieri è stata una giornata molto strana in borsa, infatti nel pomeriggio si è registrata una repentina svolta per tutte le borse europee, che fino a quel momento, soprattutto Piazza Affari, erano state trainate dal buon andamento dei titoli bancari.

A Milano il Ftse Mib ha chiuso in calo dell’1,27%, il Ftse All Share ha ceduto l’1,22%. Non molto meglio le principali piazze europee, con Parigi che ha perso l’1,09%, Francoforte -1,15% e Londra -0,19%.

Cali pesanti di Intesa San Paolo e settore Oil

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Non è partita nel migliore dei modi neppure questa nuova settimana in borsa, infatti tutte le piazze europee sono partite con il segno negativo, non avendo tra l’altro spunti dal mercato americano, rimasto chiuso nel week-end scorso in occasione della festa dell’Indipendence Day.

In mattinata l’indice giapponese di Tokio Nikkei ha chiuso le contrattazioni perdendo l‘1,4%, mentre in Europa attualmente il Cac di Parigi cede lo 0,85%, il Dax di Francoforte lascia sul campo lo 0,91% e il Ftse di Londra lo 0,59%.

Bancari positivi, si riapre l’affare Opel per Fiat

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Partenza leggermente positiva per le borse europee che in questo momento però fanno registrare sostanziale parità rispetto all’apertura di contrattazioni, è una giornata importante in Europa infatti perché tutte le piazze del Vecchio Continente attendono i dati provenienti dalla Gran Bretagna riguardanti il Pil e si attendono anche i dati sull’inflazione della zona euro.

A Milano il Ftse Mib si aggira su un guadagno dello 0,2% a quota 19.140 punti, ma sono i prezzi del barile di petrolio a dar movimento ai titoli in questo momento.

Bene i bancari, crolla l’A.S. Roma

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La giornata di ieri è stata molto positiva per le borse europee e soprattutto per Milano, che ha concluso come migliore piazza del continente. Le borse europee hanno risentito dei dati confortanti che giungevano dagli USA riguardo le scorte di petrolio e gli ordini di beni durevoli, il Ftse Mib ha chiuso le contrattazioni a +3,12% a quota 19.040 punti mentre l’All Share ha guadagnato il 3% a 19.728 punti.

Sulle altre piazze europee il Ftse di Londra ha chiuso con un +1,18%, Cac di Parigi +2,17% mentre il Dax di Francoforte ha fatto segnare +2,73%.

Ubi Banca al centro dell’attenzione a Piazza Affari

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E’ partita col piede giusto la seduta odierna in borsa, dopo i cali netti dei giorni scorsi, in cui molti listini erano scesi ai minimi da sei settimane a questa parte. Oggi in USA verrà anche annunciata la decisione sui tassi da parte del Federal Open Market Committee.

Alle 19 italiane, a Washington, saranno offerti titoli di Stato a cinque anni. A Milano, a Piazza Affari, dove il Ftse Mib è partito guadagnando lo 0,4% a 18.536 punti, bisogna tenere sott’occhio le azioni di Ubi Banca, in quanto settimana prossima rilascerà un piano di razionalizzazione, il quale prevede anche swap di filiali tra le varie reti del gruppo lombardo.

Crollo di Piazza Affari, su tutti Saipem, Tenaris ed Eni

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La giornata di ieri ha proseguito il trend molto negativo iniziato a metà della settimana scorsa, a Wall Street il Dow Jones ha chiuso in calo del 2,4% a quota 8334,85 punti, il Nasdaq -3,29% a 1767,28 punti, anche l’S&P 500 ha perso il 3,05% a quota 893,14 punti. Milano è stata la peggiore piazza in Europa, il listino Ftse Mib ha chiuso le contrattazioni perdendo il 4,17%, il Ftse All Share ha lasciato sul terreno il 4,03%.

Malissimo però anche tutte le altre principali piazze europee, il Cac di Parigi ha infatti perso il 3,04%, il Ftse di Londra -2,57% e Dax di Francoforte -3,02%.
Gli analisti avevano comunque previsto un calo repentino dell’intero sistema mondiale, dopo i buoni risultati degli ultimi mesi, causato anche da una congiuntura negativa, ne è una prova la revisione al ribasso delle stime sul Pil 2009 della Banca Mondiale.

Mercoledì contrastato in borsa, male i bancari

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Ieri la giornata di borsa si è chiusa in maniera insolita a Wall Street, il Dow Jones ha chiuso perdendo lo 0.09% mentre il Nasdaq ha guadagnato lo 0.66%, l’S&P 500 ha chiuso in ribasso dello 0.14%.

Questi numeri sono dati soprattutto dai dati riguardanti l’inflazione in maggio negli States, che ha segnato un -1.3%, dato che non si presentava dal 1950. Anche in Europa comunque le borse non se la sono passata meglio, a Piazza Affari il Ftse Mib ha ceduto il 2.89%, il Ftse All Share -2.82%. Il Cac di Parigi ha lasciato sul campo l’1.64%, il Dax di Francoforte -1.86%, Ftse di Londra -1.06%.

Avvio a rilento per le borse europee, spicca Bulgari

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Poco dopo l’apertura le principali borse europee erano in leggero calo, il Cac di Parigi perde lo 0.08%, il Dax di Francoforte è in calo dello 0.21%, Ftse di Londra -0.10%. A Milano il Ftse Mib a quota 20’518 perde lo 0.32% mentre il Ftse All Share è in calo dello 0.31%.

In calo da segnalare Eni che registra un -0,76% a 18,21 euro dopo aver rilasciato i dati sul maxi-bond ed Enel, che ancora impegnata con l’aumento di capitale perde lo 0,75% a 3,62 euro. Perde anche Intesa San Paolo a -1,19% a 2,49 euro. Il socio francese di quest’ultima, cioè Credit Agricole sta rivedendo i piani dell’accordo con Generali che ora guadagna lo 0,19% a 16,14 euro.

Ftse Mib, Ftse All Share e i nuovi indici

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Dal 1° giugno gli indici azionari italiani hanno subito un notevole cambiamento, infatti i vecchi Mibtel, S&P/Mib ecc. sono stati mandati in pensione dai nuovi indici calcolati secondo il metodo Ftse (Financial Times Stock Exchanges), già utilizzato nei mercati inglesi.

Piazza Affari fino a maggio era composta da 4 indici, il Mibtel (indice generale), l’S&P/Mib (indice del paniere dei 40 titoli più importanti), Midex (indice dei 25 titoli a media capitalizzazione) e All Stars che racchiudeva tutti gli indici Star (Mibstar, TechStar e Star) che erano 80 titoli con particolari caratteristiche.

Chiusure negative in borsa

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Quella di venerdì è stata l’ultima giornata di lavoro per gli indici Mibtel e S&P/Mib a Milano, che da settimana prossima saranno rimpiazzati dai rispettivi indici FTSE.

Hanno chiuso in ribasso, il Mibtel ha ceduto l’1.09% a 15.743 punti mentre l’S&P/Mib a -1.32% a 19.884 punti. Sono stati scambiati 2.9 miliardi di euro di azioni, la giornata di venerdì è stata molto altalenante ed ha visto chiudere con segno negativo molti dei titoli principali quali Fiat, Enel, Mediaset, Banco Popolare e Unipol.

Buona seduta per Piazza Affari, spicca Unicredit

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Ottima seduta la giornata di ieri a Milano per Piazza Affari che dopo un avvio non troppo confortante ha chiuso in segno positivo, ai massimi giornalieri.

Alla fine delle contrattazioni il Mibtel ha fatto segnare un +1.39% a quota 15707 punti mentre l’S&P/Mib segnava +2.07% a 19953 punti. Merito di questa risalita dei titoli è soprattutto del settore bancario, molto aiutati da alcune ricoperture operate per ovviare alle perdite di settimana scorsa.

Lucio Stanca nominato amministratore delegato di Soge

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Lucio Stanca è stato ufficialmente nominato amministra­tore delegato e vicepresiden­te della Soge, la società di ge­stione dell’Expo 2015 di Milano. Il suo stipendio è stato ridotto a 300.000 euro annui, una cifra comunque elevata ma di gran lunga inferiore rispetto a quella iniziale di 700.000 euro. Ai 300.000 euro, inoltre, devono essere aggiunti ulteiori 150.000 euro subordinati al rag­giungimento degli obiettivi, ancora da fissare.

Per quanto riguarda le polemiche relative al­l’incompatibilità tra l’incarico di amministratore delegato della società e quello di onorevole Stanca ha affermato che, se a seguito del ricorso presentato in Parlamento dal Pd dovesse essere ravvisata l’incom­patibilità, sarebbe pronto a dimettersi immediatamente dal suo incarico in Parlamento.