La crisi del mercato automobilistico colpisce anche l’Europa

La crisi economica che ha colpito il settore auto non è circoscritta soltanto alle note case automobilistiche americane ma ha coinvolto anche numerosi produttori europei.
Secondo Acea, l’associazione delle case automobilistiche europee, le vendite di auto in Europa sono diminuite del 14,5% nel mese di Ottobre.

Peugeot, ad esempio, ha annunciato un taglio di circa 2.700 posti di lavoro a causa del forte calo di domanda. La nota casa Francese, infatti, durante l’ultimo trimestre ha registrato un calo del 17% e prevede un ulteriore riduzione delle vendite di almeno il 10% per il prossimo anno.

La casa produttrice, inoltre, prevede di spostare circa 900 lavoratori dalla sua fabbrica di Rennes ad altri siti, sulla base di un piano strategico che sarà discusso dal Consiglio il 2 Dicembre. Jean-Luc Vergne, che è a capo del settore risorse umane, ha spiegato che il taglio dei posti di lavoro è assolutamente necessario al fine di tutelare l’azienda e i suoi restanti 200.000 dipendenti.

La crisi economica colpisce Detroit

La crisi economica ha ormai completamente colpito il settore auto anche in quella che ne è definita la patria, Detroit. La vendita di auto da parte della General Motors, infatti, lo scorso mese è scesa di del 45% e Walt Tutak, manager Chevrolet, si è detto realmente preoccupato poichè, durante i suoi 34 anni di lavoro nel settore auto, non ha mai visto una situazione tanto drastica.

Il mercato automobilistico rappresenta senza dubbio una fetta consistente dell’economia americana, un settore che dà lavoro a milioni di persone i cui posti di lavoro sono seriamente a rischio. Tutak, inoltre, ha affermato che il governo dovrebbe impegnarsi tempestivamente ed efficacemete a sostegno delle tre principali case automobilistiche di Detroit (Ford, General Motors e Chrysler) soprattutto perchè esse danno lavoro a circa 500.000 persone.

Chrysler chiede aiuto al governo

La crisi finanziaria in atto continua ad includere tra le sue vittime anche colossi dell’economia mondiale. L’ultima di questi, ma solo in ordine di tempo, è la Chrysler, la casa leader del mercato automobilisto americano che, poche ore fà, ha rivelato che, per lei, sarebbe estremeamente difficile riuscire a sopravvivere senza alcun aiuto da parte del governo.

La richiesta della Chrysler arriva dopo che Ford e General Motors, i suoi principali concorrenti, hanno chiesto al governo un aiuto di circa 25 miliardi di dollari.

Nancy Pelosi, il leader del partito democratico, ha affermato di voler convincere il Congresso ad approvare questi aiuti poichè Chrysler, Ford e General Motors sono tutte aziende pesantemente colpite dalla crisi che ha causato un forte calo di vendite da parte degli Stati Uniti.

Inizia la crisi anche in Islanda

islanda sotto i ghiacci

Nel caso qualcuno pensasse che Paesi più isolati dall’economia mondiale come l’Islanda fossero immuni dalla crisi che ha e sta investendo tutti i mercati, alla luce degli ultimi eventi accaduti in quel di Reykjavík, ove 6mila persone hanno manifestato contro il governo attuale, chiedendone la destituzione a suon di uova e pomodori lanciati contro il Parlamento guidato da Geir Haarde, deve assolutamente ricredersi.

Il Paese, ritenuto fino a poco tempo fa un modello economico per tutti gli altri Stati, è stato messo in ginocchio dalle tre Moire dell’economia: crescita della disoccupazione, inflazione balzata d’un sol colpo al 15% e un rialzo impressionante dei tassi d’interesse, i quali hanno toccato quota 18%. I 300mila abitanti della Nazione più isolata d’Occidente sono esasperati, e auspicano che la situazione possa essere risolta dall’intervento del FMI. Identico desiderio quello divisato dai Lettoni, i quali devono confrontarsi con un crollo vertiginoso del PIL, che porterà dal +10,3% dell’anno che sta per finire, al drammatico –3% previsto per l’anno venturo.

Come risolvere la crisi finanziaria

bernanke insieme a bush

Nel discorso di venerdi Bernanke ha dichiarato che le decisioni di politica monetaria non hanno finora risolto la situazione attuale e per risolvere la crisi finanziaria internazionale saranno doverosi degli interventi politici degli interventi da parte dei politici. Gli swap overnight quotano giá con uno sconto di 50 pb nel mese di Dicembre e nella giornata del 19 Novembre sono attesi diversi dati importanti. Eventuali dati negative potrebbero aumentare la possibilitá di vedere un indebolimento dell’EUR/USD e la sua discesa al di sotto di 1.24.

La zona euro ha fatto registrare dati negativi nella settimana passata e eventuali cali nel mercato azionario americano non mancheranno di indebolire l’Euro come avvenuto nelle ultime settimane. Ci attendiamo che questa correlazione rimarrá elevata anche nelle prossime settimane e I risultati nelle quotazioni saranno legate alla percezione del rischio. Sará importante vedere come le quotazioni dell’Euro reagiranno ai provvedimenti presi nel corso del G20 di questo fine settimana ed in questo senso sará importante vedere come reagiranno le borse questa mattina.

Lo Yen ha visto aumentare la Sua volatilitá nelle ultime settimane ed é spesso stato il termomentro relativamente alla percezione del rischio sul mercato. Il G20 potrebbe nel breve termine riportare un po’ di fiducia e qualora ció avvenisse si dovrebbe assistere ad un calo delle quotazioni dello Yen. Si dovrá valutare se le promesse relativamente ad interventi fiscali potrebbbero dare qualche spinta al mercato. Qualora questo non avvenisse la situazione del mercato potrebbe avere un deterioramento e la volatilitá, che era diminuita nelle ultime 2 settimane, sta ritornando a livelli elevati.

Fondo Monetario Internazionale: sono necessari ulteriori finanziamenti

Dominique Strauss-Kahn sostiene che il Fondo Monetario Internazionale necessita di ulteriori finanziamenti per poter intervenire efficacemente e svolgere un ruolo essenziale nella ripresa dell’economia globale. La richiesta è di un finanziamento di almeno 100 miliardi di dollari per i prossimi sei mesi.

Dominique Strauss-Kahn ha affermato, inoltre, che la necessità di ulteriori risorse è stata determinata dal notevole incremento dei Paesi che chiedono sostegno al Fondo Monetario Internazionale e, nel frattempo, ha invitato i governi dei vari Paesi a tagliare ulteriormente i tassi di interesse.

Nel frattempo sabato, durante il G20 tenutosi a Washington, i vari leader intervenuti si sono impegnati a cooperare per stimolare la crescita economica in tutto il mondo, sia nei paesi sviluppati che nei paesi in via di sviluppo lavorando, sopratutto, per ridurre le imposte e tassi di interesse ed aumentare la spesa pubblica.

Dalla crisi nasce concorrenza, o viceversa?

citigroup da il 4%

In un Paese martoriato da una situazione eufemisticamente tragica come gli Stati Uniti, in cui si spera che il nuovo presidente, quando si insedierà, potrà aiutare dapprima le famiglie, ed in secondo luogo le banche, queste ultime hanno abbandonato i secolari cartelli che vedevano da se sempre, con impercettibili variazioni, gli stessi tassi d’interesse sui depositi, offrendo allettanti condizioni per attirare nuova clientela e per far rimanere quella che ancora di loro si fida.

E così una delle banche più importanti e più influenti non solo degli USA, ma del mondo intero, com’è Citigroup, pubblicizza in ogni dove la sua proposta a tasso 4% per certificati di deposito a sei mesi, facendo però andare su tutte le furie banche di proporzioni molto più modeste come la Virginia Commerce Bank, la quale per non far migrare i propri clienti, ha dovuto assicurare loro un tasso d’interesse di mezzo punto più alto.

G20: si riuscirà a debellare la crisi?

In vista del G20 ci si chiede, soprattutto, se questo vertice sia in grado di creare le basi per porre fine all’attuale crisi finanziaria e determinare, quindi, una rinascita economica mondiale.
Questo obiettivo è, ovviamente, ambizioso ma il fatto è che da un evento di tale portata e risonanza ci si aspetta molto.

Chiaramente la volontà dei leader è quella di colllaborare perchè questa crisi finanziari, che ha improvvisamente coinvolto tutti, non giova a nessuno.

La crisi, intanto, continua ad allargarsi a macchia d’olio iniziando a coinvolgere anche quei paesi che fino ad ora ne erano rimasti quasi immuni e aggravandosi ulteriormente in quelli già colpiti.

Trichet: si prevedono grosse vendite di Euro

banconote da 1000 yen

L’euro recede contro il dollaro giovedi sui mercati asiatici come lo Yen che perdeva del terreno dopo l’annuncio del voltafaccia di Washington che ha rinunciato ad acquistare i beni tossici delle banche.

La valuta unica d’altra parte si e’ apprezzata contro lo Yen (119,10 contro 118,19 Yen della vigilia)

Anche il dollaro sale sul Yen (95,57 contro 94,61 Yen di mercoledì sera). L’euro potrebbe subire un contraccolpo dopo il discorso di Jean-Claude Trichet, il presidente della Banca centrale europea, che si attende per giovedì.

“Se le posizioni di M. Trichet non saranno abbastanza forti, gli attori del mercato venderanno l’euro perche’ lasceranno presagire futuri tagli dei tassi d’interesse dalla BCE“, ha dichiarato Hiroshi Yoshida, analista nello Shinkin Banca Centrale.

Mercoledì, la valuta giapponese è salita sensibilmente, il biglietto verde è passato sotto la barriera dei 95 Yen dopo le dichiarazioni del segretario americano del Tesoro Enrico Paulson che ha rinunciato all’ acquistare dei beni non commerciabili (che non possono essere rivenduti) delle banche, contrariamente a quello che veniva previsto inizialmente nel piano di salvataggio di 700 billioni di dollari adottato ad ottobre dal Congresso americano.

La Germania è in recessione

La Germania è entrata in recessione dopo che il governo tedesco ha mostrato una perdita per l’economia del paese di circa lo 0,5% nel terzo trimestre dell’anno mentre nel secondo trimestre la perdita registrata è stata dello 0,4%. Il calo della produzione economica, quindi, è stato superiore a quello previsto dagli analisti.

Cifre ufficiali, inoltre, ha mostrato che la produzione industriale è scesa del 3,6% nel mese di Settembre. Le cause di queste conseguenze negative, tuttavia, sono dovute soprattutto ad un forte calo delle esportazione ed ad un aumento delle importazioni.

L’ultima volta che la Germania è entrata in recessione è stato nel 2003. La Germania, quindi, si trova in grosse difficoltà e, come se non bastasse, gli esperti non solo per nulla ottimisti. Per il quarto trimestre dell’anno, infatti, si prospettano ulteriori peggioramenti.

ING: la banca olandese registra la prima perdita

Il gruppo bancario olandese ING ha segnalato la prima perdita del trimestre (il trimestre in questione riguarda i mesi di Luglio, Agosto e Settembre) facendo sapere di aver registrato una perdita di 478 milioni di euro rispetto a circa 1 miliardo di euro di utili registrati nello stesso periodo dello scorso anno.

L’utile netto dei primi nove mesi dell’anno, inoltre, è sceso di oltre la metà rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Occorre ricordare, inoltre, che la banca ha ricevuto nel mese di Ottobre 100 miliardi di euro dal governo olandese per far fronte alla crisi finanziaria.

Nonostante la situazione, comunque, il Presidente della ING Michel Tilmant ha definito la situazione della ING “resistente” in considerazione dell’ambiente difficile e altamente competitivo in cui il gruppo bancario opera.

Crisi profonda delle borse mondiali

La giornata di ieri é stata caratterizzata dal profondo rosso nelle borse che ha confermato la tendenza delle ultime settimane. L’indebolimento delle borse porta ad un rafforzamento degli asset sicuri e tra questi ci sono USD e JPY.

C’é attesa nella mattinata di oggi per la pubblicazione del dato relativo ai jobless claim nel Regno Unito che dovrebbe essere in salita peril nono mese consecutivo dando ulteriori prove di un rallentamento dell’economia globale e di un calo nei consumi interni da unire alla caduta del settore Immobiliare e alla crisi economica a livello di crescita.

Il dato dovrebbe rivelarsi in rialzo di 40k registrando la variazione mensile piú grande dal 92 e potrebbe avere notevole influenza sul GBP. Da considerare la pubblicazione del rapporto sull’inflazione che potrebbe avere molta influenza sulle quotazioni. Considerando che la settimana passata sono stati tagliati I tassi di 150pb comprendiamo che l’attenzione é maggiormente rivolta alla deflazione che sembra essere problema piú attuale rispetto all’inflazione. Se tale tendenza dovesse essere confermata ci attenderemmo un calo del GBP.

Crescita dei mercati asiatici dopo il pacchetto economico

I mercati asiatici hanno immediatamente registato una crescita all’indomani dell’annuncio, da parte del governo cinese, di un pacchetto economico di circa 586 miliardi di dollari volto a favorire la crescita economica del Paese, a seguito della crisi finanziaria mondiale, e a compensare le perdite dovute al forte calo di esportazioni.

Questo pacchetto sarà destinato, nello specifico, allo sviluppo di infrastrutture come aeroporti e ferrovie, in aiuti per la ricostruzione di zone della Cina colpite dai recenti terremoti, nel favorire sviluppo rurale e innovazione tcnologica. Sono previsti, inoltre, tagli relativi alle tasse.

Barack Obama: primi provvedimenti in borsa

barak obama pensieroso

Nel corso della settimana passata I dati economici non hanno avuto notevole influenza sull’evoluzione delle quotazioni del USD. L’economia Americana si trova ancora nel bel mezzo della recessione ma é un passo avanti rispetto ad altre economie e tutti gli interventi fatti finora manterranno forte il USD contro la maggior parte delle valute.

Tra le notizie da tenere in considerazione in questo inizio di settimana c’é anche quella relative ai primi provvedimenti di Obama che saranno incentrati sulla ripresa economica.

Da notare che la volatilitá rimane ancora piuttosto elevata nelle ultime sedute sebbene si stia riducendo e questo elemento, indicatore della rischiositá attuale, va a favorire il USD.