
Nel periodo in esame il risultato operativo ha registrato un incremento del 5,2% toccando quota 22 milioni rispetto ai 20,9 milioni del 2009.
Nel periodo in esame il risultato operativo ha registrato un incremento del 5,2% toccando quota 22 milioni rispetto ai 20,9 milioni del 2009.
L’assemblea degli azionisti, chiamata ad approvare il bilancio, la distribuzione degli utili e a nominare gli organi sociali, è stata convocata per il 29 aprile in prima convocazione e, eventualmente, per il 5 maggio in seconda convocazione.
L’agenzia di rating, infatti, ha comunicato di aver abbassato di un gradino il rating sulla Spagna portandolo da “Aa1″ a Aa2”. Contestualmente è stato anche espresso outlook negativo, ciò significa che Moody’s non esclude un ulteriore downgrade nel corso dei prossimi mesi.
Attraverso questa operazione, in particolare, l’operatore telefonico italiano ha incrementato la sua partecipazione in Sofora portandola dal 58% al 68% e la partecipazione in Telecom Argentina dal 18,3% al 21,1%.
Nel periodo in esame l’Ebitda ha toccato quota 1.313 milioni di euro rispetto agli 1.207 milioni del 2009 (+8,8%), mentre l’Ebit ha registrato un incremento dello 0,4% a 794 milioni di euro dai 791 milioni del 2009. L’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2010 è risultato pari a 3.092 milioni di euro, in miglioramento del 42,2% rispetto ai 5.345 milioni registrati a fine 2009.
Se si considera solo l’ultimo trimestre dell’anno, invece, i ricavi netti sono risultati in crescita del 39,7% a 63,5 milioni di euro, l’Ebitda ha registrato una crescita del 14% a 8,9 milioni mentre il risultato netto è risultato pari a 5,1 milioni, in netta crescita rispetto agli 1,3 milioni del 31 dicembre 2009.
Nel corso dello scorso anno, in particolare, EADS ha realizzato un fatturato in crescita del 7% a 45,8 miliardi di euro e un utile operativo a 1,231 miliardi, un risultato sostanzialmente in linea con le attese del mercato e realizzato soprattutto grazie alla ripresa dell’aviazione commerciale.
La decisione è stata presa alla luce dei risultati realizzati nel corso dello scorso anno, chiuso con un utile netto pari a 108,6 milioni di euro, in calo dell’1,8% rispetto all’esercizio precedente, mentre i ricavi consolidati ammontano a quota 728,1 milioni, in calo del 2,6% sul 2009.
Del resto Groupama aveva condizionato l’operazione all’assenza dell’obbligo di Opa, per cui una volta esclusa questa possibilità le parti sono orientate a cercare una soluzione alternativa.
L’utile netto ricorrente è risultato pari a 34,3 milioni, in crescita del 27,1% rispetto all’anno precedente, mentre il patrimonio netto al 31 dicembre 2010 si è attestato a 344,8 milioni rispetto ai 219,2 milioni del 31 dicembre 2009. L’indebitamento finanziario netto è salito a 381,4 milioni dai 150 milioni dell’anno precedente.
La banca d’affari ha spiegato di aver preso questa decisione perchè ritiene che puntare sui titoli europei facenti parte del settore delle comunicazioni sia un’ottima strategia per difendersi dal difficile contesto finanziario derivante da un imminente rialzo dei tassi di interesse, dal prezzo del petrolio che continua a salire e dal raggiungimento degli apici da parte degli indicatori prospettici dell’economia. Una serie di fattori che secondo Morgan Stanley avrebbero portato ad un peggioramento del rapporto rendimento/rischio dei titoli azionari.
La decisione è stata presa dal Cda contestualmente all’approvazione dei risultati realizzati nel 2010, chiuso con un utile netto a 103,4 milioni, in netta crescita rispetto ai 37 milioni del 2009.
Nel corso del 2010, in particolare, il gruppo ha realizzato un fatturato consolidato a 1,485 miliardi, rispetto a 1,487 miliardi del 2009, un Ebitda di 197,1 milioni da 200,8 milioni dell’anno precedente e un margine lordo industriale a 462,3 milioni da 467 milioni.
L’andamento della quotazione dell’oro nero e delle vicende capaci di influenzarne l’andamento hanno spinto oggi Commerzbank a rivedere le sue stime sul prezzo del greggio per il secondo trimestre 2011.