
In base ai punti all’ordine del giorno, l’Assemblea Straordinaria dei Soci ha innanzitutto approvato l’eliminazione del valore nominale delle azioni per poi revocare la delibera su un aumento di capitale fino a 10 milioni di euro per approvarne un’altra per l’aumento del capitale fino a 15 milioni di euro tenendo conto sia dell’attuale situazione patrimoniale della società , sia delle condizioni di mercato.

Giornata molto negativa in borsa per il titolo Mediaset, alle prese con una doppia bocciatura arrrivata da Barclays e Mediobanca. Le azioni del gruppo televisivo di Cologno Monzese mostrano un calo del 3,52% a 1,535 euro, ma il titolo è sceso ancora più in basso nell’intraday toccando un minimo di giornata a 1,528 euro. Il titolo in borsa continua a mostrare un andamento molto altalenante. La volatilità di breve periodo è in forte aumento, a causa del susseguirsi dei rumors che vogliono Mediaset alla ricerca di un socio forte perla pay tv Mediaset Premium.
Il gruppo Campari è tornato sul mercato dei capitali ottenendo un buon risultato dal lancio del prestito obbligazionario a 7 anni, collocato per un importo complessivo pari a 400 milioni di euro. La domanda è stata davvero elevata, pari addirittura a circa 4,8 miliardi di euro, ovvero 12 volte il quantitativo offerto. L’emissione del bond è stata curata da Deutsche Bank, Banca Imi (gruppo Intesa SanPaolo) e Bank of America Merrill Lynch, in qualità di bookrunner. L’operazione è stata un vero e proprio successo per il leader italiane delle bevande analcoliche.
Il terzo collocamento dell’anno del Btp Italia si è chiuso con uno straordinario successo, che va ben al di là delle attese dei vertici del Tesoro. Il titolo di stato italiano indicizzato all’inflazione ha raccolto nell’ultimo giorno di collocamento ben 7,8 miliardi di euro che, sommati agli importi raccolti nei giorni precedenti, portano l’ammontare complessivo a 18,02 miliardi di euro. Un vero e proprio record, che frantuma quello della prima emissione di marzo, quando il Btp Italia si fermò a 7,29 miliardi.
Il titolo Salvatore Ferragamo, quotato a Piazza Affari con il simbolo “SFERâ€, è tra i peggiori questa mattina alla borsa di Milano. Le azioni della casa di moda fiorentina evidenziano un vistoso calo del 4,45% a 16,32 euro, anche se i prezzi sono scesi anche di più fino a toccare un minimo intraday a 16,1 euro. La performance negativa odierna delle azioni Salvatore Ferragamo è da imputare quasi esclusivamente alla doppia bocciatura su rating e target price arrivata da Mediobanca e HSBC.
Avvio molto negativo a Piazza Affari per il titolo Banca Mps, che paga a caro prezzo la bocciatura arrivata dall’agenzia di rating Moody’s. Le azioni della banca di Rocca Salimbeni mostrano una flessione del 4,05% a 0,237 euro, anche se i prezzi sono già scesi fino a 0,2365 euro. Moody’s ha deciso di abbassare il giudizio sul merito di credito di Banca Mps al livello “junkâ€, che ora identifica il titolo come “spazzatura†tra gli emittenti più speculativi.


Ancora un risultato straordinario per il Btp Italia, che riscuote un enorme successo tra il pubblico dei risparmiatori retail e tra gli investitori istituzionali. Complice anche le condizioni favorevoli sui mercati finanziari, dove prevale l’appetito per il rischio, il Btp Italia ha raccolto un boom di ordini che hanno toccato un controvalore di 5 miliardi e 104 milioni di euro. Si tratta di un importo praaticamente raddoppiato rispetto ai primi due giorni di collocamento, durante i quali sono stati raccolti 2,4 e 2,5 miliardi di euro.

Partenza negativa quest’oggi per il titolo Pirelli & C, quotato a Piazza Affari con il simbolo “PCâ€. Le azioni del gruppo della Bicocca sono in calo dello 0,54% a 8,28 euro. Si tratta si un ribasso frazionale decisamente limitato se confrontato con le perdite di ieri. Infatti, Pirelli ha chiuso la seduta con un calo del 3,2% in una giornata caratterizzata da grande euforia sui listini azionari, in particolare quello italiano. Oggi il titolo Pirelli è stato bocciato da Mediobanca, che ha deciso di tagliare sia il rating che il prezzo obiettivo.
Diego Della Valle, che ha una quota di partecipazione vicina all’8,7% nel capitale di RCS MediaGroup, spinge per un aumento di capitale mentre i vertici del gruppo editoriale, che controlla Il Corriere della Sera, cercano di stringere i tempi per l’implementazione del business plan che dovrebbe illustrare le modalità di intervento necessarie per uscire dalla profonda crisi in cui versa il settore e per ripianare le perdite del gruppo. Rcs ha perso 322 milioni di euro soltanto lo scorso anno.