
Secondo le statistiche ufficiali diffuse poche ore fa a Pechino, infatti, il Prodotto Interno Lordo del gigante asiatico dovrebbe aver subito un incremento del 9% durante il terzo trimestre del 2008 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Secondo le statistiche ufficiali diffuse poche ore fa a Pechino, infatti, il Prodotto Interno Lordo del gigante asiatico dovrebbe aver subito un incremento del 9% durante il terzo trimestre del 2008 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Le azioni in Asia si muovono più velocemente poichè gli investitori sono alla ricerca di affari data la recente vendita a ribasso delle ultime settimane, ma sui mercati permane la poca convinzione che i tre trilioni di dollari del governo siano sufficienti a risolvere la crisi finanziaria.
“La mancanza di direzione delle valute principali ha caratterizzato questa settimana”, ha dichiarato Lee Hardman della Banca di Tokyo-Mitsubishi.
Gli scambi sono sempre soggetti ad una forte volatilita’; rispecchiano l’andamento delle borse che continuano a fare lo yo-yo. E’ un segno di nervosismo dei mercati condizionati dalle notizie di sostegni finanziari e dai dati economici negativi.
In valore assoluto, Dailmer ha venduto ben 32.375 veicoli nel Paese asiatico fino a settembre, facendo della Cina uno dei mercati più importanti nel proprio portafoglio.
In termini generali, invece, le vendite di autovetture in Cina sono aumentate, nello stesso periodo, nella misura dell’11%:
La società ha infatti comunicato di attendersi ricavi trimestrali pari a 2,02 miliardi di dollari contro i precedenti 2,17 miliardi di dollari risalenti alle vecchie previsioni, e contro i 2,18 miliardi di dollari conseguiti durante lo stesso periodo dello scorso anno.
Le valute delle potenze emergenti hanno subito i danni a causa di questo clima di insicurezza.
La valuta europea unica ha guadagnato sulla valuta giapponese attestandosi sui 136,70 Yen, contro 134,91 della vigilia.
Anche il Dollaro guadagna sullo Yen (101,65 Yen per Dollaro contro i 99,99 Yen di mercoledi sera).
Durante gli scambi asiatici l’Euro è crollato rispetto al biglietto verde toccando venerdi’ scorso l’ 1,3346 per Dollaro, non lontano dal suo piu’ basso livello raggiunto nel marzo 2007.
I dati, comunicati ufficialmente dal Royal Institution of Chartered Surveyors, non hanno certo sorpreso gli osservatori del mercato immobiliare britannico, i quali già da diversi mesi hanno iniziato, loro malgrado, a tracciare delle linee decrescenti nei grafici dei business delle case.
La stima, destinata, probabilmente, ad essere rivista già nei prossimi giorni, è per ora la più apocalittica tra le principali previsioni del mercato del lavoro americano.
Secondo i traders, l’atteggiamento positivo nei riguardi dell’euro è venuto a mancare rapidamente a causa della crescente impressione generale relativamente alle difficolta che le autoritá hanno nel contenere la crisi finanziaria.
La notizia ha lasciato gli osservatori poco sorpresi, visto che già negli scorsi giorni alcune voci di corridoio davano la compagnia desiderosa di mettersi particolarmente in mostra, nonostante la spesa dell’industria finanziaria nell’information technology sia prevista in forte discesa.
Secondo quanto comunicato dalla società americana, gli utili netti per il terzo trimestre solare sono saliti a 1,89 miliardi di dollari, pari a 81 centesimi per azione, rispetto a 1,65 miliardi di dollari, o 71 centesimi per azione, conseguiti durante lo stesso periodo dello scorso anno.
Il Dollaro perde terreno sullo Yen, 101,82 yens per un Dollaro contro i 102,07 yens per Dollaro di martedi sera.
Gli operatori del mercato hanno comprato Yen, poiche’ la valuta giapponese viene considerata come una valuta rifugio relativamenete sicura in un contesto di crisi finanziaria.
Ci si sarebbe dovuti aspettare un rafforzamento del biglietto verde ma ció non é avvenuto perché le modalita di attuazione di questo piano non sono tali da garantire un rendimento sicuro dall’acquisto di azioni di enti finanziari. Il principale motivo di questa operazione é quello di garantire liquidita alle istituzioni finanziarie e aumentare la fiducia del pubblico nei confronti delle banche e cosi evitare la corsa al prelievo dei propri soldi dalle banche.
Ma gli Stati Uniti, patria dell’idea di libero mercato, adotta realmente questa teoria liberista, o anche in momenti di non-crisi si dimostra un Paese interventista?
Il caso del cotone è emblematico: gli agricoltori americani ricevono dal loro governo un sussidio per ettaro di 250 $ l’anno per il solo fatto di coltivare questa fibra, mentre i loro colleghi del Burkina Faso ricavano nel corso di un intero ciclo produttivo 200 $.