
Ma a riportare a galla il problema del debito sovrano di alcuni paesi europei ci ha pensato l’agenzia di rating Moody’s, che ha annunciato stamani di aver tagliato il rating della Grecia da “Ba1″ a B1”.
Ma a riportare a galla il problema del debito sovrano di alcuni paesi europei ci ha pensato l’agenzia di rating Moody’s, che ha annunciato stamani di aver tagliato il rating della Grecia da “Ba1″ a B1”.
Le banche a cui è stato affidato il ruolo di lead manager dell’emissione sono UniCredit, Banca Imi, Barclays, Bnp Paribas, Credit Agricole, Citigroup, Royal Bank of Scotland Group e Societe Generale. In base alle previsioni il bond riceverà un rating Ba1 da parte di Moody’s e BB+ da parte di Standard & Poor’s.
In uno scenario del genere, dunque, gli esperti sono concordi nel ritenere che gli investitori debbano puntare su quotazione facenti parte di settori come le materie prime, le utilities, i software, l’energia, il tabacco e la grande distribuzione alimentare.
Nella stessa nota attraverso cui è stata diffusa la notizia, Groupama ha ricordato di aver subordinato l’operazione all’esenzione dall’obbligo di Opa su Premafin e/o sulle controllate, riservandosi però di esaminare la situazione una volta venuta a conoscenza delle motivazioni della Commissione.
A breve, tuttavia, l’istituto con sede a Francoforte porrà fine a questa situazione procedendo ad un rialzo, che secondo le previsioni dovrebbe iniziare con un incremento di un quarto di punto percentuale all’1,25% con la riunione fissata per il 7 aprile, per poi passare all’1,50% con la riunione del 7 luglio e arrivare al 2% entro la fine del 2011 e i primi mesi del 2012.
In base all’accordo, in particolare, Pramac, società attiva nella produzione di sistemi per la generazione di energia, e Renova Innovation Technologies, controllata della multinazionale russa Renova attiva nei settori dell’energia, delle telecomunicazioni, delle materie prime e in vari altri settori, daranno vita ad una joint venture nel settore dell’energia solare attraverso l’acquisizione da parte dei russi del 50% di Pramac Swiss.
Il margine di intermediazione è risultato pari a 1.102,9 milioni di euro, in crescita del 6,3 rispetto al 2009, il risultato della gestione operativa risulta pari a 815 milioni di euro, mentre i ricavi hanno registrato un incremento del 5,6% rispetto ai 772 milioni di euro dell’anno precedente.
La decisione è stata presa contestualmente all’approvazione dei conti 2010, anno durante il quale l’azienda ha realizzato un utile netto pari a 74,9 milioni di euro, in netto miglioramento rispetto ai 32,4 milioni del 2009, mentre i ricavi sono cresciuti del 15,8% a 1.626,3 milioni, una performance positiva ricondotta in larga parte all’incremento delle vendite nei paesi emergenti, cresciute del 36,7% a 124,4 milioni.
Grazie a questo nuovo contratto, in particolare, il gruppo si occuperà della ristorazione per i prossimi dieci anni nel suddetto aeroporto, dove già opera da oltre 20 anni e dove gestisce già 16 punti vendita, saliti a 17 con il nuovo contratto.
La Bce ha lasciato invariati anche il tasso marginale all’1,75% e il tasso sui depositi allo 0,25%, lasciando al minimo storico il costo del denaro nella zona.
La banca d’affari ha inoltre inserito il titolo nella sua Pan-Europe Sell List, ha tagliato le stime di Eps 2011 (da 0,64 a 0,56 euro per azione) e 2012 (da 0,68 a 0,47 euro per azione) e ridotto le stime sui ricavi del 3,3% a 2,047 miliardi di euro nel 2011 e del 5,5% a 2,072 miliardi nel 2012.
La banca d’affari ha spiegato di aver deciso di promuovere la quotazione della casa farmaceutica francese in quanto si presenta appetibile per via del fatto che nel corso degli ultimi anni ha sottoperformato il settore, con valutazioni decisamente inferiori rispetto a quelle delle quotazioni delle altre aziende farmaceutiche concorrenti.
L’assemblea degli azionisti è stata convocata per il 13 aprile in prima convocazione e eventualmente per il 14 aprile in seconda convocazione.
Le previsioni, infatti, parlano di un rialzo dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea a metà 2011. A confermarlo è anche l’andamento del cambio euro dollaro che evidenza una prevalenza della moneta unica non certo perchè si attende un Pil superiore a quello degli Stati Uniti, ma piuttosto perchè la Federal Reserve ha manifestato l’intenzione di non attuare un rialzo dei tassi di interesse nel breve termine, adottando quindi una politica monetaria contraria a quella della Bce.