Italcementi chiude il 2012 in rosso

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L’esercizio 2012 si è chiuso in rosso per Italcementi, che ha sofferto la recessione in corso in Europa. La perdita netta è pari a 362,4 milioni di euro

L’esercizio 2012 si è chiuso in rosso per Italcementi, che ha sofferto la recessione in corso in Europa. La perdita netta è pari a 362,4 milioni di euro. Si tratta del rosso in bilancio più alto della storia dell’azienda cementifera che fa capo alla famiglia Pesenti. Il passivo è dovuto ssoprattutto alle pesanti svalutazioni in bilancio per 475 milioni di euro. Se non fosse stato per le perdite straordinarie, Italcementi avrebbe chiuso comunque in utile nonostante la congiuntura nettamente sfavorevole. Una magra consolazione, che per i soci si traduce in un dividendo di 0,06 euro.

Italcementi ha dovuto fare i conti con una forte reessione e con il crollo del settore delle costruzioni, dell’edilizia e delle grandi opere. Il consumo di cemento in Italia ha visto le lancette tornare indietro di quarant’anni, ovvero sui livelli di fine anni ’60. Giù quindi il giro d’affari e tutto il conto economico. Alla borsa di Milano il titolo Italcementi ha chiuso la seduta con un lieve calo dello 0,23% a 4,35 euro.

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Le svalutazioni derivano da una scelta ben precisa della famiglia Pesenti (che controlla il 60% del gruppo): fare pulizia in bilancio. La gestione industriale risulta comunque in salute, come dimostrato dal margine operativo lordo di 632 milioni di euro. Sebbene in formato “mini”, gli azionisti saranno premiati con una cedola di 0,06 euro.

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Italcementi è riuscita a compensare la crisi italiana ed europea solo grazie ai mercati del Far East asiatico, India e Cina su tutti. Questi paesi oggi rappresentano il 60% della redditività del gruppo cementifero bergamasco. Il fatturato è sceso del 3,8% a 4,48 miliardi, l’ebitda del 9,8%. Il patrimonio netto è diminuito a 4,2 miliardi da 4,8 miliardi, ma è comunque il doppio dei debiti.

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