
La pioggia di acquisti sul titolo ha spinto la famiglia Benetton ad emanare un comunicato stampa mediante il quale sono stati confermati i rumors circolati nel corso della mattinata.
La pioggia di acquisti sul titolo ha spinto la famiglia Benetton ad emanare un comunicato stampa mediante il quale sono stati confermati i rumors circolati nel corso della mattinata.
La banca d’affari ha spiegato di aver deciso di declassare i due titoli alla luce della loro forte esposizione al mercato italiano, circostanza che rende i profitti delle due aziende decisamente più vulnerabili all’eventuale peggioramento della situazione macroeconomica previsto dagli analisti.
Nonostante questo, però, il titolo ha fatto registrare, in chiusura, un flessione dell’0,89% a quota 4,9100 euro.
La banca d’affari ha inoltre inserito il titolo nella sua Pan-Europe Sell List, ha tagliato le stime di Eps 2011 (da 0,64 a 0,56 euro per azione) e 2012 (da 0,68 a 0,47 euro per azione) e ridotto le stime sui ricavi del 3,3% a 2,047 miliardi di euro nel 2011 e del 5,5% a 2,072 miliardi nel 2012.
Ad incidere negativamente sull’andamento della quotazione del gruppo attivo nel settore dell’abbigliamento sono soprattutto i timori relativi all’aumento del prezzo di alcune materie prime di vitale importanza per l’attività dell’azienda, tanto che recentemente Benetton senza troppi giri di parole ha espressamente affermato che l’inflazione dei costi delle materie prime andrà a produrre importanti effetti di erosione sui margini nei mesi a venire qualora non dovesse ridursi.
Nella prima metà dell’anno le spese generali si sono mantenute complessivamente pari al semestre di confronto, nonostante ci sia stato un aumento degli investimenti pubblicitari. Risultano in aumento anche gli oneri non ricorrenti legati ai piani di razionalizzazione della rete di negozi a gestione diretta, soprattutti negli Stati Uniti.
La famiglia proprietaria della famosa azienda di Ponzano Veneto, dunque, dopo un’attento studio del dossier si è detta pronta ad investire 1 miliardo di euro per rilevare circa il 10% di quella che si preannuncia essere la più piccola matricola del 2010 ma al tempo stesso anche la più richiesta dagli investitori.
L’Ebitda è salito a 62 milioni, pari al 13,6% del fatturato, mentre l’indebitamento finanziario si è attestato a 589 milioni, in calo rispetto ai 763 milioni registrati al 31 marzo 2009 ma in aumento di 33 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2009. Il margine lordo industriale è aumentato a 216 milioni, dai 205 milioni dello scorso anno.
Impregilo prosegue la scalata inarrestabile grazie soprattutto alle voci sul futuro del gruppo, che lo ricordiamo, è leader nel settore delle costruzioni.
L’8 febbraio, lunedì prossimo, si terrà una riunione tra gli azionisti con lo scopo di trovare un accordo definitivo sul controllo della società .