
Tra queste figura Deutsche Bank, che ha comunicato di aver alzato il target price sul titolo Salvatore Ferragamo portandolo da 12,5 a 13 euro, confermato al contempo rating “buy”.
Tra queste figura Deutsche Bank, che ha comunicato di aver alzato il target price sul titolo Salvatore Ferragamo portandolo da 12,5 a 13 euro, confermato al contempo rating “buy”.
Nella nota diffusa dalla società , in particolare, si legge che l’indebitamento finanziario corrente include 44.312 euro riguardanti il finanziamento concesso da un pool di banche nell’ambito dell’accordo di ristrutturazione del debito sottoscritto con le banche lo scorso 13 giugno e che risulta regolamentato come debito consolidato a medio lungo termine.
La banca d’affari ha spiegato di aver deciso di promuovere il titolo della società energetica e di consigliare l’acquisto delle sue azioni agli investitori poichè ritiene che la Robin tax non avrà effetti negativi, in quanto Terna dovrebbe riuscire a mantenere inalterati gli utili.
La banca d’affari a seguito della diffusione dei conti semestrali da parte della banca senese ha deciso di confermare il rating “hold” sull’azione ma al tempo stesso ha tagliato il target price da 0,60 a 0,54 euro. Il taglio del target price, in particolare, altro non è che una conseguenza del taglio delle stime 2011-2013 di Mps in media dell’8%.
Bizzocchi ha spiegato che nel corso della seconda metà dell’anno non verranno emessi titoli agli stessi ritmi di quelli che hanno caratterizzato il primo semestre dell’anno, a meno che non dovesse verificarsi una situazione talmente favorevoli da convincere il management ad anticipare i tempi su quelli che sono i progetti futuri.
Dal suo debutto in Borsa ad oggi, infatti, la quotazione Salvatore Ferragamo ha registrato un guadagno del 30% circa e al momento scambia ad un valore superiore di circa il 20% rispetto alla media del settore.
Nell’ambito di quello che era considerato un passaggio cruciale per l’approvazione della manovra, tuttavia, il governo non ha presentato alcun emendamento per l’estensione della Robin tax a tutte le società titolari di concessioni, motivo per il quale si ritiene che ormai non vi sia più alcun pericolo a riguardo.
Tenaris ha fatto sapere che per l’acquisto delle suddette azioni ha intenzione di pagare 5,20 real brasiliani in contanti per ciascuna azione ordinaria e preffered, ossia una valore che include un premio di circa il 32% rispetto alla chiusura di Confab del 26 agosto scorso.
Sul fronte della raccolta premi è stato registrato un calo del 6,4% a 1.753,3 milioni, in particolare nella nota mediante la quale sono stati diffusi i risultati è stato sottolineato che tale calo va ricondotto alle iniziative poste in essere dal gruppo per recuperare redditività e che hanno portato alla chiusura delle agenzie che mostravano un andamento particolarmente negativo, alla disdetta di singoli contratti plurisinistrati e alla riduzione dell’esposizione ai rischi corporate.
Il risultato di gestione ha invece registrato un incremento salendo a 297 milioni di euro rispetto ai 230 milioni dei primi sei mesi del 2010.
Nella nota diffusa dal gruppo, in particolare, si legge che nel corso della prima metà dell’anno sono stati realizzati ricavi consolidati pari a 53,8 milioni di euro, ossia in crescita del 23,9% rispetto ai 43,4 milioni di euro registrati nel primo semestre 2010.
Per questo la società del Lussemburgo, quotata a Milano, maggior produttore e fornitore a livello mondiale di tubi e servizi per l’esplorazione e la produzione di petrolio e gas, ha avviato una causa internazionale contro il Venezuela.
Questa arrivata da Royal Bank of Scotland è solo l’ultima delle valutazioni negative arrivate nel corso degli ultimi giorni per le banche italiane.
La banca d’affari ha spiegato di aver deciso di rivedere al ribasso il suo giudizio sul titolo della casa automobilistica torinese alla luce del taglio delle stime di crescita del settore dell’auto sia in Italia che in Europa.