
Il risultato operativo consolidato (EBIT) è risultato positivo per 85,0 milioni, in flessione rispetto ai 98,1 milioni del primo semestre 2010, con un’incidenza complessiva sui ricavi dell’8,5% (9,8% primo semestre 2010).
Il risultato operativo consolidato (EBIT) è risultato positivo per 85,0 milioni, in flessione rispetto ai 98,1 milioni del primo semestre 2010, con un’incidenza complessiva sui ricavi dell’8,5% (9,8% primo semestre 2010).
Il margine operativo lordo ha registrato una crescita del 9,7% su base annua a 344,0 milioni di euro, il risultato operativo è invece cresciuto del 14,1% a 199,4 milioni mentre l’utile ante-imposte ha registrato un incremento del 21,5% a 145,9 milioni. In crescita anche l’utile netto consolidato, che ha segnato un incremento del 20,2% a 83,2 milioni.
Se si considera solo l’ultimo trimestre, in particolare, l’utile netto è risultato pari a 60 milioni di euro, un risultato su cui hanno inciso oneri straordinari per 17 milioni di euro e senza i quali l’utile netto avrebbe registrato una crescita del 7,5%. Il rapporto Cost/Income ratio al netto degli oneri straordinari è risultato pari al 58,1%, soprattutto grazie alle politiche gestionali poste in essere dal gruppo.
Secondo gli analisti la debolezza della quotazione è da ricondurre soprattutto all’operazione di aumento di capitale prevista per la seconda metà di settembre.
Il titolo Fiat, ricordiamo, da inizio agosto a ieri risulta essere il peggior titolo dell’FTSE Mib, con un calo complessivo del 42,77%.
Se le indiscrezioni di stampa dovessero rivelarsi fondate, a risentirne non sarebbe solo Telecom Italia ma anche le altre società titolari di concessioni, tra cui figura anche Atlantia, il cui titolo in Borsa oggi risente allo stesso modo dei rumors e perde nel primo pomeriggio oltre tre punti percentuali a 10,36 euro.
La banca d’affari ha osservato che nel corso degli ultimi trimestri i ricavi realizzati dagli istituti di credito italiani si sono rivelati essere sempre più sotto pressione, come se non bastasse gli analisti stimano un incremento dei costi del 3% su base trimestrale e un ulteriore aumento del costo del rischio a causa della stagionalità .
Secondo i rumors, che per ora non hanno ricevuto né conferme né smentite da parte dell’istituto di credito milanese, il consorzio di garanzia guidato da Mediobanca che si occupa dell’operazione di ricapitalizzazione starebbe seriamente valutando l’opportunità di rimandare l’aumento di capitale per via della forte instabilità dei mercati finanziari.
Solo ieri, ricordiamo, il titolo Seat Pagine Gialle ha toccato il minimo storico a 0,04230 euro.
La decisione di abbassare il target price sul titolo dell’azienda produttrice di scarpe è stata presa a seguito del taglio delle stime del 5,6% relative all’utile per azione del 2011, causato soprattutto dalla debolezza del settore di mercato in cui Geox opera.
In questo contesto risulta quindi ancora più complicato scegliere le azioni su cui investire andando ad individuare quelle che mostrano una maggiore propensione ad apprezzarsi nel corso del breve e del lugo termine. A riguardo un aiuto arrriva da Equita Sim, che ha effettuato una sorta di stress test sui titoli che offrono una valutazione interessante in uno scenario di recessione economica.
Ad annunciare in un certo senso che la caduta del regime è ormai arrivata sono stati il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, il quale ha affermato che il regime del Colonnello è ormai arrivato ad un punto di non ritorno, e il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen, che ha invece sottolineato la chiarezza dell’evento.
L’ultimo intervento di questo tipo è arrivato questa mattina da Goldman Sachs, che ha comunicato di aver deciso di rivedere al ribasso il target price sul titolo Enel portandolo da 5,5 a 5,3 euro. La decisione, come ha spiegato la banca d’affari, deriva dal taglio delle stime relative all’utile per azione del periodo compreso tra il 2011 e il 2015 attuato in considerazione dell’impatto che avrà la nuova tassazione.
La prima, arrivata stamattina, riguarda la sottoscrizione di un contratto con la stato del Nevada e avente ad oggetto l’implementazione di un impianto solare-geotermico mediante l’aggiunta di pannelli solari in grado di produrre circa 24 MW, per una potenza totale di 89 MW.