
Prendendo in esame l’intera ottava, il prezzo del petrolio ha messo a segno un rialzo dello 0,3%.
Prendendo in esame l’intera ottava, il prezzo del petrolio ha messo a segno un rialzo dello 0,3%.
Durante l’intera ottava il prezzo del petrolio ha perso l’1,6%, ma l’ultimo calo del prezzo dell’oro nero è dovuto principalmente ai timori che arrivano dalla Cina.
Con questo grande guadagno in una sola seduta, il petrolio ha messo a segno il più grande rialzo da più di due mesi ad oggi, questo grazie soprattutto ai dati macroeconomici arrivati dalla Cina e dagli USA, molto positivi per l’oro nero.
In particolare il future sul Crude con scadenza gennaio ha chiuso la seduta in rialzo del 3,2% a quota 83,86 dollari al barile, potendo beneficiare delle buone notizie che sono arrivate per l’oro nero dal settore macroeconomico.
Nella giornata conclusiva di venerdì scorso dell’ottava, dopo una seduta di pausa, il prezzo del petrolio è tornato a correre sul suo recente trend negativo, con il future sul Crude con scadenza dicembre che ha fatto registrare una perdita dello 0,4% a quota 81,51 dollari al barile.
Nelle principali piazze europee il petrolio ieri veniva scambiato a 83 dollari al barile.
Come anticipato l’Aie ha visto al rialzo le stime sulla domanda globale di petrolio per 2010 e 2011, in seguito all’aumento della domanda da parte soprattutto dei paesi emergenti.
Questo, dunque, dovrebbe essere sufficiente ad evitare possibili sorprese visto che gli analisti sono concordi nel ritenere che sul fronte dei prezzi e della produzione non ci dovrebbero essere grandi cambiamenti, contrariamente a quello che riguarda la domanda.
Se è vero che i possibili rischi hanno portato gli investitori a puntare su materie prime e investimenti simili è anche vero che un incremento spropositato dei relativi prezzi porta a credere che ci sia qualcosa di ben diverso dalla normale dinamica di domanda e offerta.
A pesare sulla quotazione del titolo petrolifero è senza dubbio il giudizio positivo offerto da Goldman Sachs che ha portato Eni su BUY migliorando così il livello di NEUTRAL precedente anche se il target price del titolo rimane fisso a 21 euro. Oltre a tale giudizio, Goldman Sachs ha deciso di inserire il titolo ENI nella Pan Europe Buy List dando così agli investitori una maggiore fiducia nei confronti del titotlo petrolifero.
Scaroni ha poi aggiunto che, almeno per il momento, il disastro della marea nera provocato dal crollo della piattaforma BP nel Golfo del Messico non ha avuto alcuna conseguenza sul prezzo del petrolio.
Se il prezzo dovesse realmente superare i 100 dollari al barile il ministro del petrolio del Kuwait la scorsa settimana ha detto che l’Opec potrebbe decidere di pompare una maggiore quantità di petrolio. Un altro fattore che potrebbe far lievitare il prezzo del greggio è senza dubbio la grande sete di petrolio che stanno sempre più avendo paesi come Cina ed India.
Complice di questo risultato che porta a chiudere l’anno con un guadagno sostanziale per l’oro nero è sicuramente la diminuzione delle scorte di petrolio in Usa e delle scorte di carburante causato dall’ondata di forte gelo che ha colpito America ed Europa.
Complice di questa valutazione del prezzo al barile di petrolio è dovuto alle stime degli analisti che vedono una diminuzione delle scorte del petrolio in America di 2,2 milioni di barili. Questo porterà ad una diminuzione delle scorte di benzina, diesel e gasolio da riscaldamento per un quantità stimata a 2,1 milioni di barili.
Secondo l’Iran il giacimento definito col nome Well 4 è di loro proprietà perchè il petrolio dovrebbe sgorgare aldilà del confine, ma di fatto tale giacimento è sfruttato dall’Iraq.