Fed sempre più vicina al tapering?

Chicago Cityscapes And City ViewsLa politica di stimolo della FED si è dimostrata inefficace nel raggiungimento di un obiettivo cruciale per l’economia: la creazione di più posti di lavoro negli Stati Uniti. Il quantitative easing della Banca centrale americana, dopo tre anni di inieizioni mensili,  non ha fatto nulla per portare il paese alla piena occupazione. La fotografia scattata sulla situazione occupazionale negli Stati Uniti relativa al mese di agosto non ha lasciato dubbi: dopo l’ultimo scoraggiante rapporto  diffuso dal Bureau of Labor Statistics,  per il terzo mese consecutivo si conferma il trend negativo. Un estate  senza lavoro per gli americani.

Mercati azionari alla prova di Settembre

Dow Trading Below 15,000 After Several Days Of LossesUna delle evidenze storiche dei mercati azionari è che, mediamente, nel mese di settembre si registrano le performance più deludenti. Nonostante l’attuale scenario economico e geopolitico – la potenziale azione militare in Siria, il “tapering” della Federal Reserve  e la questione del debito americano tra i fattori di maggiore criticità -, i mercati hanno essenzialmente tenuto e la correzione è stata modesta. Come si comporteranno ora, di fronte alle sfide e alle minacce dei prossimi mesi?

Oro potrebbe invertire la rotta

Gold bars are seen at the Czech CentralIl caos e l’incertezza che dominano l’attuale scenario economico – e che si traducono in preoccupazione e volatilità sui mercati finanziari -, hanno fortemente influenzato l’andamento dei prezzi dell’oro, soggetti a significative oscillazioni. Avete intenzione di scambiare il prezioso metallo giallo? Prima fareste bene a concedervi un minuto per leggere quanto segue!In questo momento, la decisione di acquistare oro è essenzialmente una questione di maggiore o minore avversione al rischio.

Prezzi petrolio corrono su ipotesi attacco Usa in Siria

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Qual è l’impatto di un possibile intervento militare degli Stati Uniti contro la Siria sui prezzi del petrolio? I venti di guerra accentuano le tensioni  e l’ipotesi di attacco alla Seria fa impennare i prezzi dell’oro nero. I mercati azionari, già particolarmente nervosi, hanno fatto registrare un sensibile crollo, affondando pesantemente sull’incertezza e la preoccupazione delle questioni geopolitiche e macroeconomiche (come i piani della Federal Reserve circa il “tapering” del quantitative easing, il programma di timolo da 85 miliardi di dollari al mese).

Moody’s lancia allarme rating

Moody’s ha confermato il rating a tripla A per alcuni paesi come Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia e Germania, aggiungendo che secondo le sue considerazioni si tratta di paesi che sono nella condizione di poter mantenere invariata questa valutazione, anche se da questo punto di vista ritiene sia assolutamente necessario che i rispettivi governi continuino a lavorare per perseguire l’obiettivo della riduzione del deficit pubblico.

Il monito, tuttavia, suona come una vera e propria minaccia, visto che l’agenzia ha sottolineato come, nonostante ci sia stata una conferma del rating AAA, per questi paesi si è visibilmente ridotta la distanza che c’è prima del declassamento.

Pil Usa quarto trimestre 2009 +5,7%

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Il Dipartimento del Commercio di Washington ha rilasciato i dati ufficiali riguardanti il Pil degli Stati Uniti dell’ultimo trimestre del 2009.

Negli ultimi tre mesi dell’anno scorso l’economia degli USA è cresciuta del 5,7%, facendo segnare così il più alto aumento degli ultimi sei anni.

Dai dati emerge inoltre che il consensus di mercato si attendeva una cifra ben più bassa, ossia un incremento del 4,5%, dopo aver visto il piccolo aumento di solo 2,2% nel terzo trimestre 2009.

Cit Group fallisce

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Nonostante gli esperti sono concordi nel ritenere che la fase critica della crisi economica è ormai alle spalle i suoi effetti continuano a manifestarsi, anche in modo disastroso.

Poco fa dagli Stati Uniti è infatti giunta la notizia del fallimento di Cit Group, la finanziaria indipendente specializzata nel credito alle piccole e medie imprese e che nonostante abbia ricevuto aiuti da parte del governo non è riuscita a rimanere in piedi. Il suo fallimanto è stato collocato al quinto posto per importanza dopo Lehman Brothers, Washington Mutual, WorldCom e General Motors.

Enel, possibile emissione obbligazionaria negli Stati Uniti

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Secondo quanto riportato dal Il Sole 24 Ore Enel sta pianificando un’emissione obbligazionaria negli Stati Uniti del valore di 3,5 miliardi di euro, ovvero 5 miliardi di dollari.

L’operazione, che sempre secondo quanto riportato dal quotidiano potrebbe essere attuata entro tempi brevi, appare perfettamente in linea con quanto detto all’inizio di settembre dall’amministratore delegato di Enel Fulvio Conti il quale ha affermato che il gruppo stava valutando diverse emissioni non solo in euro, ma anche in sterline e in dollari.

Ubs consegnerà 5.000 nominativi agli Stati Uniti

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Non c’è ancora alcuna conferma ufficiale ma a quanto pare la disputa tra Ubs e il fisco americano sarà presto risolta mediante un accordo tra le due parti in causa.

Ubs, ricordiamo, è accusata dal fisco statunitense di aver aiutato circa 52.000 suoi clienti americani ad evadere il fisco, principalmente attraverso dei conti off-shore. Il governo americano, quindi, pretende da UBS i nominativi di questi suoi clienti americani, informazioni che la banca elevetica si rifiuta di fornire perchè in contrasto con le leggi svizzere relative al segreto bancario.

Ubs e il governo americano chiedono il rinvio del processo

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Si doveva tenere oggi ma probabilmente sarà rinviato su richiesta di entrambe le parti il processo che vede coinvolto il fisco statunitense e la banca svizzera Ubs, quest’ultima accusata dal governo americano di aver aiutato alcuni suoi clienti statunitensi ad evadere il fisco attraverso dei conti off-shore.

Il fisco, quindi, pretende dalla banca elvetica l’elenco dei nomi di queste persone, nonchè alcuni dati relativi ai loro conti bancari, una richiesta alla quale Ubs non ha mai acconsentito perchè contraria alle leggi svizzere relative al segreto bancario.

UBS rifiuta di fornire i nomi degli evasori

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La notizia che parlava di un accordo tra UBS e il fisco statunitense è naufragata dopo solo due giorni, non si sà se si sia trattato solo di false indiscrezioni o se, più semplicemente, il governo degli Stati Uniti abbia deciso di andare fino in fondo alla vicenda e di non accettare il risarcimento proposto da UBS, fatto sta che ora spetta ai giudici americani, nell’udienza prevista per il 13 Luglio, stabilire se UBS dovrà o meno rivelare i nomi dei suoi clienti che hanno evaso le tasse.

Gli Stati Uniti, ricordiamo, hanno accusato UBS di aver aiutato alcuni suoi clienti americani (circa 52.000 persone) ad evadere il fisco americano e per questo pretende che la banca fornisca i nominativi di queste persone, affinchè le autorità competenti possano procedere nei loro confronti.